23 marzo 2022

Frammenti di memorie urbane di Michel Oz, da Looking for Art

di

Negli spazi espositivi di Looking for Art, a Milano, va in scena la mostra personale di Michel Oz, artista che preleva frammenti di messaggi urbani per tradurli in opere d’arte

Le città sono fatte di messaggi, letteralmente. Ogni angolo, ogni parete dice qualcosa che, però, dopo un po’ di tempo, viene sovrascritto da altri messaggi, perdendosi nel rumore di fondo oppure, semplicemente, trascinato via da una pioggia battente. A recuperare stralci di parole e di simboli, frammenti di immagini che diventano icone, è Michel Oz, artista italo argentino e fondatore, nei primi anni 2000, di lancioarte.com, uno dei primi portali a esplorare il concetto di web gallery. E dalle esplorazioni del www a quelle delle strade, il passo è simile. Successivamente, infatti, Oz ha lavorato sulla tecnica del “pasting”, strappando, copiando, incollando, ricomponendo, brani di messaggi urbani raccolti per caso o per intenzione. Le sue opere sono esposte, fino al 3 aprile 2022, negli spazi di Looking fort Art, in via Romolo Gessi, a Milano, in occasione di “Form Street to Gallery”, mostra personale inserita all’interno del circuito degli eventi collaterali organizzati da (un)fair, da venerdì 1 a domenica 3 aprile 2022. Un(fair) è una nuova fiera di arte contemporanea che si terrà a Milano, dal 8 al 10 aprile 2022, presso gli spazi del Super Studio Maxi e alla quale Looking for Art parteciperà con un proprio stand e quattro pittori under35 selezionati dal proprio catalogo.

Nato nel 1977 a Roma, Michel Oz ha partecipato a numerosi eventi underground sul territorio romano, tra i quali si ricordano quelli organizzati presso l’Ex Mattatoio di Testaccio, il centro culturale Brancaleone, il Piper Club e, infine, il Festival multidisciplinare MArteLive. I suoi lavori sono stati esposti a Roma, presso la Extra Art Gallery, il Caffè Letterario e lo Studio Pastore, così come a Berlino presso gli spazi del Kunsthaus Tacheles.

Attualmente, la sua ricerca è incentrata sulle potenzialità espressive del prelievo, nella forma di strappo di brandelli di carta, provenienti dai muri delle metropoli in tutto il mondo, prima che gli agenti atmosferici possano biodegradarli.  Il processo di creazione coinvolge dunque i concetti di riciclo, di rimessa in circolo e di ri-significazione, con composizioni dal forte impatto visivo.

«Grazie alle contaminazioni culturali di cui si fanno portavoce, le opere di Michel Oz hanno la capacità di stupire l’osservatore e, allo stesso tempo, far emergere il vissuto e le memorie di chi è passato e ha osservato quei muri prima dell’artista e, di conseguenza, prima di noi», spiegano da Looking for Art. «Michel Oz trasforma in opere la realtà urbana. Le sue creazioni sono istintive, caratterizzate da un equilibrio di immagini e di colori che emergono dagli spazi lacerati dei manifesti e generano un dialogo empatico tra l’opera e l’osservatore», ha scritto Salvino Cavallaro.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui