25 marzo 2016

Altro che Robin Hood

 

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Tad Smith, CEO di Sotheby’s da poco meno di un anno, ha già avuto molte gatte da pelare. Sta affrontando un momento di estrema volatilità del mercato e di crisi finanziaria, nei primi 9 mesi di operato ha, nell’ordine, sostituito molti dirigenti in posizioni chiave, offerto allo staff di ritirarsi volontariamente per tagliare i costi, ed ha assistito ad un calo del 39 per cento del valore delle azioni della società. Inoltre Smith ha perso la scommessa della garanzia sulla vendita della collezione Taubman, che ha portato circa 40 milioni in meno rispetto alle previsioni.
Dopo aver comunicato una perdita di 11, 2 milioni di dollari nel 2015 Tad non ha pensato nemmeno per un attimo di rifiutare il suo mega compenso. Composto da diverse voci, tra cui un premio di 16,5 milioni, una cifra decisamente più bassa rispetto alle percentuali degli scorsi anni, lo stipendio annuale dell’amministratore delegato è stato di circa 20 milioni. Lontano dalle cifre che i suoi predecessori riuscivano a guadagnare, lo stipendio di Smith è il più basso dal 2008. Ma in un’azienda che vive un momento di crisi e di tagli al personale un tale bonus sembra comunque troppo elevato. (Roberta Pucci)

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