21 aprile 2025

Gli intrecci tra passato, presente e futuro di Barbara Prenka in mostra a Venezia

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A plus A Gallery ospita fino al 15 Maggio 2025 la personale di Barbara Prenka che, attraverso una serie di opere unite metaforicamente da un filo intrecciato, presenta una riflessione artistica tra ricordi familiari, culturali, fondamenti di fisica quantistica e filosofia

Barbara Prenka, Crocodile tears, 2025, embroidery on cotton hand-embroidered by the artist’s mother in 1983 and drapery, site-specific installation, environmental dimensions, Courtesy the artist and A plus A Gallery, ph Clelia Cadamuro

L’espressione What time is it between my fingers? —titolo della mostra all’AplusA Gallery di Venezia— assume chiarezza con un attento sguardo alle opere in tessuto che occupano gli spazi della galleria, in cui l’elemento principale è senza dubbio l’arte del ricamo. Una tecnica del passato, tramandata di generazione in generazione, che si collega alle origini di Barbara Prenka, nata e cresciuta in Kosovo ma con una formazione in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia. Si tratta di una tecnica tradizionale, quella del ricamo, che viene rielaborata dall’artista con un approccio contemporaneo, per proporre nuove sperimentazioni artistiche.

Quale tempo trascorre tra le dita dell’artista? La risposta non è semplice e unisce arte, ricordi del passato (familiari e culturali) e concetti di fisica. Il momento del ricamo viene presentato come un’occasione per intrecciare il passato, il presente e il futuro, mediante un nodo imprevisto di ricordi ed emozioni.

Barbara Prenka, What time is it between my fingers?, 2025 installation view, A plus A Gallery, Venice, Courtesy the artist and A plus A Gallery, ph Clelia Cadamuro

Il tema della mostra si lega ai concetti delineati dalla filosofa Karen Barad, che concepisce una temporalità non lineare ma intrecciata. Barad fa riferimento a un passato non concluso che ritorna, e così accade anche per i lavori di Barbara attraverso la riproposizione di tecniche e oggetti del passato familiare, e più in generale della storia culturale del Kosovo, che utilizza per parlare del futuro. Questa operazione artistica prende forza dai fondamenti di fisica quantistica del matematico David Hilbert, con il fine di invertire il corso del tempo e di riutilizzare quindi una tecnica e alcuni materiali del passato per ricamare una forma artistica nuova, sfruttandone pienamente il potenziale creativo.

Barbara Prenka, Dudi, 2025, cotton fabric with holes, crocheted with synthetic yarn, velvet frame, 24 x 23 x 6.3 cm each, Courtesy the artist and A plus A Gallery, ph Clelia Cadamuro

L’opera che occupa lo spazio in vetrina, dal titolo Reunion with aunts and uncles, è esemplificativa dei concetti espressi fino a questo punto. Alla base di una installazione tessile circolare di colore viola, è posizionata un’opera video che presenta la zia, la madre e la nonna dell’artista mentre realizzano un particolare tipo di tappeti —i “Jani”, solitamente parte della dote di nozze— con una tecnica di ricamo tipica del Kosovo. L’influenza del paese natale, oltre al ricamo, si percepisce tramite i racconti delle donne sulla guerra combattuta in Kosovo dal 1998 di cui sono state testimoni. I quadri tessili appesi alle pareti riprendono l’atmosfera dell’installazione centrale e ripropongono frammenti di vita familiare. 

Un’installazione tessile site-specific, dal titolo Bouquet Bouquet, occupa la sala centrale attraverso un percorso ondulato che coinvolge fisicamente il visitatore. L’artista presenta alcune parti del corredo nuziale decorato dalla madre nel 1982, con un significato emotivo forte derivante anche dall’uso quotidiano dei tessuti. Una raccolta di centri e copriletti ricamati, realizzati dalle donne della famiglia dell’artista, che rappresentano tracce di un passato a cui Barbara dona una nuova essenza creando un viaggio tra i ricordi ma con uno sguardo sempre rivolto al futuro. 

Barbara Prenka, Bouquet bouquet, 2025, cotton wedding dowry hand-embroidered by the artist’s mother in 1982, site specific installation, environmental dimensions, Courtesy the artist and A plus A Gallery, ph Clelia Cadamuro

Anche la coperta dell’opera Cover me twice fa parte del corredo di famiglia: realizzata a mano nel 1960, viene qui riproposta con un inserto centrale in vetro e un’immagine che ripete i colori della coperta ma in una versione “pixelata”. La coperta, come tutti gli oggetti quotidiani, secondo la filosofia di Barad assume una funzione solo nel momento di contatto con il corpo umano. Questo è il concetto di intra-azione, ovvero l’idea secondo cui qualsiasi oggetto manifesta la propria funzionalità e un senso pratico solo tramite la relazione con un altro oggetto, o con un essere vivente. Così anche i tessuti di Barbara assumono un significato nuovo nella loro relazione reciproca o tramite il contatto con materiali nuovi, tessuti o disegni creati dall’artista. 

La nuova essenza degli oggetti familiari presentati e rilavorati da Barbara, si relaziona anche con i ricordi e le immagini passate che i tessuti portano con loro. Secondo questa visione, l’artista propone nell’ultima stanza l’opera ricamata The blindes of the dark is a touchable light, in cui ritorna la concezione di un tappeto appartenente alla vita familiare riproposto però con un tessuto in seta incorniciato e ricamato invece dell’artista, con un passaggio temporale dal 1980 al 2025 e quindi carico di un diverso vissuto rispetto alla persona che compie l’azione.

Barbara Prenka, Cover me twice, 2025, cotton and wool embroidery on canvas framed with museum glass installed on cotton and satin blanket handmade in Gjakova in 1960, 180×130 cm, Courtesy the artist and A plus A Gallery, ph Clelia Cadamuro

La personale di Prenka, dunque, si interroga sulla possibilità per le azioni compiute nel presente di poter modificare il passato e influenzare il futuro, offrendo una varietà di risposte attraverso le opere in mostra. L’esperienza del percorso espositivo sembra confermare proprio nel momento del ricamo la coesistenza tra il passato, il presente e il futuro. Le temporalità si influenzano a vicenda e ripropongono ricordi, valori e sperimentazioni con significati nuovi secondo il concetto di “diffrazione temporale”. 

In What time is between my fingers? si nota anche un’influenza dell’Arte Povera, non solo per il tipo di materiali utilizzati ma soprattutto per la concezione di opera d’arte modificabile, spontanea e in evoluzione nel corso del tempo. La riproposizione di valori culturali della storia familiare di Prenka e l’immersione tra le installazioni tessili permettono al visitatore di entrare in un percorso che, proprio grazie ai suoi ricami temporali, favorisce una rielaborazione affascinante di ricordi, momenti e immagini personali. 

Barbara Prenka, Reunion with aunts and uncles, 2023, video, 5’45” and fabric installation, Courtesy the artist and A plus A Gallery, ph Clelia Cadamuro.

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