06 gennaio 2021

Il “mondo” dei collezionisti all’asta da Pandolfini

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L'incanto di Arte Moderna e Contemporanea del prossimo 20 gennaio racchiude un secolo di Storia, tra i capolavori di Antonio Ligabue, Maria Lai e altri nomi dell'arte italiana e internazionale

Pandolfini
Carla Accardi, Favoloso N.1 (1954). Pandolfini Casa d'Aste

«Per il collezionista, in ciascuno dei suoi oggetti è presente il mondo», scriveva Walter Benjamin. E lo sa bene Pandolfini, che il prossimo 20 gennaio vedrà sfilare il mondo dell’Arte Moderna e Contemporanea attraverso un secolo di Storia, di storie, di artisti italiani e internazionali.

Saranno 111, in particolare, i lotti protagonisti a Palazzo Ramirez-Montalvo, a Firenze, con nomi che spaziano dall’arte figurativa degli anni ’20 fino al tempo presente. Iniziamo da Antonio Ligabue, «un grande matto ed un grande pittore», secondo Vittorino Andreoli, «uno degli esempi più straordinari che dimostrano che la follia è compatibile non solo con la creatività ma con la grande arte»: a confermarlo, da Pandolfini, sono Fiori del 1960 (stima: 12.000-20.000 euro) e Cervo con cerbiatti del 1955 (stima: 8.000-14.000 euro), due opere acquistate direttamente dall’artista e rimaste fino ad oggi in collezione privata.

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Antonio Ligabue, Fiori (1960). Pandolfini Casa d’Aste

Di grande interesse, poi, uno straordinario copricapo indossato da Maria Lai nella performance Col Ciel La Terra, quando nel 1986 ricreava nello Studio Tommaseo di Trieste una sorta di processione dei Re Magi. Proprio lì, in un’atmosfera mistica, quasi religiosa, l’artista sarda realizzava cappelli a forma conica e li offriva a tutti i visitatori, un mezzo catartico per introdurli a quel cammino sospeso tra terra e cielo. «Cerco spazi cosmici, cieli, spazi lontanissimi però tattili. Gli spazi che cerco non sono tanto in una superficie, quanto al di là di essa. Le mappe astrali rispondevano all’esigenza di un rapporto con l’infinito, di una dilatazione e proiezione sulla lontananza… Sono un invito al viaggio». Il nome dell’opera? Geografia, e la sua stima è compresa tra i 50mila e gli 80mila euro (ve ne parlavamo qui).

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Maria Lai, Geografia (1986). Pandolfini Casa d’Aste
Graham Sutherland, Attached form (1959). Pandolfini Casa d’Aste

Passiamo poi a un altro degli highlight in catalogo, Attached form di Graham Sutherland (1959). Un mondo trasognato il suo, vibrante, che attinge senza regole ai disegni della mente e ai colori dell’immaginazione. «Sutherland ha aggiunto veramente qualche cosa alla nostra visione del mondo», scriveva lo storico dell’arte Francesco Arcangeli, «del mondo che si contempla, si interroga, si indaga, a occhi aperti. […] C’è un mondo che ci era sfuggito, egli lo ha fatto vedere: spalle di colline e ingressi di sentieri, figure stanti e piante difficili, corone di spine e figure di animali, congegni e lavoro, rocce e alberi, sono scelte rare e apparentemente alternative; ma noi viviamo in un mondo difficile, e la scelta di Sutherland si orienta laddove, anche se l’uomo non è presente con la filtrazione del suo lavoro materiale, è tuttavia imminente attraverso l’elaborazione della sua mente». Stima: 8.000-12.000 euro.

Non mancano infine i grandi rappresentanti dell’arte italiana del Novecento, da Schifano ad Accardi, da Castellani a Pistoletto, passando attraverso Sironi, Guttuso, Marino Marini, Turcato, Rotella, Bueno, Baj; e, ancora, molti protagonisti del panorama internazionale, a partire da Kurt Schwitters, Andrè Masson, Keith Haring, Ronnie Cutrone e Jasper Johns (qui l’e-catalogue completo). Appuntamento al 20 gennaio, allora, per scoprire le sorti di questo “mondo” straordinario dove, per riprendere le parole di Walter Benjamin, «il collezionismo confina con il caos dei ricordi».

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Mimmo Rotella, Fly (1989). Pandolfini Casa d’Aste
Kurt Schwitters, Senza titolo (1936). Pandolfini Casa d’Aste

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