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Giuseppe De Nittis, nato a Barletta nel 1846, fu insieme al ferrarese Giovanni Boldini uno dei due artisti italiani che sedussero maggiormente la Capitale francese alla fine dell’ottocento.
Palazzo dei Diamanti gli dedica un’importante retrospettiva ricca di spunti per conoscere la vita e l’opera di questo pittore che morì molto giovane, a soli trentotto anni, ma che ebbe una carriera prolifica e che sviluppò con grande garbo una lirica molto personale.
Lirica che toccò sia la pittura di paesaggio, che lo rappresenta maggiormente, sia la pittura di figura umana in interni ed en plein air.
De Nittis ha la capacità di restituire le atmosfere che un paesaggio gli ha trasmesso e se dovessimo descrivere il pittore con un solo aggettivo si potrebbe usare “delicato”, anche se a volte la sua pittura appare molto decisa e estremamente moderna, netta, soprattutto all’inizio nelle sue amate vedute.

Una pittura fotografica
La sua pittura è decisamente vicina alla fotografia la cui invenzione è del 1839, o al cinema che viene stabilito sia nato nel 1895. Alla mostra a Palazzo dei Diamanti vengono affiancati ai quadri di De Nittis foto dei più importanti fotografi dell’epoca e immagini dei fratelli Lumière che, queste ultime, fanno parte anche del nostro attuale immaginario collettivo e si sposano benissimo con le opere del pittore. Tra l’altro – dopo la sua morte – nel suo atelier vennero rinvenute, dalla moglie, circa cento fotografie, non catalogate, che probabilmente servirono come ispirazione all’artista per le sue opere.
La mostra ha un taglio molto particolare che attraversa, rileggendola, la carriera dei De Nittis e ne scatta delle istantanee che descrivono molto bene la sua poetica: si comincia con i paesaggi del sud Italia per finire con i paesaggi en plein air di Parigi e Londra o con gli interni delle due metropoli europee. Londra avvolta nella sua nebbia e Parigi con la sua bruma.
Particolarmente capace nel rendere la neve De Nittis si lascia accompagnare anche da una base di un verde molto fresco che si ritrova anche in un suo quadro importante, anche come dimensioni, che è Colazione in giardino che oltre ad essere il quadro-icona della mostra è simbolico perché dimostra le sua amicizia con alcuni importanti impressionisti come Manet e Dégas.

Sull’amaca (II), 1884
Olio su tela, cm 81,5 x 118
Barletta, Pinacoteca Giuseppe De Nittis
I dipinti dal finestrino della carrozza
Sicuramente però De Nittis doveva amare anche il pittore romantico inglese William Turner perché in alcune sue opere ne riprende i colori pastellati e la tecnica pittorica.
Una particolarità di De Nittis era quella di dipingere dalla carrozza, una sua invenzione. L’artista fermava la carrozza e schizzava su un blocco ciò che vedeva dal finestrino per poi dipingere il quadro nel suo atelier. L’effetto era quanto mai fotografico dato che le figure umane venivano tagliate, così come le architetture.
Un artista molto originale che questa mostra evidenzia fortemente, sottolineando la particolarità della sua pittura che rendeva con scorci audaci, improvvisi tagli e sorprendenti prospettive.
Un artista che ha saputo coniugare le esigenze di mercato con l’arte pura dando una sua personale visione estremamente moderna, che ben si addiceva agli anni in cui è stato protagonista nel panorama europeo.
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