25 giugno 2025

La seduzione del colore, Andrea Solario e il Rinascimento, a Milano

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Nel cuore di Milano, il centralissimo Museo Poldi Pezzoli, fino al 30 giugno 2025 e in collaborazione con il Louvre, presenta "La seduzione del colore. Andrea Solario e il Rinascimento tra Italia e Francia"

La seduzione del colore. Andrea Solario e il Rinascimento tra Italia e Francia. Installation view, Museo Poldi Pezzoli. Ph. Nicola Colia

La seduzione del colore. Andrea Solario e il Rinascimento tra Italia e Francia è una mostra prestigiosa, preziosa e curata da Lavinia Galli (conservatrice del Museo) e Antonio Mazzotta (docente universitario di Storia dell’Arte). Attraverso 30 opere (provenienti da collezioni italiane, francesi e inglesi) articolate in tre sezioni, l’esposizione al Museo Poldi Pezzoli, grazie ad accurate indagini tecniche non invasive e scoperte scientifiche e ad alcuni capolavori restaurati permette, di riscoprire in occasione del cinquecentenario della sua scomparsa la geniale figura di Andrea Solario (1470 ca.-1524), pittore lombardo di nascita che nel periodo di formazione a Venezia si firma “Andreas Mediolanensis”.

Si tratta della prima monografica dedicata a questo artista (salvo nel 1985-1986 un’esposizione del Louvre sui dipinti di Andrea posseduti dal Museo) un po’ misterioso e capace di sedurre con il colore in un’epoca illustre (Leonardo da Vinci è da poco giunto a Milano da Firenze) per l’espressione artistica milanese e sforzesca. La mostra conferma la dimensione internazionale ab antiquo di una città come Milano in cui oggi la sinergia tra pubblico e privato continua a dare frutti eccellenti: Gian Giacomo Poldi Pezzoli (1822-1879) – intellettuale mecenate e patrono delle arti, progressista a tal punto da favorire la trasformazione della sua abitazione in Casa-Museo (inaugurata nel 1881) creando una Fondazione che conservasse e incrementasse le sue collezioni – non avrebbe potuto sperare di più!

Andrea Solario, Ritratto di donna, 1500-1505 circa. Tavola. Milano, Pinacoteca del Castello Sforzesco. Pinacoteca del Castello Sforzesco – Courtesy Comune di Milano/AlephComo 2024

Non sono molti i cenni biografici relativi ad Andrea Solario: nato forse a Milano da una famiglia di scultori e architetti originaria di Carona (affacciata sul lago di Lugano all’epoca facente parte del Ducato di Milano e vicina a cave di porfido rosso per cui ha dato i natali a scultori e architetti tra cui la dinastia dei Solari), vive con quattro fratelli e una sorella nei pressi della parrocchia di San Babila come testimonia nel 1481 il primo documento che li cita quando i genitori sono già scomparsi. Il fratello Cristoforo (detto “il Gobbo”) si forma praticando la scultura nella bottega degli omonimi cugini Solari e condivide la sua bottega con Andrea, che nel 1488 è citato da solo in un documento. Del 1495 è la prima traccia di Andrea a Murano come pittore di una pala, la Madonna con il Bambino tra san Giuseppe e san Simeone, nella chiesa di San Pietro Martire dove si firma appunto “Andreas Mediolanensis”.  Certo è che nelle “Vite” Giorgio Vasari lo definisce “pittore e coloritore molto vago” (aggettivo che all’epoca ha un significato più ampio comprendente ‘bello’, ‘ameno’) dai colori smaglianti che brillano di luce propria grazie all’avere attinto dai ‘grandi dell’epoca’ il meglio che esprime in ritratti di piccole e medie dimensioni.

L’esposizione che ha saputo sfruttare in modo esemplare lo spazio non così grande al pianterreno del Museo comprende 30 opere di cui 24 autografe e 6 confronti. L’unica scultura presente è le Grazie (1493-1494 ca.) dello scultore Cristoforo Solari, fratello di Andrea. Si sa da una lettera a papa Pio III che Cristoforo è stato sodale di Bellini, ma che invidie hanno fatto vacillare tale amicizia. Accanto a quest’opera c’è Nudo femminile (1500-1510 ca.), disegno del British Museum, nel ‘900 attribuito a Correggio e ora ad Andrea Solario per l’evidenza del confronto.

Lo studio Migliore+Servetto ha firmato il progetto di Exhibition e Graphic Design ambientale: un intervento che disegna un percorso fatto di accenti e pause, attraverso l’introduzione di quinte centrali inclinate e fondali a doppia inclinazione che abbracciano le opere in gruppi tematici, definendo così un ritmo di lettura e di significato rispetto al loro posizionamento. A far da protagonista il colore bordeaux: una cromia intensa che crea un contenitore-cornice avvolgente, dando vita a un effetto scatola nella scatola in cui immergersi.

Andrea Solario, Madonna con il Bambino (Madonna del cuscino verde), 1510 circa. Tavola (tela incorporata nella preparazione). Parigi, Museo del Louvre, Département des Peintures. Courtesy GrandPalaisRmn (musée du Louvre) / Michel Urtado

La sezione di Venezia presenta opere organizzate intorno alla Madonna dei gerani (1493-1494 ca.), prima opera di Andrea nell’ambito del tema leonardesco della Madonna dei fiori, nel passato attribuita con firma apocrifa a Bellini: accostata alla Madonna con il Bambino (1487-1490 ca.) di Giovanni Antonio Boltraffio, mostra maggiore vivacità nel colore e nello stile. La citata Madonna del 1495 è accostata a tre ritratti. Due di Andrea: Ritratto di giovane (1490-1494 ca.) a fondo scuro e Ritratto di uomo (1495 ca.) con sfondo paesistico e personaggio iperrealistico che suggerisce un carattere scostante e uno del Perugino che lo dipinge quasi con certezza nella città lagunare, Francesco delle opere (1494), mercante fiorentino che vive a Venezia.

L’alta qualità delle sue opere lo rendono prezioso e ricercato a tal punto che quando i Francesi nel 1500 entrano a Milano e scacciano gli Sforza, Andrea si lega ai vincitori e nel 1507 è inviato da Charles d’Amboise, governatore del ducato di Milano, in Normandia dove rimane circa tre anni e, oltre ad affrescare la Cappella del Castello di Gaillon (distrutto nel 1799 durante la Rivoluzione francese) di proprietà dello zio di Charles, il cardinale George d’Amboise, dipinge solo tavole. Resta incerta l’attribuzione al Maestro, come mostra il punto interrogativo, del Ritratto di Charles d’Amboise che nella mostra milanese domina la seconda sezione. Si lascia al visitatore scoprire le restanti opere e il problema delle copie firmate di capolavori quali la splendida Madonna del cuscino verde, copiatissima fin dal ‘500, cui il recente restauro ha eliminato la patina gialla restituendo lo splendore dei colori che comunque nascondono una simbologia: il verde del grande cuscino allude alla Passione di Cristo.

Andrea Solario, Ritratto di Gerolamo Morone, 1522 circa. Tavola. Collezione privata, fotodarte

La terza sezione è dedicata a Milano e alle sublimi opere dalla cromia intensa di Andrea Solario – prima e dopo l’esperienza francese – quali il magnifico Ritratto di donna (1500-1505 ca.) e il Ritratto del gran cancelliere Gerolamo Morone (1522 ca.).

La mostra si conclude con una rilettura pop di un capolavoro di Solario, cioè i tre Lady Gaga Portraits realizzati per una sua mostra personale al Louvre nel 2013 da Robert Wilson (artista teatrale e visuale) e concessi in prestito per la mostra: nei videoritratti della cantautrice americana il volto di Stefani Germanotta si fonde con la Testa del Battista di Solario.

Il catalogo dal titolo Andrea Solario Pittore del Rinascimento tra Italia e Francia, edito da Dario Cimorelli, fornisce elementi essenziali per approfondimenti su una mostra, frutto di due anni di lavoro e ricerca, cui il Louvre ha concesso sei opere di Andrea Solario mai uscite prima dalla Francia. Lo stesso dicasi per altri quattro capolavori che insieme ai sei del Louvre vengono esposti per la prima volta in Italia in una mostra che ha fatto vibrare la vita in opere spente dalla dimenticanza.

La seduzione del colore. Andrea Solario e il Rinascimento tra Italia e Francia. Installation view, Museo Poldi Pezzoli. Ph. Nicola Colia

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