13 febbraio 2025

Premiere! Ecco come sarà Art Basel 2025

di

Svelati i primi highlights della regina delle fiere, che annuncia anche una nuova sezione dedicata ad opere recentissime (tutte realizzate negli ultimi cinque anni)

art Basel 2025
Photo by Pati Grabowicz, courtesy of Art Basel

Sembra che la regina delle fiere sia già pronta a un nuovo round. Annunciati i primissimi dettagli di Art Basel 2025, che torna nella sede madre di Basilea dal 19 al 22 giugno (preview 17 e 18 giugno), con 291 gallerie da 42 Paesi, di cui 18 spazi al debutto ufficiale. E c’è una novità importante tra le news: la nascita di un nuovo settore, Premiere, che offrirà alle gallerie un palcoscenico esclusivo per mettere in mostra opere freschissime, realizzate negli ultimi cinque anni (da un massimo di tre artisti). «Art Basel 2025 si prospetta come un momento decisivo», dichiara la direttrice Maike Cruse, «presenterà una vasta gamma di opere d’arte straordinarie, innescando un dialogo internazionale e rafforzando la sua posizione come uno degli eventi più influenti nel calendario artistico globale». Poi, a proposito della selezione degli stand: «Con una schiera di gallerie senza pari, l’introduzione di nuovi entusiasmanti settori come Premiere, il ritorno di Parcours e una straordinaria installazione immersiva di Katharina Grosse, Art Basel continua a essere una potente piattaforma per la scoperta e una forza trainante per lo scambio culturale, l’innovazione e l’espressione artistica».

Quindi, procediamo con ordine. Si parte dalla sezione principale, vale a dire 239 gallerie internazionali, tra giganti blue-chip e nomi più locali. Come Beijing Commune (Pechino), che a Messeplatz presenterà opere emblematiche di quattro generazioni di artisti, tra cui i pionieri Zhang Xiaogang e Wang Luyan, insieme a figure contemporanee come Ma Qiusha e Chang Yuchen. I temi principali? L’identità, la memoria, la globalizzazione e la materialità. Mentre Emalin (Londra) punta i riflettori su Nikita Gale, Megan Plunkett, Kate Spencer Stewart e Sung Tieu, in un dialogo a più voci che esplora gli ambienti e l’ingannevole neutralità dello spazio – senza limiti tra scultura, pittura, fotografia e installazione sonora.

Neanche a dirlo, rispondono all’appello i colossi: tutti presenti i big MASSIMODECARLO, Gagosian, Pace Gallery, David Zwirner, Perrotin, Hauser & Wirth, con le loro maxi sedi sparse da una parte all’altra del globo. E nuove opere milionarie da esporre e – si spera – ricambiare in tempo zero tra gli stand di Basilea.

Maike Cruse, Photographed by Debora Mittelstaedt. Courtesy of Art Basel

Non può mancare Unlimited tra i settori più attesi di Art Basel 2025, quello dedicato alle opere monumentali, eccentriche, d’impatto, ben oltre le dimensioni standard dei booth. Lo scorso anno c’erano, tra gli altri, la Volkswagen impacchettata da Christo (portata da Gagosian) e un intero muro ricoperto da 18 maxi pannelli di Keith Haring (per Gladstone Gallery). Oltre alla tradizionale zucca a pois gigante di Yayoi Kusama selezionata da David Zwirner, che finiva subito venduta per $ 5 milioni – qui una carrellata di immagini dell’edizione 2024, per rendere l’idea. Anche quest’anno, Unlimited sarà curato da Giovanni Carmine, Direttore della Kunst Halle Sankt Gallen, e presenterà circa 70 opere fuori scala. Senza dubbio, tra le più chiacchierate dell’edizione 2025.

Il settore Kabinett torna per la terza volta a Messeplatz, «offrendo agli espositori», dicono dalla fiera, «l’opportunità di presentare installazioni attentamente curate nei loro stand principali». E sarà presente anche Feature, lo spazio che a Basel dà attenzione ai progetti storico-artistici, stavolta con 16 presentazioni curate da 17 gallerie (di cui 6 new-entries assolute). Segnaliamo tra le altre La Galerie Le Minotaure (Parigi), con la sua esplorazione dell’astrazione geometrica dei primi del XX secolo (e quindi, tutte insieme: le opere pionieristiche di Jean Arp, Fernand Léger, František Kupka e un’enfasi speciale su László Moholy-Nagy, tutte concentrate nello stesso booth).

Art Basel 2024, Unlimited. David Zwirner – Yayoi Kusama, Pumpkin’s Love, the Love in My Heart (2023). Dipinta con i caratteristici pois dell’artista, questa scultura monumentale fa parte di una serie di opere in bronzo raffiguranti zucche, esposte per la prima volta nel 2023 nel corso della mostra “I Spend Each Day Embracing Flowers” presso la galleria di David Zwirner, a New York. Courtesy of Art Basel

A proposito di sezioni già note, riconfermata anche Statements, come sempre focalizzata su artisti emergenti provenienti da tutto il mondo – quest’anno offrirà 18 presentazioni personali e accoglierà 8 nuovi partecipanti internazionali. Tra i punti salienti: Nir Altman (Monaco) con l’installazione Here and Elsewhere (2025) di Ndayé Kouagou; Artbeat (Tbilisi) con un’installazione immersiva di Nika Kutateladze, che confonde i confini tra realtà e surreale; e anche l’italiana Fanta-MLN (Milano), con un focus sugli artisti svizzeri Michèle Graf e Selina Grüter, che presenteranno cinque nuove sculture che decostruiscono gli orologi e riprogettano i loro meccanismi in opere cinetiche, sfidando le nozioni lineari del tempo attraverso un linguaggio di movimento unico.

Da non perdere anche Edition ad Art Basel 2025, il settore presenterà sette gallerie leader nel campo delle stampe e delle opere in edizione: Cristea Roberts Gallery (Londra), Gemini G.E.L. (Los Angeles), knust kunz gallery editions (Monaco), Carolina Nitsch (New York), René Schmitt (Westoverledingen), Susan Sheehan Gallery (New York) e STPI (Singapore). E per finire in bellezza, la neo-annunciata Premiere, con 10 gallerie che presentano opere create negli ultimi cinque anni da un massimo di tre artisti. Due esempi per tutti: La Selma Feriani Gallery (Tunisi, Londra) presenta una mostra collettiva che riunisce opere di Sara Ouhaddou, M’barek Bouhchichi e Nadia Ayari, «esplorando l’eredità e il simbolismo nordafricani attraverso ceramiche, tessiture, sculture e dipinti, collegando passato e presente sia nei materiali che nei concetti». Mentre Kosaku Kanechika (Tokyo) presenta LOGOS – What Can Be Said(2025), una nuova opera dell’artista giapponese Junko Oki, la cui pratica unica e astratta del ricamo intreccia storie, narrazioni ed emozioni sfidando al contempo le tecniche tradizionali. Appuntamento a giugno, a Basilea.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui