18 giugno 2025

Il senso del tempo per Joseph Kosuth: opere dagli anni ’70 a oggi in mostra a Napoli

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Alla Galleria Lia Rumma di Napoli, una retrospettiva sintetica fa il punto sulla ricerca di Joseph Kosuth, dal 1971 a oggi: una lunga indagine esistenziale sul senso del tempo

Joseph Kosuth, The Question, veduta della mostra, Galleria Lia Rumma, Napoli, 2025, ph. Elisa Partenzi

Il tempo è un concetto affascinante, da sempre al centro dell’indagine umana, non solo artistica. Quanto sarà piena la mia vita? Quando morirò? O ancora, quando finirà il mondo? A questi interrogativi fa eco la mostra The Question, allestita nella sede napoletana della Galleria Lia Rumma: una breve ma intensa mostra retrospettiva dedicata alla ricerca di Joseph Kosuth, che in questi spazi aveva esposto per la prima volta già nel 1971, anno di fondazione della galleria.

Joseph Kosuth, The Question, veduta della mostra, Galleria Lia Rumma, Napoli, 2025, ph. Elisa Partenzi
Joseph Kosuth, The Question, veduta della mostra, Galleria Lia Rumma, Napoli, 2025, ph. Elisa Partenzi

Joseph Kosuth (1945, Toledo, Ohio) è tra i pionieri dell’arte concettuale. La sua lunga indagine sul rapporto tra linguaggio, significato e forma si è sviluppata attraverso installazioni, mostre museali, commissioni pubbliche e pubblicazioni in tutto il mondo. L’artista ha esplorato la natura linguistica dell’opera d’arte nei diversi contesti sociali, istituzionali, psicologici ed etnologici, ampliando radicalmente i confini del ruolo dell’artista.

Fin dagli esordi, il suo lavoro ha segnato una svolta: fare arte significava sì operare nel campo visivo, ma al contempo spostare il fulcro dell’opera verso una dimensione intellettuale, evidenziando l’aspetto concettuale. L’oggetto artistico si smaterializza e l’opera diventa essa stessa un segno, una manifestazione di senso.

Nei suoi lavori ricorrono elementi e materiali che assumono una valenza simbolica e ricorrono ciclicamente: citazioni di filosofi e intellettuali, stampe, fotografie, orologi e soprattutto il neon, che produce un forte impatto visivo ed emotivo.

Joseph Kosuth, The Question, veduta della mostra, Galleria Lia Rumma, Napoli, 2025, ph. Elisa Partenzi

L’opera di Kosuth è da sempre pervasa da una dimensione introspettiva e investigativa. Il tempo, in particolare, è un tema costante. La mostra ripercorre un arco produttivo che va dall’Ottava Investigazione (A.A.I.A.I.), proposizione 6 del 1971, fino alle installazioni con orologi e scritte al neon realizzate per la personale milanese del 2019, per culminare in un’opera concepita appositamente per questa esposizione.

Quest’ultima, collocata in fondo alla prima sala, s’intitola The Question (2025) e dà il titolo all’intera mostra. Si tratta di un grande orologio, impostato su un’ora scelta arbitrariamente, sopra il quale campeggia una scritta al neon: “Se nessuno facesse una domanda, quale sarebbe la risposta?”, citazione del 1928 della scrittrice americana Gertrude Stein. Una frase solo apparentemente paradossale, che invita lo spettatore a un’analisi interiore, a far emergere le domande silenziose che abitano la coscienza e che spesso restano inespresse.

Joseph Kosuth, The Question, veduta della mostra, Galleria Lia Rumma, Napoli, 2025, ph. Elisa Partenzi

La narrazione visiva di Kosuth ci ricorda quanto siamo piccoli rispetto all’immensità dell’universo: granelli di sabbia, gocce nell’oceano, atomi dispersi nello spazio. Siamo tutto e niente allo stesso tempo. Nella già citata Ottava Investigazione del 1971, una stanza accoglieva banchi con quaderni aperti, ciascuno sovrastato da un orologio: una mise en scène che suggeriva come ogni individuo sia portatore di un proprio significato e soggetto a un tempo finito.

In Illumination (Existential Time) #1, esposta anch’essa nel 2019 e presente in mostra, un serpente che mangia sé stesso evoca una pluralità di significati: la brutalità dell’uomo, l’ineluttabilità della morte, ma anche un simbolo di eterno ritorno. L’animale, nel suo gesto autodistruttivo, genera una forma di infinito. È il ciclo della vita, in cui la nascita implica inevitabilmente la morte, a prescindere dalla sua natura – benigna o maligna.

La vita, suggerisce Kosuth, è una fessura di luce tra due momenti di oscurità, come l’istante in cui la tendina della fotocamera si apre per il tempo stabilito dal fotografo. Sta a noi decidere quanto lasciare entrare quella luce, quanta intensità attribuire al tempo che ci è concesso.

Joseph Kosuth, The Question, veduta della mostra, Galleria Lia Rumma, Napoli, 2025, ph. Elisa Partenzi
Joseph Kosuth, The Question, veduta della mostra, Galleria Lia Rumma, Napoli, 2025, ph. Elisa Partenzi

Chiude idealmente il percorso una delle opere più emblematiche dell’artista, una delle sue Proto-investigazioni tautologiche: One and Three Rakes (1965). In questo caso, al posto della celebre sedia compare un rastrello. Ancora una volta, Kosuth ci confronta con la complessità del linguaggio e dei codici attraverso cui l’uomo comunica: un tema oggi più attuale che mai, considerata la proliferazione di media e tecnologie, e che lui aveva già affrontato radicalmente 60 anni fa.

Joseph Kosuth, The Question, veduta della mostra, Galleria Lia Rumma, Napoli, 2025, ph. Elisa Partenzi

La mostra di Joseph Kosuth sarà visitabile alla Galleria Lia Rumma di Napoli fino al 28 giugno 2025.

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