14 dicembre 2025

Alphonse Mucha: l’eternità della bellezza liberty in mostra a Roma

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Oltre 150 opere a Palazzo Bonaparte per raccontare l'universo visionario dell'artista che ha rivoluzionato l'Art Nouveau, in dialogo senza tempo con Botticelli e i maestri del passato

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Alphonse Mucha, Reverie, 1897 courtesy Mucha Trust 202

Inaugurata a Roma a Palazzo Bonaparte Alphonse Mucha. Un trionfo di bellezza e seduzione, mostra prodotta e organizzata da Arthemisia con la Mucha Fondation e i Musei Reali di Torino. In mostra più di 150 opere per un viaggio artistico tra capolavori, sculture, oggetti preziosi e inedite fotografie, che ripercorrono il percorso artistico di Mucha in dialogo con i capolavori dei maestri di altre epoche, come Boldini e Saccaggi. La vera ospite d’onore, prestata dai musei Reali di Torino, è La Venere di Botticelli per un connubio senza tempo, di seduzione e fascino femminile, un ponte ideale tra l’arte rinascimentale e l’Art Nouveau.

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Alphone Mucha, Precious Stones, Amethyst ©Mucha Trust 202

Il progetto in mostra è un racconto della bellezza come veicolo di valori intellettuali, profondi e atemporali. Il visitatore è invitato ad entrare nel mondo di Mucha, nella frizzante epoca parigina, ammirare gli arredi dell’epoca liberty, i capolavori rinascimentali, ottocenteschi che probabilmente hanno ispirato la sua arte, tutto per una fusione tra progetto e narrazione e per un’idea di bellezza capace di attraversare epoche, linguaggi e codici visivi. La mostra si presenta come un viaggio immersivo tra eleganza, natura e simbolismo, dove ogni dettaglio, visivo, sonoro, tattile, contribuisce ad evocare la Belle Époque.

Alphonse Mucha. Un trionfo di bellezza e seduzione, installation view

Alphonse Mucha nasce nella Repubblica Ceca nel 1860: la sua è una storia di tenacia e intuizione. Opera in un contesto storico fatto di stabilità politica, progresso tecnologico e novità sociale. La conoscenza del mondo si allarga attraverso le esposizioni universali. Il grigiore delle città in continua espansione e delle fabbriche dalle alte ciminiere, innescano negli artisti la voglia di colore, di natura, di motivi floreali che potessero alleggerire e abbellire questa nuova vita. Nasce il movimento artistico dell’Art Nouveau di cui Mucha fu uno dei più influenti artisti. Con l’invenzione dell’intrattenimento, della radio, del cinema, della pubblicità, nuove opportunità si prospettano in questo scenario sociopolitico e l’allora sconosciuto illustratore le coglie al volo. Intorno al 1900, tutto viene pubblicizzato con manifesti colorati, l’oggetto reclamizzato passa in second’ordine lasciando al centro d’importanza il soggetto della pubblicità. Per Mucha è sempre la donna la protagonista assoluta, incorniciata da fiori e linee sinuose di ricordo bizantino, carica di simbolismi esoterici e intrisa di sacralità e devozione.

Alphonse Mucha. Un trionfo di bellezza e seduzione, installation view

È il fortunato incontro con l’attrice più famosa nell’epoca. Sarah Bernhardt, la svolta decisiva alla sua carriera, con l’incarico di creare il manifesto per la sua tournée teatrale “Gismonda“. La locandina (216 x 74,2 cm), presente in mostra, segna, oltre che la sua fortuna, il suo inconfondibile stile per la forma stretta e lunga e per la raffigurazione di una donna dai tratti divini. Questa “donna Mucha” si sovrappone al canone della donna del nuovo secolo: progressista, forte, indipendente, sempre meno soggiogata all’uomo. Mucha si fa interprete moderno della perfezione delle sculture antiche riprendendo i canoni della bellezza femminile, in cui le forme si disvelano o pudicamente rimangono nascoste esaltandone l’armonia esteriore e interiore. Questa incarnazione dell’amore e della bellezza rinascimentale rimanda alla Venere del Botticelli, dea simbolo di eleganza e grazia.

Alphonse Mucha. Un trionfo di bellezza e seduzione, installation view

Le virtù estetiche e artistiche di Botticelli le ritroviamo, modellate e modernizzate, nelle opere di Mucha. Il fascino della bellezza attraversa i secoli con una sorprendente continuità capace di rinnovarsi senza esaurirsi. Per Mucha l’arte era eterna come il progresso umano, simbolo del bene che non si esaurisce. «L’arte non può essere nuova. L’arte è eterna come il progresso dell’uomo e la sua funzione è quella di accendere di luce il cammino del mondo», scrive. La sua forza rivoluzionaria risiede proprio nel concetto di arte che possa accomunare, unire, un’arte per il popolo, che con la sua grazia possa essere ispiratrice, comprensiva di armonia e semplicità. Un’arte per tutti, trasversale e aggregante. L’arte, come il bene, è il salvifico rimedio alle brutture e alle cattiverie.

Alphonse Mucha. Un trionfo di bellezza e seduzione, installation view
Alphonse Mucha, Les Amants © Mucha Trust 202

Torna dopo venticinque anni d’assenza nella sua Praga, realizzando il sogno di una vita: servire la sua terra dedicandosi al ciclo monumentale della Epopea Slava. Le venti imponenti tele, non sono solo un tributo artistico, ma un vero e proprio messaggio di invito verso il suo popolo nel trarre insegnamento dalla propria storia per conquistare la libertà e il progresso. Nelle sue opere, elementi tradizionali slavi vengono ripresentati in veste moderna, rimanendo però legati a una nostalgica tradizione.

Alphonse Mucha. Un trionfo di bellezza e seduzione, installation view

«Obiettivo del mio lavoro è costruire, unire, perché dev’essere speranza comune che l’umanità cammini insieme e questo avverrà tanto più facilmente quanto maggiore sarà la comprensione reciproca». Mai come ora queste sue parole appaiono attuali. Lo “stile Mucha” ispira contemporanei street art, riecheggia nella moda, nei tatuaggi e persino nei manga. L’incontrollabile convinzione nel valore universale dell’arte e la rivoluzionaria arma della gentilezza, possano essere di ispirazione per un mondo che realmente cammini insieme.

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