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Non incrociava lo sguardo del pubblico da oltre due secoli. Adesso, al Tefaf (dal 15 al 20 marzo) sarà tra i dipinti straordinari in vendita da Trinity Fine Art, la galleria londinese nel cuore di Mayfair guidata dall’antiquario Carlo Orsi. La Madonna col Bambino e Santa Maria Maddalena di Tiziano – la cui esecuzione può essere datata tra il 1555 e il 1560 – torna sotto i riflettori alla fiera delle meraviglie di Maastricht, ma Carlo Orsi l’aveva già esposta lo scorso settembre a Firenze, in occasione della BIAF (ve ne parlavamo in questo report). «La superba qualità della pennellata e le eccellenti condizioni della superficie dipinta», dichiara la galleria, «conferiscono a questo dipinto un vantaggio rispetto ad altre versioni dello stesso soggetto esposte in alcuni dei principali musei del mondo, come l’Hermitage, le Gallerie degli Uffizi e il Museo di Capodimonte». Della serie: niente da invidiare ai capolavori museali.
L’opera fu acquistata dalla famiglia Sebright nel XVIII secolo da un palazzo milanese senza nome e rimase nella loro collezione a Beechwood Park fino al 1937, quando la casa e l’intero contenuto furono venduti da Christie’s. Dopo di che riemerse brevemente nel 1947 quando fu spedita a Roma per essere foderata e fu poco dopo inviata a una collezione privata a New York.
Ci sono anche i retroscena, grazie alla radiografia a cui il dipinto è stato sottoposto nel 2024: c’era una finestra sulla sinistra, inizialmente, che è stata poi coperta, il che significa che Tiziano ha modificato la composizione in corsa, a mono a mano che il lavoro procedeva. A ulteriore riprova, il Bambino originariamente aveva un alone a raggiera, nessuna collana di corallo al collo, la sua mano destra era rivolta verso l’alto e il mantello della Vergine copriva il suo ginocchio. La rielaborazione più sorprendente, tuttavia, è nella figura della Maddalena che in principio – a rivelarlo sono ancora i raggi x – è stata dipinta da Tiziano come una figura maschile, con tanto di barba, intenta a offrire qualcosa al Bambino (anche se non è ancora chiaro cosa).
«Secondo il Prof. Dal Pozzolo», rivelano ancora dalla galleria, «una spiegazione plausibile potrebbe essere che il dipinto potrebbe essere stato concepito, e in gran parte dipinto, per qualcuno che è morto prima che fosse completato, o che potrebbe non averlo mai ritirato dall’artista. A quel punto rimase nel suo studio finché non decise, qualche anno dopo, di trasformare la figura nella Santa Maria Maddalena, delegando la modifica a un aiutante, che possiamo quasi certamente identificare con Girolamo Dente, pittore che era stato per molti anni il suo più fidato collaboratore». Appuntamento alla prossima settimana, con le meraviglia in mostra, e in vendita, al Tefaf di Maastricht. Nel frattempo, trovate le primissime anticipazioni qui.