06 luglio 2022

gEnki, quando NFT e filosofia orientale si incontrano

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L'artista e critica d'arte Victoria Lu e la cantante virtuale Autumn lanciano un progetto espositivo nei cinquecenteschi edifici di Spazio Thetis, all’Arsenale di Venezia

genki
ADUO, Born a Drum Queen, Video e audio Dolby 7.1, 2022, courtesy of the artist

A metà Ottocento, nelle pagine delle sue Lezioni di Estetica, Hegel si domandava se l’arte fosse morta, se fossero venuti meno i suoi principi fondanti. Oggi si potrebbe affermare che, dato il concetto di rinascita insito in quello di morte, l’arte stia ‘cambiando pelle’, per rinascere a nuova vita. Infatti era solo questione di tempo prima che i metaversi digitali, gli NFT e l’arte su blockchain si preparassero a entrare a gamba tesa nel sistema istituzionale dell’arte, rivoluzionandolo ancora una volta. La crypto arte si affaccia (finalmente oserei dire) al mondo della Biennale di Venezia grazie alla prima edizione di Annual METAVERSE ART@VENICE, ideata da Victoria Lu, eccentrica artista taiwanese, docente e nota critica d’arte del mondo artistico cinese, insieme alla cantante virtuale Autumn.

Le sezioni della rassegna

La rassegna si compone di due sezioni: COOKIE COOKIE 2.0, personale di Liu Jiaying in arte CryptoZR; e la collettiva gEnki, con più di trecento artisti digitali chiamati ad ‘esporre’, curata da Angelo Maggi e Fu Sen. Entrambe ospitate presso Spazio Thetis dell’Arsenale Nord di Venezia, nei cinquecenteschi edifici dell’Officina Lamierini e della Tesa 106, saranno visitabili fino al 23 novembre 2022 per poi proseguire anche in futuro ma in versione cloud, come si addice a un vero cripto progetto espositivo.

COOKIE COOKIE 2.0 ragiona sulle possibilità offerte dal Metaverso, dalle criptocommunities su blockchain, dando vita a un’ibridazione tra mondo virtuale e mondo reale in cui l’unica opera fisica, YAP721, scultura ispirata alla prima forma di moneta su registro, quella di pietra dell’isola di YAP appunto, si impone come antenata della blockchain in un continuum spazio-temporale fatto di iperconnessione.

gEnki, promossa dall’Università IUAV di Venezia e dalla Scuola di Dottorato di Storia delle Arti dell’Università Ca’ Foscari, propone un percorso espositivo dai toni variopinti in cui, il susseguirsi di installazioni digitali e performance sul web, tutte raggruppate in un’ottica di condivisione 2.0 tipica del metaverso, mette in primo piano le ricerche sviluppate da docenti, studenti e artisti provenienti dalle varie università del mondo. Notevole la grande presenza di cripto artiste donne. Nei mesi di esposizione si prevede un’affluenza di più di trecento artisti tra quelli che saranno presenti sia ‘online’ che ‘offline’.

gEnki, Officina Lamierini

La filosofia del progetto

L’intera rassegna è incentrata su un nuovo modello curatoriale autonomo e decentralizzato in cui, ogni artista, secondo i principi della DAO e del Web3, sarà in grado di promuovere il proprio lavoro attraverso la scelta autonoma dei contenuti e dei curatori, svincolati da normative istituzionali nonostante le circostanze, i circuiti della Biennale ed un ambiente come quello di Venezia. Qui, soprattutto in gEnki, più mondi si incontrano e si compenetrano tra Oriente e Occidente, tradizione e innovazione, reale e virtuale, per scendere a compromesso e mostrare al mondo che seppur in maniera ibrida, insieme possono portare avanti un nuovo tipo di progresso sulla scia dei nuovi dettami artistici e socio-culturali.

gEnki è un concetto filosofico millenario nato fra Cina e Giappone e si riferisce tanto all’origine del mondo (da intendersi qui come genesi di un mondo nuovo e altro), quanto all’energia vitale cosmica che genera ogni cosa e che è principio fondatore del ‘Tutto’, in cui ogni essere e ogni cosa è esattamente dove deve essere e convive con il resto secondo un principio di armonia eterna. Una lettura filosofica che lascia spazio a diverse interpretazioni e diviene terreno fertile per il fiorire di nuove cripto simbologie che da un passato millenario giungono a noi attraverso la perenne mutazione del divenire digitale. Un incontro, insomma, fra antiche culture, antichi popoli e generazione Z, quella dei nati e cresciuti sotto la prorompente avanzata tecnologica che, proprio grazie all’iperconnessione e alla ipercondivisione del web3, ora possono dialogare e convivere in armonia perenne.

Se, come sosteneva Schopenhauer, l’arte è l’essenza immutabile e suprema dei fenomeni che rappresenta, allora METAVERSE ART @VENICE, diviene lo specchio preciso e puntuale della situazione dell’arte mondiale, ‘morta e rinata’ nelle forme e nei concetti di liquidità su blockchain e nello spazio ‘altro’ del metaverso.

EN- LI METAHUMAN e Heather Wong, Theirs serie’s – Gensbach evolution, NFT, 2022, courtesy of the artists
Animated reality metaverse exhibition (a cura di POPIL), Esibizione nel Metaverso, 2022, courtesy of the artist

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