13 febbraio 2024

Grossi debiti per la Simon Lee Gallery di Londra

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La Simon Lee Gallery era una delle gallerie d’arte più stimate di Londra, prima di essere posta in amministrazione controllata: adesso deve 12 milioni di euro a 153 creditori, tra cui anche vari artisti

Secondo quanto riportato da The Art Newspaper, la Simon Lee Gallery, che era una delle gallerie d’arte più importanti di Londra prima di essere posta in amministrazione controllata dal tribunale del Regno Unito a luglio 2023, deve circa 10 milioni di sterline, poco meno di 12 milioni di euro, a 153 creditori, tra cui anche artisti e altre gallerie. I dettagli sono contenuti in un rapporto di 44 pagine depositato il 5 settembre 2023 da BDO LLP, la società di consulenza aziendale incaricata di amministrare l’azienda.

La procedura di amministrazione controllata si attua quando un’impresa con scarsa solvibilità non può pagare i propri debiti ed è quindi insolvente. La prima udienza per insolvenza era stata affrontata già ad aprile 2023, quindi una seconda si è svolta a luglio, portando alla nomina di Danny Dartnaill, Christine Francis e Matthew Tait come amministratori giudiziali. In linea di massima, lo scopo è adottare varie misure, dalla vendita dei beni alla riduzione dei costi, per fare in modo che l’azienda possa continuare a lavorare. Gli amministratori hanno raccolto tutte le informazioni riguardanti la posizione finanziaria della Società, comprese le opere d’arte di proprietà o possedute per conto di terzi.  L’obiettivo primario degli amministratori è stato è confermare l’ubicazione di tutte le opere e garantire la loro salvaguardia.

Simon Lee Gallery: rapida storia del declino

Secondo il rapporto, la Simon Lee Gallery, fin dalla sua fondazione, nel novembre 2001, ha registrato un utile netto rimasto costante, compreso tra l’1% e il 3% del fatturato annuo. Ma dopo essere cresciuto fino a 51,5 milioni di sterline nel 2018, il fatturato è crollato nel 2019 a soli 22,4 milioni, con una perdita netta di 3,2 milioni. A dare il colpo di grazia, la pandemia da Covid-19, che ha spinto la SLG a chiedere un prestito per interruzione dell’attività dovuta al coronavirus di 1 milione di sterline alla banca Barclays.

Ma quando la SLG non ha presentato i propri conti e le dichiarazioni dei redditi per nessun periodo successivo alla fine dell’anno 2019, HM Revenue and Customs, il dipartimento governativo responsabile per la riscossione delle imposte nel Regno Unito, ha inviato una petizione per liquidare l’attività due volte, nel febbraio 2020 e nel luglio 2022. In entrambe le occasioni, la galleria ha raggiunto un accordo transattivo e le petizioni sono state respinte.

Nel febbraio 2023, tuttavia, l’HMRC ha emesso una terza istanza di liquidazione per 1,4 milioni di sterline di imposte accertate. Quindi, Barclays ha congelato i conti della galleria nel marzo 2023. Nonostante la crisi in atto, SLG ha continuato la sua attività commerciale attraverso la sua filiale di Hong Kong utilizzando un conto presso la Standard Chartered Bank. Ma il terzo accordo con l’HMRC è stato annullato quando tre dei creditori di SLG, con debiti per un totale di oltre 500mila sterline, hanno aderito all’istanza di liquidazione, impedendone il rigetto.

Dio salvi la banca

SLG è stata dunque costretta a chiudere le sue sedi a New York e Hong Kong prima della nomina dei co-amministratori nel luglio 2023. L’ex spazio di Mayfair della galleria, affittato fino ad agosto 2025, ha cessato di funzionare lo scorso giugno ed è ora sede dalla Maddox Gallery.

Nell’elenco dei creditori, figurano gallerie importanti come PKM di Seoul, Mendes Wood DM di San Paolo e The Artist Room di Londra. Ci sono poi vari artisti, come France-Lise McGurn, per un credito di 631.300 sterline, Jim Shaw, per 254.316 sterline, Garth Weiser, £ 210.999, Angela Bulloch, £ 145.346. Tra gli artisti più importanti rappresentati dalla SLG, anche Sonia Boyce. Ma la vincitrice del Leone d’Oro Alla 59ma Biennale d’Arte di Venezia del 2022 per il Padiglione della Gran Bretagna, lasciò la galleria nell’estate 2023, poche settimane prima che il caso esplodesse pubblicamente.

Nel rapporto si rileva come SLG debba anche somme considerevoli a diverse altre imprese del settore, tra cui quasi 100mila sterline tra Frieze, MCH Group (la società che gestisce le fiere Art Basel) e The Armory Show, che è di proprietà di Frieze, oltre ad almeno 145mila sterline a spedizionieri d’arte e fornitori di servizi logistici. Tra i creditori, anche la casa d’aste Phillips e le riviste Artforum e Artnet. Ma il debito più ingente è con la banca: SLG deve a Barclays £ 736.749. Ovviamente, l’istituto bancario, in qualità di creditore garantito, verrà rimborsato integralmente

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