05 novembre 2025

Le mostre da non perdere a novembre in tutta Italia

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L’appuntamento mensile dedicato alle mostre e ai progetti espositivi più interessanti di prossima apertura, in tutta Italia: ecco la nostra selezione per il mese di novembre

Stefano Graziani, Tuffatrice, Trieste, 2024

La Galleria Borghese. Da Raffaello a Bernini. Storia di una collezione, Complesso Monumentale San Francesco, Cuneo

(Attribuito a) Raffaello Sanzio, Ritratto di Uomo, 1502-1504. Olio su tavola
© Galleria Borghese. Ph. foto Mauro Coen

Con la mostra La Galleria Borghese. Da Raffaello a Bernini. Storia di una collezione, Fondazione CRC e Intesa Sanpaolo inaugurano un nuovo capitolo della collaborazione che dal 2022 porta a Cuneo grandi protagonisti della storia dell’arte. L’esposizione, a cura di Francesca Cappelletti e Ettore Giovanati, sarà visitabile al Complesso Monumentale di San Francesco dal 22 novembre 2025 al 29 marzo 2026, con il supporto organizzativo di MondoMostre. Il progetto consolida e rinnova – proiettandolo in un nuovo triennio – il ciclo di mostre avviato con I colori della fede a Venezia: Tiziano, Tintoretto, Veronese (2022), Lorenzo Lotto e Pellegrino Tibaldi. Capolavori dalla Santa Casa di Loreto (2023) e Canaletto, van Wittel, Bellotto. Il Gran teatro delle città (2024) grazie alla collaborazione tra Fondazione CRC − da sempre attiva nel sostegno e nella promozione di attività culturali finalizzate ad accrescere il ruolo e la riconoscibilità del territorio cuneese come centro di produzione artistica − e Intesa Sanpaolo − che con il Progetto Cultura esprime il proprio impegno per la promozione dell’arte e della cultura nel nostro Paese.

Marina Rheingantz. Rodamoinho – Anastasia Sosunova. Crossover, ICA

Marina Rheingantz. Installation of the painting Sand Storm over jacquard made from one of the artists watercolors

Dal 20 novembre al 7 marzo 2026 Fondazione ICA Milano, diretta da Alberto Salvadori, prosegue la sua programmazione autunnale con due mostre personali dedicate a Marina Rheingantz (Araraquara, Brasile, 1983) e Anastasia Sosunova (Ignalina, Lituania, 1993). Appartenenti a generazioni e geografie diverse, le artiste esplorano poeticamente i paesaggi della memoria attraverso la pittura (Rheingantz) e i cambiamenti di significato di codici e artefatti culturali contemporanei (Sosunova). I due piani della Fondazione ospitano Rodamoinho, personale di Marina Rheingantz a cura di Alberto Salvadori, che riunisce una selezione di dipinti astratti di nuova produzione. Nella project room prosegue il programma dedicato alle pratiche di giovani artisti internazionali attraverso la mostra Crossover di Anastasia Sosunova, a cura di Chiara Nuzzi. Qui una serie di opere realizzate tra il 2022 e il 2025 contribuisce a fornire un’accurata ricognizione della ricerca sviluppata dall’artista.

India. Di bagliori e fughe, PAC 

© Panjeri Artists’ Unio. India. Di bagliori e fughe, PAC, Milano

Curata da Raqs Media Collective e Ferran Barenblit, INDIA. Di bagliori e fughe è promossa dal Comune di Milano – Cultura, prodotta dal PAC e Silvana Editoriale e inserita nell’ambito dell’Olimpiade Culturale di Milano Cortina 2026. La mostra, in programma dal 25 novembre all’8 febbraio 2026, è concepita come un mosaico eterogeneo di scenari instabili e in trasformazione, in grado di restituire la complessità e le tensioni della società, indiana e globale. Un universo ricco e talvolta contraddittorio, narrato attraverso opere che spaziano dal disegno alla pittura, dalla fotografia alla videoarte fino alla performance. I lavori esposti incarnano sia la fragilità che la resilienza della vita collettiva, suggerendo bagliori di speranza, vie di fuga e altri futuri possibili.

INSOMNIA Bad trips and Broken Promises / Even Flowers Must Die, PAC

INSOMNIA Bad trips and Broken Promises / Even Flowers Must Die

INSOMNIA è il nome scelto dal duo italo-brasiliano, composto da Thiago Dezan e Infinite, per presentare la loro opera collaborativa. La mostra Bad trips and Broken Promises / Even Flowers Must Die, che sarà presentata al PAC 25 novembre all’8 febbraio 2026, affronta gli aspetti più urgenti e laceranti della nostra società attraverso una lente critica e politica. Indaga su come la cultura stessa operi in quanto istituzione e che troppo spesso legittima oppressione e repressione agli occhi degli individui. Le opere esposte spaziano dalla fotografia alla pittura e alle video-installazioni. Immagini di una crudezza brutale — molte delle quali create originariamente per scopi giornalistici — assumono una nuova dimensione, evocando l’indicibile, il trascurato e il residuo persistente di ciò che viene sopportato. Questi lavori documentano la realtà con una potente immediatezza, catturando al contempo le risposte irrequiete e istintive della mente mentre essa si sforza di comprenderla.

Chiharu Shiota. The Moment the Snow Melts, MUDEC

Chiharu Shiota. The Moment the Snow Melts, 2025

MUDEC anticipa la mostra del prossimo febbraio (Il senso della neve) con l’installazione site-specific di Chiharu Shiota, The Moment the Snow Melts, visitabile dal 19 novembre al 28 giugno 2026. L’installazione trasforma lo spazio dell’agorà in un paesaggio evanescente composto da fili che scendono a piombo dal soffitto, in mezzo ai quali fluttuano biglietti e fogli di carta contenenti nomi di persone che hanno fatto parte delle nostre vite ma che, per i motivi più diversi, non ci è più possibile incontrare. La nevicata sospesa di Chiharu Shiota vuole essere per il pubblico uno spazio di meditazione, dove percepire la presenza nell’assenza. Utilizzando la precarietà della neve come metafora, l’artista riflette infatti sulle relazioni umane e su come queste inevitabilmente iniziano e finiscono con il trascorrere del tempo, lasciandoci spesso sentimenti di frustrazione e tristezza.

Jack Vettriano. Museo della Permanente

Jack Vettriano, The Singing Butler, 1992

Dal 20 novembre al 25 gennaio 2026, il Museo della Permanente ospita una retrospettiva dedicata a Jack Vettriano, artista scozzese molto amato e apprezzato dal pubblico italiano e internazionale per le sue opere dal gusto cinematografico e malinconico. La mostra, curata da Francesca Bogliolo, organizzata da Chiara Campagnoli, Deborah Petroni e Rubens Fogacci di Pallavicini s.r.l., in collaborazione con Jack Vettriano Publishing e il coordinamento di Beside Arts, propone oltre 80 opere, tra cui otto olii su tela, una serie di lavori su carta museale a tiratura unica, il ciclo di fotografie scattate nello studio dell’artista da Francesco Guidicini, ritrattista ufficiale del Sunday Times, le cui creazioni sono presenti alla National Portrait Gallery di Londra e un video in cui Vettriano parla di sé e della sua evoluzione stilistica.

Simona Caramelli. Out of dust – Albert Pinya. Semper quæro, Fondazione Mudima

Albert Pinya. Semper quæro, Fondazione Mudima, Milano

Fondazione Mudima apre, dal 7 novembre al 16 dicembre, due nuove mostre personali. Out of dust, di Simona Caramelli, presenta diverse sculture inedite  appartenenti al ciclo chiamato Rhákhis, concepito dall’artista nel 2025. Queste opere a parete si dispongono intorno a un ideale perno centrale costituito dall’installazione di cinque grandi carte del ciclo a#  sospese nello spazio della Fondazione, la cui superficie argentata e lavorata dall’artista svela un mondo sottostante fatto di interstizi, grovigli, sprofondamenti e spazi mediani tra la luce e il buio. Semper quæro di Albert Pinya, tra gli artisti maiorchini della sua generazione con la più rilevante proiezione internazionale. La sua figurazione  è astratta tanto quanto la sua astrazione è figurativa. La mostra offre un immaginario libero da ogni gerarchia, che accompagna Pinya fin dalle sue prime opere e con il tempo è diventato più tagliente e diretto.

Formae – La promessa del bello, Gaggenau DesignElementi Hub 

Formae – La promessa del bello. Courtesy Cramum e Gaggenau Design Elementi

Fino al 19 dicembre Gaggenau DesignElementi Hub ospita Formae – La promessa del bello, mostra collettiva a cura di Sabino Maria Frassà che riunisce le opere di Carla Tolomeo, Lorenzo Gnata, Franco mazzucchelli eFulvio Morella. Gli artisti, già protagonistidelle precedenti tappe di Milano, Firenze, Napoli e Verona, nterrogano il rapporto tra materia e forma a partire dai nuovi forni Expressive e Minimalistic di Gaggenau, scintilla e punto di partenza per una riflessione sulla responsabilità estetica e sul valore della cura.

Matt Mullican That Person’s Heaven, Palazzo della Ragione, Bergamo

Matt Mullican, Hypnosis Performance, 10 July 2011, Haus der Kunst

Nello storico Palazzo della Ragione di Bergamo, The Blank presenta That Person’s Heaven, mostra personale di Matt Mullican, a cura di Stefano Raimondi. Il titolo della mostra fa riferimento a That Person, un personaggio specifico che Mullican incarna durante le sue sessioni ipnotiche, un alter ego che non coincide pienamente con l’artista, ma che ne abita il corpo e ne usa la voce. È un’entità che si esprime con gesti infantili, con un linguaggio apparentemente privo di filtro, a tratti caotico, a tratti sorprendentemente lucido. E proprio in stato di ipnosi è realizzata l’opera che nella sua totalità si presenta come una monumentale griglia quadrata di 16×16 metri, composta da trentadue lavori di uguali dimensioni, realizzati metà in bianco e nero e metà in rosso.

ArtDate, Bergamo

Andrea Zambelli, Farebbero Tutti Silenzio, 2001. Still da video

Dal 13 al 16 novembre 2025 torna ArtDate, il Festival di arte contemporanea organizzato da The Blank in intesa culturale con il Comune di Bergamo. L’evento è sostenuto da Regione Lombardia e dal Comune di Bergamo, ed è stato inoltre riconosciuto per la sua qualità dal circuito EFFE – Europe for Festivals, Festivals for Europe, dal 2020 è accreditato anche come Green Fest. La 15° edizione di ArtDate propone una serie di percorsi espositivi, talk, performance, conferenze, proiezioni e laboratori esplorando il tema del SILENZIO, inteso nelle sue più ampie sfaccettature: assenza di parole, rumori e suoni, comunicazione, sacralità, condizione interiore, meditazione, incomunicabilità, il nulla in filosofia, il vuoto in fisica, lo zero in matematica, annullamento delle facoltà intellettive, quiete esteriore ed interiore.

Mysteria Light Festival, Brescia

Mysteria 2024 nella foto installazione luminosa al festival spettacoli Brescia 25/10/2024. Ph. Matteo Biatta

Alla sua seconda edizione, il festival in programma dal 6 al 10 novembre trasforma mura possenti, torri e gallerie in una scenografia unica dove la fantasia incontra il fascino dell’antico. Installazioni luminose, videomapping e light show accompagneranno il pubblico in un viaggio tra racconti e personaggi dell’Odissea, uno dei più grandi poemi epici della storia, in uno spettacolare itinerario composto da sette installazioni luminose che permetterà di vivere un’affascinante esperienza tra letteratura, tecnologia e spettacolo.

Material for an exhibition. Storie, memorie e lotte dalla Palestina e dal Mediterraneo, Museo di Santa Giulia

Dina Mattar, The Peace, opera rimasta sotto le macerie di Gaza durante i bombardamenti del 2023

Material for an Exhibition, omaggia l’opera Material for a Film di Emily Jacir e richiama la pluralità di linguaggi – installazioni, video, fotografie, pittura, disegni – che s’incontrano in mostra, ma anche le difficili condizioni materiali in cui lavorano molti artisti, spesso segnate dalla perdita di opere, archivi, luoghi della memoria e storie tramandate da chi non c’è più. In programma dall’8 novembre al 22 febbraio 2026, curata da Sara Alberani e promossa dal Comune di Brescia e dalla Fondazione Brescia Musei, la mostra riunisce opere di artisti provenienti da zone di conflitto, in particolare dalla regione mediorientale oggi segnata da divisioni e frammentazioni – da Gaza alla Cisgiordania fino al Libano – come Mohammed Al-Hawajri, Dina Mattar, Emily Jacir e Haig Aivazian, che propongono una visione che va oltre la dicotomia vittimismo/criminalizzazione nella quale rischia di cristallizzarsi il discorso pubblico intorno alla causa palestinese e, più in generale, al contesto mediorientale e mediterraneo e intende sottolineare il valore dell’arte come mezzo per difendere e consolidare legami di solidarietà tra le diverse geografie del Mediterraneo.

Vashish Soobah. Chez Moi, Platea Palazzo Galeano

Vashish Soobah, Perles Fannè par tous

Chez moi, personale dell’artista Vashish Soobah, è in programma dal 14 novembre al 10 gennaio 2026 nello spazio di Platea | Palazzo Galeano. In occasione del quarto episodio di Nine Out Of Ten Movie Stars Make Me Cry, a cura di Gabriella Rebello Kolandra, Vashish Soobah porta a Lodi una nuova produzione realizzata appositamente per Platea. Il titolo della mostra richiama i numerosi bar e ristoranti disseminati sul territorio mauriziano – terra di origine della famiglia Soobah – che utilizzano nei propri nominativi la formula “Chez”, eredità linguistica del periodo coloniale francese e letteralmente “casa di”. La mostra si articola in un nuovo lavoro video, realizzato dall’artista nel 2025 durante un periodo trascorso a Mauritius, e da un’installazione site-specific che ridefinisce la funzione di Platea durante l’intera durata del progetto. Il progetto prende avvio da una storia familiare, quella di un cugino la cui traiettoria personale incarna il vissuto diasporico, per costruire un’estetica del frammento in cui la dimensione intima e quella collettiva si sovrappongono, facendo della casa una condizione soggettiva più che geografica.

Il paese di dopodomani, AR/GE Kunst

Il paese di dopodomani, Ar/Ge Kunst, Bolzano

Dal 22 novembre al 14 febbraio 2026 Ar/Ge Kunst presenta Il paese di dopodomani, una mostra che esplora la possibilità di immaginare futuri non immediati, a fianco a chi ne sarà protagonista. Curata da Francesca Recchia, Emma Snædis Recchia, Zasha Colah e Francesca Verga, la mostra che riunisce le opere di Stefano Graziani, Lorenzo Tugnoli e Aziz Hazara diventa un terreno di relazioni, una pratica politica e umana di lungo respiro, un intreccio di affetti e responsabilità che si sviluppano nel tempo, come una trama che cresce silenziosamente ma con costanza. Il titolo è stato scritto da Recchia insieme a sua nipote, Emma Snædis Recchia, quattro anni, che co-cura la mostra, e allude a un tempo altro, né il presente né un futuro utopico ma l’intervallo del “dopodomani”: un orizzonte in cui la responsabilità verso gli altri si coltiva come un seme sottoterra, invisibile ma vitale.

Sonia Leimer / Christian Kosmas Mayer. What we carry, MUSEION

Sonia Leimer, 8, 2025. 42 Olympic torches (Courtesy Olympic Aid and Sport Promotion Project Association). Courtesy of the artist and Galerie nächst St. Stephan Rosemarie Schwarzwälder. Installation view, What We Carry, Museion, 13.11.2025–29.03.2026. Photo: Lineematiche – Luca Guadagnini

Dal 13 novembre al 29 marzo 2026 Museion presenta What We Carry, una mostra che intreccia l’arte contemporanea con i valori fondamentali delle Olimpiadi Culturali di Milano Cortina 2026: inclusione, sostenibilità ed eredità. Con opere e ricerche inedite di Sonia Leimer e Christian Kosmas Mayer, e una straordinaria collezione di 42 torce olimpiche (1936–2024), il progetto indaga come il design e il simbolismo di questi oggetti si intreccino con temi di potere, visibilità ed eredità culturale. What We Carry evoca il modo in cui questi valori vengono trasmessi di mano in mano – proprio come le torce stesse – creando un’eredità vivente in cui arte e sport si incontrano. Al centro dell’installazione, l’ampio allestimento ideato da Sonia Leimer presenta una scultura lunga cinquanta metri a forma di simbolo dell’infinito, che richiama una pista di atletica e funge da piedistallo per le torce olimpiche, prestate da Olympic Aid and Sport Promotion Project. Questo display scultoreo, dinamico e suggestivo, trasforma le torce in una riflessione sulla continuità e il cambiamento, e sui valori in evoluzione dei Giochi Olimpici.

Sport. Le sfide del corpo, Mart

Fabrizio Ferri, Untitled #4 (serie ERA), dicembre 1995. Courtesy l’artista. Crediti fotografici: Fabrizo Ferri

Fino al 22 marzo 2026, un percorso tematico lungo più di due millenni e mezzo, con oltre 300 opere d’arte antica, moderna e contemporanea, celebra la dimensione più straordinaria del corpo umano. Sport. Le sfide del corpo, pensata in occasione dei Giochi Olimpici e Paralimpici invernali di Milano Cortina 2026 e curata da Antonio Calbi, direttore dell’Istituto italiano di cultura di Parigi, e Daniela Ferrari, approfondisce la produzione moderna e contemporanea, ponendo in dialogo prestigiosi prestiti, provenienti da collezioni pubbliche e private, e capolavori appartenenti alle Collezioni museali. Nel percorso, suddiviso in 8 sezioni tematiche, trovano spazio anche numerosi documenti, oggetti, trofei, fotografie, illustrazioni, pubblicità, secondo quella prospettiva multidisciplinare che da sempre caratterizza il Mart.

Terry Atkinson. L’artista è un motore di significati, Ca’ Pesaro

Terry Atkinson. L’artista è un motore di significati, Ca’ Pesaro

Curata da Elisabetta Barisoni ed Elena Forin, la mostra Terry Atkinson. L’artista è un motore di significati – in programma dal 15 novembre all’1 marzo 2026 – presenta alcune fasi cruciali del lavoro di Terry Atkinson, che nel 1968 ha fondato, insieme a David Bainbridge, Michael Baldwin e Harold Hurrell, Art & Language, un gruppo che intende dare voce alla necessità di mettere in discussione pratiche e rappresentazioni consolidate del sistema dell’arte. Da più di sessant’anni Atkinson lega le dinamiche della storia dell’uomo a quelle dell’estetica, intrecciando le tensioni del comporre a quelle dell’individuo e del suo agire. In questa prospettiva tutta la sua opera è una mappa che disvela gli stretti legami tra immagini, simboli e testi. Tra le sue serie più note, oltre a Enola Gay, ai Grease Works, alle Goya Series e ad American Civil War, sono visibili nell’esposizione le potentissime carte della serie Russell e un ampio corpus di disegni degli anni ‘60.

Gastone Novelli (1925-1968), Ca’ Pesaro

Gastone Novelli (1925-1968), Ca’ Pesaro

Gastone Novelli, a cura di Elisabetta Barisoni e Paola Bonani, e on la collaborazione di Archivio Gastone Novelli, rende omaggio all’artista a cento anni dalla nascita con una ricognizione completa del suo percorso di ricerca attraverso la raccolta delle opere più significative presenti nelle collezioni pubbliche e private italiane. La mostra è anche un’occasione per raccogliere i frutti dei più recenti e importanti studi dedicati all’artista, primo fra tutti il Catalogo generale delle opere di pittura e scultura pubblicato nel 2011 dall’Archivio Gastone Novelli di Roma in collaborazione con il Mart – Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, che nel 1999 aveva presentato l’ultima grande antologica a lui dedicata da un’istituzione pubblica, dopo quella realizzata nel 1988 dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Il percorso raccoglie circa sessanta opere e pone l’accento sul periodo più intenso della produzione di Novelli, dal 1957 al 1968, e si arricchisce di una selezione di materiale documentario per mettere in evidenza l’intensa vita intellettuale dell’autore, i suoi interessi molteplici – rivolti soprattutto alla letteratura – e le relazioni che coltivò costantemente con amici artisti, intellettuali e scrittori.

MUNCH. La rivoluzione espressionista, Centro Culturale Candiani, Mestre

MUNCH La rivoluzione espressionista, Centro Candiani, Mestre, foto Nico Covre

Ideata da Fondazione Musei Civici per il Centro Culturale Candiani, dove è in programma fino all’1 marzo, MUNCH. La rivoluzione espressionista racconta l’uomo del suo tempo, che vive e lascia un segno nella società. Il percorso prende l’artista come guida di una nuova avventura di scoperta dell’arte del nostro tempo, in un viaggio attraverso le collezioni civiche della Galleria Internazionale d’Arte Moderna – dove sono conservate quattro opere grafiche Edvard Munch AngosciaL’urna, La fanciulla e la morte, Ceneri – nel segno della rivoluzione espressionista.

CARATTERI. Calligrafia e tipografia: Corea del Sud e Stati Uniti, Museo Correr

CARATTERI. Calligrafia e tipografia: Corea del Sud e Stati Uniti, Museo Correr

La mostra CARATTERI, parte della rassegna East West Calligraphy al Museo Correr nel 2025, riunisce quattro artisti da Corea del Sud e Stati Uniti in un rinnovato dialogo tra culture e alfabeti. Il filo conduttore di questa edizione è la scrittura fonetica, con l’Hangeul coreano e l’alfabeto latino come protagonisti. I simboli alfabetici appaiono come una danza astratta o una sequenza di segni musicali nelle eleganti opere di Kim Doo Kyung, Kang Byung-In e lo statunitense Thomas Ingmire che trasformano la calligrafia in un gesto meditativo, attraverso la traccia del segno umano. A confronto il lavoro a stampa con caratteri mobili di Amos Paul Kennedy jr. che rivela in tutta la potenza e capacità di trasmettere contenuti diretti e potenti. Arricchita dal raffronto con documenti antichi conservati dalla Biblioteca del Museo, la mostra in programma dall’8 novembre all’11 gennaio 2026 celebra, una volta di più, la scrittura come ponte tra Oriente e Occidente.

Giorgio de Chirico. L’ultima Metafisica, Palazzo dei Musei, Modena

Giorgio de Chirico. L’ultima Metafisica, Palazzo dei Musei, Modena

Modena rende omaggio  a una delle figure più imponenti e seminali dell’arte italiana e europea del XX secolo, Giorgio de Chirico, con un’importante mostra in programma dal 29 novembre dino ad aprile 2026. La mostra, curata da Elena Pontiggia, promossa dal Comune di Modena in collaborazione con Silvana Editoriale e la Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, riunisce una cinquantina di opere del Maestro, provenienti proprio dalla Fondazione romana: un’occasione straordinaria per riscoprire l’ultima stagione creativa dell’artista, intensa e sorprendente, nella quale de Chirico torna ai suoi temi più celebri – i manichini, le Piazze d’Italia, gli enigmi sospesi tra sogno e memoria – reinventandoli con un linguaggio nuovo, più ironico e luminoso.

La costruzione della città moderna: gli archivi degli architetti del ‘900 a Reggio Emilia, Palazzo da Mosto

Cooperativa Architetti e Ingegneri Reggio Emilia. Grattacielo di Reggio Emilia, 1953. Foto di Renzo Vaiani © Biblioteca Panizzi – Reggio Emilia

Dedicata ai grandi architetti che, nel corso del Novecento, hanno contribuito a costruire e trasformare la città di Reggio Emilia, la mostra La costruzione della città moderna: gli archivi degli architetti del ‘900 a Reggio Emilia ripercorre l’evoluzione urbana della città attraverso progetti, fotografie e disegni che offrono uno sguardo approfondito sugli archivi lasciati dai principali protagonisti dell’architettura e dell’urbanistica reggiana del secolo scorso. Il percorso, curato dagli architetti Giordano Gasparini e Andrea Zamboni, prevede l’esposizione di progetti provenienti dagli archivi della Biblioteca Panizzi con disegni originali di Guido Tirelli, Pietro Cavicchioni, Prospero Sorgato, Carlo Lucci, Osvaldo Piacentini e della Cooperativa Architetti e Ingegneri e Antonio Pastorini, a cui sono aggiunte, grazie alla disponibilità degli eredi, gli archivi di Eugenio Salvarani e Enea Manfredini.

Graphic Japan. Da Hokusai al Manga, Museo Civico Archeologico

Fujiwara no Yasumasa suona il flauto al chiaro di luna, Tsukioka Yoshitoshi, 1883, trittico di stampe, silografia policroma (nishikie), Museo d’Arte Orientale E. Chiossone, Comune di Genova

Dal 20 novembre  al 6 aprile 2026, Bologna ospita Graphic Japan. Da Hokusai al Manga, una grande mostra dedicata all’evoluzione della grafica giapponese dal periodo Edo ai giorni nostri. Curata da Rossella Menegazzo con Eleonora Lanza, l’esposizione presenta oltre 250 opere tra stampe, libri, manifesti, katagami e oggetti d’arte. Articolata in quattro sezioni – Motivi di Natura, Volti e Maschere, Calligrafia e tipografia, Giapponismo – la mostra racconta lo sviluppo del segno grafico nipponico dalle stampe ukiyo-e ai manga, passando per poster d’artista, design, moda, cinema e fumetto. Un viaggio che testimonia la capacità della cultura visiva giapponese di rinnovarsi nel tempo senza perdere la propria identità.

Luigi Ghirri. Polaroid ‘ 79 – ’83, Centro Pecci

Luigi Ghirri, Modena dalla serie Polaroid-Still Life (1980) ©Eredi di Luigi Ghirri

Luigi Ghirri. Polaroid ’79 – ’83, a cura di Chiara Agradi e Stefano Collicelli Cagol e in programma dal 22 novembre al 10 maggio 2026, propone un’ampia selezione di polaroid scattate da Ghirri tra il 1979 e il 1983. Realizzata in collaborazione con la Fondazione Luigi Ghirri, si tratta della prima mostra in Italia interamente dedicata al lavoro su polaroid del fotografo italiano del secondo dopoguerra più conosciuto al mondo. All’epoca, l’azienda Polaroid gli aveva garantito una vasta fornitura di pellicole e macchine, avvicinandolo all’utilizzo della fotografia a sviluppo istantaneo. Tra il 1980 e il 1981 Ghirri è invitato ad Amsterdam, nell’allora sede europea dell’azienda, per provare la Polaroid 20×24 Instant Land Camera, capace di scattare in poco più di un minuto istantanee extra large. Le polaroid, piccole e grandi, restituiscono un Ghirri inedito. Da un lato, il fotografo che alla fine degli anni ‘70, dopo un decennio di rigoroso controllo concettuale e tecnico delle proprie fotografie, accoglie l’aleatorietà che la fotografia istantanea offre e la possibilità di vedere immediatamente il risultato dell’immagine. Dall’altro il fotografo che, lontano dalla sua Emilia, ricostruisce il suo mondo di oggetti e stratificazioni di memoria altrove, disponendo alcuni oggetti selezionati in Italia e portati in Olanda in valigia davanti all’apparecchio fotografico.

PAESI MIEI. Storie e gesti di Una Boccata d’Arte, Manifattura Tabacchi 

Giuseppe Abate, “Lu Gallu”, Altidona, Marche. Ph Matteo Natalucci. Opera realizzata con il sostegno di Fondazione Elpis nell’ambito di Una Boccata d’Arte 2025

Fondazione Elpis presenta in collaborazione con Toast Project la mostra collettiva Paesi miei. Storie e gesti da Una Boccata d’Arte. Realizzata con il supporto di Manifattura Tabacchi che la ospita presso i suoi spazi a Firenze la mostra è visitabile gratuitamente dal 6 novembre al 21 dicembre 2025. La mostra porta per la prima volta fuori dalla sede di Fondazione Elpis, nel cuore della città di Milano, il grande patrimonio raccolto nel corso di queste sei edizioni e, in coerenza con lo spirito che anima Una Boccata d’Arte, nasce grazie a una rete di collaborazioni con altre realtà vocate al contemporaneo, all’interno di un nuovo paesaggio relazionale. Il progetto espositivo trasferisce negli spazi recentemente ristrutturati dell’Edificio B12 le opere, originariamente concepite per piazze, strade e caratteristiche architetture disseminate lungo il paesaggio italiano, da alcuni degli artisti che hanno preso parte alla sesta edizione: Giuseppe Abate, Roberto Casti, Adele Dipasquale, Gabriele Ermini, Bibi Manavi, Qeu Meparishvili e Aiko Shimotsuma. A questa selezione si affianca l’intervento-archivio di Atelier Tatanka che mappa i sei anni del progetto.

Andro Eradze. Bones of Tomorrow, Palazzo Strozzi + IED Firenze

Dal 20 novembre al 25 gennaio 2026 Fondazione Palazzo Strozzi e IED Firenze, presentano Bones of Tomorrow, la prima personale istituzionale in Italia dell’artista georgiano Andro Eradze. Il progetto riunisce una selezione di video, fotografie e installazioni concepite appositamente per due sedi: il Project Space di Palazzo Strozzi e l’ex-Teatro dell’Oriuolo, sede di IED Firenze. Pensata come un percorso unitario tra i due spazi la mostra invita a esplorare l’immaginario visivo di Eradze in cui il tempo scorre in più direzioni, il rapporto tra causa ed effetto scompare e le immagini si caricano di un carattere enigmatico. Curata da Arturo Galansino, la mostra esplora proprio questa tensione tra permanenza e trasformazione, in cui l’assenza diventa parte integrante della presenza e i resti si intrecciano con ciò che deve ancora accadere. Frutti in decomposizione, recinzioni acuminate, fiori e animali in fiamme raccontano una realtà inafferrabile, in costante mutamento, dove diversi piani temporali si sovrappongono e ogni forma di vita si trasforma in un’altra.

Lo Schermo dell’arte, Firenze

Randa Maroufi, Les Intruses

La 18^ edizione dello Schermo dell’Arte torna a Firenze dal 12 al 16 novembre, con un focus dedicato all’artista Randa Maroufi, nelle cui opere –  video, fotografia e installazione – adotta un approccio politico alla rappresentazione dei corpi negli spazi pubblici e alle questioni di genere di cui porta alla luce i meccanismi fondanti. I suoi film, spesso sviluppati in stretta collaborazione con specifiche comunità a cui è legata, impiegano effetti speciali e altri espedienti formali che alterano la percezione del tempo, dello spazio e del movimento. Di Maroufi, artista che ha partecipato a VISIO 2022, verranno presentati cinque film realizzati tra il 2015 e il 2025, tra cui L’MINA, ambientato nella città mineraria di Jerada, vincitore del Leitz Cine Discovery Prize for Short Film alla Semaine de la Critique dell’ultimo Festival di Cannes. Il programma prevede tante prime italiane e anche modniali, insieme a un appuntamento di virtual reality con Valentina Furian e Claudia Losi che si cimentano per la prima volta con la tecnologia della realtà virtuale indagando il rapporto tra esseri umani, animali, ambiente e sistemi alimentari.

Mimmo Paladino. Antologica, Galleria Nazionale dell’Umbria

Mimmo Paladino, Senza titolo, 2006. Alluminio. Collezione privata by SIAE

Dall’8 novembre al 18 gennaio 2026, la Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia, la Rocca Albornoz di Spoleto e Palazzo Ducale di Gubbio ospitano un’ampia antologica di Mimmo Paladino, curata da Costantino D’Orazio, Direttore dei Musei Nazionali di Perugia, e Aurora Roscini Vitali, storica dell’arte della Galleria Nazionale dell’Umbria, in collaborazione con l’artista stesso. La rassegna alla Galleria Nazionale dell’Umbria  documenterà, attraverso un nucleo di oltre 40 opere provenienti da musei pubblici italiani e stranieri e da importanti collezioni private, l’intera attività dell’autore campano, a partire dalle sperimentazioni fotografiche degli anni ‘70, con il ritorno alla figurazione negli anni ‘80 del secolo scorso, raccontando tutti i principali temi affrontati nel corso di cinquant’anni di attività, con un’attenzione particolare ai lavori di grande formato e alla pittura che invade lo spazio. La mostra sarà l’occasione per riflettere sul rapporto tra Paladino e l’Arte Povera, con una incursione nelle relazioni tra l’artista e i maestri americani della Pop Art, come Robert Rauschenberg, sull’eterogeneo bagaglio di riferimento dell’artista e sull’originalità delle sue scelte espressive.

Matteo Costanzo. CTRL+Z, Musei Civici Palazzo Buonaccorsi

Matteo Costanzo, CTRL+Z, 2025

L’Associazione Amici di Palazzo Buonaccorsi e il Comune di Macerata, Macerata Musei, Macerata Culture insieme alla Regione Marche e la Fondazione Carima, sono lieti di annunciare il conferimento del Premio Pannaggi/Nuova Generazione 2025 all’artista Matteo Costanzo, protagonista della personale CTRL+Z/ che sarà allestita dal 28 novembre al 29 marzo 2026, con il patrocinio dell’Università di Macerata, dell’Accademia di Belle Arti e del Comune di Recanati. A cura di Paola Ballesi, la personale CTRL+Z di Matteo Costanzo, si articola come un percorso immersivo e concettualmente vibrante che invita il pubblico a riflettere sulle tensioni e le fragilità dell’epoca contemporanea. L’artista, attraverso collage, sticker-painting, video loop e installazioni, costruisce un universo visivo in cui la materia stessa della comunicazione – immagini, parole, icone, frammenti di informazione – viene decostruita e ricomposta in nuove forme di senso. Nel dialogo con le opere storiche della collezione, la ricerca di Matteo Costanzo costruisce un contrappunto visivo e concettuale: da un lato la compostezza e la solidità architettonica della pittura del passato, dall’altro la mobilità, la frammentazione e la mutevolezza della percezione contemporanea. È un confronto fertile e provocatorio, in cui l’artista interroga la relazione tra memoria e oblio, permanenza e transitorietà, stabilità e caos, invitando il pubblico a riconoscere in questa tensione l’essenza stessa del nostro tempo.

Rosa Barba. Frame Time Open, MAXXI

Installation view of Rosa Barba: The Ocean of One’s Pause, on view in the Kravis Studio at The Museum of Modern Art, New York, from May 3 through July 6, 2025. Photo: Peio Erroteta © Rosa Barba

Frame Time Open, in programma da 28 novembre all’8 marzo 2026 e curata da Francesco Stocchi, celebra il lavoro dell’artista e filmmaker Rosa Barba, la cui pratica destabilizza i termini concettuali dello spazio cinematografico. L’esposizione, come uno spartito pensato appositamente nello spazio di Zaha Hadid, abbraccia oltre due decenni e riunisce una selezione di alcune delle opere scultoree e dei film più significativi di Barba, includendo un nuovo film in 35mm e una nuova scultura. Barba ha dedicato anni a una pratica cinematografica espansa che esplora la luce, la trasparenza e la riflessione, animate attraverso una struttura installativa site-specific che è al tempo stesso un disegno nello spazio e una struttura di supporto.

Marcello Maloberti. POESIAMuseo Nazionale Etrusco di Villa Giulia 

Marcello Maloberti, Ritratto, 2020. Fotografia di T-Space Studio. Courtesy l_artista e Galleria Raffaella Cortese

Negli spazi esterni del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma – che ha sede nella Villa Rinascimentale voluta da Papa Giulio III, amante delle arti e della bellezza – dal 7 novembre al 6 febbraio 2026, l’artista Marcello Maloberti presenta POESIA, a cura di Cristiana Perrella, un’installazione luminosa, ideata appositamente per il museo. L’opera, come un’apparizione, si inserisce silenziosamente nella monumentalità del luogo, illuminando l’architettura con un ribaltamento, una parola capovolta che sembra caduta dal cielo creando una vertigine visiva che invita a leggere la realtà con occhi nuovi. L’arte del resto, come la poesia, agisce come dispositivo di disorientamento e rivelazione. La mostra sarà anche l’occasione per presentare il nuovo libro di Maloberti, edito da Treccani, anch’esso intitolato POESIA, in cui le sue celebri frasi scritte a mano, conosciute come“Martellate”,si presentano ora come atti poetici.Nel libro l’artista mette in atto una rinnovata modalità di scrittura, affrontando temi legati al sacro, al mistico e al divino, in una continua ricerca dell’Alto. Le poesie, come frasi oscure continuamente in cerca di senso e significato, irrompono sulla pagina bianca alternando umori e registri formali differenti. Il volume, in lingua italiana e francese, riporta le traduzioni di Jean-Paul Manganaro.

Amore chiama colore, Fondazione D’Arc

PASCALE MARTHINE TAYOU ‘Plastic Tree’ 2014/2015, branches, plastic bags, variable dimensions. Art Basel Unlimited, 2015. Copyright: © ADAGP, Paris. Photo: Andrea Rossetti

Amore chiama colore in programma dall’8 novembre al 31 gennaio 2026 alla Fondazione D’Arc, prende come paradigma di riflessione un’opera in collezione, Amore chiama colore IV (1956) di Piero Dorazio, che diventa il punto di partenza per un percorso in cui la natura del colore è indagata non solo nelle sue proprietà tecniche, ma anche come fatto scientifico, simbolo culturale, scelta politica, o estensione di uno stato emotivo.  La mostra collettiva, a cura di Giuliana Benassi, esplora il ruolo del colore attraverso una selezione di nuove acquisizioni, a cui si affiancano opere già presenti nella collezione e opere di artisti appositamente invitati. Gli artisti in mostra sono José Angelino, John Armleder, Pablo Atchugarry, Monia Ben Hamouda, Ross Bleckner, Giacinto Cerone, Michela de Mattei, Federica Di Carlo, Piero Dorazio, Alfonso Fratteggiani Bianchi, Genuardi/Ruta, Samuel Nnorom, Odili Donald Odita, Tadasky, Pascale Marthine Tayou, Giulio Turcato, Austin Young.

Ville e giardini di Roma. Una corona di delizie, Museo di Roma Palazzo Braschi

Gaspar Van Wittel, Veduta di Castel Sant’Angelo e del Vaticano dai Prati di Castello (1682-88; tempera su pergamena; Roma, Musei Capitolini, Pinacoteca Capitolina, Archivio Fotografico dei Musei Capitolini) © Roma, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali

Con Ville e giardini di Roma. Una corona di delizie – in programma dal 21 novembre al 12 aprile 2026 – il Museo di Roma presenta lo sviluppo dell’arte dei giardini dal XVI alla seconda metà del XX secolo ripercorrendone la storia fino alla loro trasformazione in giardini pubblici “per i piaceri del popolo”. Attraverso 190 opere, tra dipinti e vedute, in molti casi inedite, è possibile conoscere l’aspetto originario di ville e giardini oggi scomparsi o totalmente rimaneggiati. Le opere esposte mostrano la fortuna dei giardini romani nell’immaginario pittorico, il loro utilizzo come fondale scenografico per feste, per celebrazioni e per esibizioni del potere. Tra le opere più significative si citano le molte rappresentazioni di Villa Borghese, certamente la più amata e frequentata dagli artisti, o di Villa Medici, che i pensionnaires predilegevano come soggetto. Interessante è anche la selezione di dipinti dedicati a ville scomparse, come Villa Ludovisi o Villa Montalto Peretti, che permettono al visitatore di comprendere l’enorme perdita di un patrimonio di arte e natura.

Stefano Graziani. Reality Show | Archisatire. Una controstoria dell’architettura, Teatro dell’Architettura, Mendrisio

Stefano Graziani, Natura morta con pappagalli, Studio Mumbai, Mumbai, 2018

Il Teatro dell’architettura Mendrisio (TAM) dell’Università della Svizzera italiana (USI) presenta dal 14 novembre al 29 marzo 2026 due mostre promosse dall’Accademia di architettura dell’USI. STEFANO GRAZIANI. Reality Show, a cura di Francesco Zanot, che offre una riflessione sullo statuto della fotografia contemporanea, attraverso una selezione di fotografie – alcune preesistenti e altre inedite – che dialogano tra loro senza riferirsi a un unico tema. Architetture, oggetti, natura, città e persone compaiono nelle sue fotografie senza mai imporsi come soggetti dominanti, ma come elementi di una trama complessa e stratificata. ARCHISATIRE. Una controstoria dell’architettura, a cura di Gabriele Neri in collaborazione con la Biblioteca dell’Accademia di architettura, esplora l’incontro tra satira e architettura attraverso caricature, vignette, fotomontaggi, cartoons, filmati e altre forme d’espressione. Le immagini esposte, spesso concepite per l’effimera vita di giornali e riviste e dirette a un pubblico allargato, rappresentano un originale strumento critico che testimonia l’impatto dell’architettura sulla vita quotidiana, così come il ruolo culturale e sociale della satira e dell’ironia.

Saul Steinberg, Chest of Drawers Cityscape, 1950. Morgan Library & Museum, New York; dono di The Saul Steinberg Foundation
© The Saul Steinberg Foundation/Artists Rights Society (ARS), New York.

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