10 maggio 2025

Leggere (e costruire) il mondo come un diagramma: la ricerca dello studio AMO/OMA alla Fondazione Prada di Venezia

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Diagrammi e infografiche non sono solo un modo per ordinare dati, ma una visione a 360 gradi su un momento storico. Con queste premesse lo studio fondato da Rem Koolhaas porta a Venezia una mostra da osservare con attenzione

Immagine della mostra “Diagrams: A Project by AMO/OMA” Fondazione Prada, Venezia Foto: Marco Cappelletti Courtesy: Fondazione Prada

La comunicazione visiva dei dati — avvenga essa attraverso pubblicazioni, infogrammi, immagini digitali o video— non è solo una modalità di comprendere lo sfaccettato universo che ci circonda, ma anche un modo per influenzarlo, manipolarlo, trasformarlo e costruirlo. E, nel tempo della sovrabbondanza visiva, ciò diventa essenziale. È questa la premessa che soggiace all’esposizione Diagrams, un progetto dello studio AMO/OMA (fondato da Rem Koolhaas) che troverà spazio nelle sale del Settecentesco palazzo di Ca’ Corner della Regina (Fondazione Prada) fino al prossimo 24 novembre.

Attraverso una selezione di oltre 300 oggetti, Diagrams non si limita a raccogliere esempi di rappresentazione visuale del mondo: si interroga, piuttosto, su cosa significhi rendere visibile, su quali sono le logiche che presiedono a questa selezione, e su come la forma visiva agisca come vettore di potere, sapere, e norma.

Immagine della mostra “Diagrams: A Project by AMO/OMA” Fondazione Prada, Venezia Foto: Marco Cappelletti Courtesy: Fondazione Prada

I diagrammi, inoltre, permettono di comunicare dettagliatamente un’ampia serie di fenomeni, declinati in mostra in nove grandi temi principali: Ambiente costruito, Salute, Disuguaglianza, Migrazione, Ambiente naturale, Risorse, Guerra, Verità e Valore. Come sottolinea infatti lo stesso Koolhaas: «Il diagramma non solo esiste di default in qualunque nuovo medium, ma è applicabile a qualunque ambito della vita umana: la moda, la religione, come anche la storia delle diseguaglianze sociali possono essere interpretate sotto forma di diagramma».

Ciò si declina nell’estrema varietà di medium e immagini presentati in mostra: manoscritti thailandesi del XX secolo sull’arte della guerra, dettagliate rappresentazioni di organi umani, le stupende analisi di Philippe Rekacewicz sui più recenti flussi migratori e mappe temporali rappresentanti “il disegno salvifico di Dio”. Queste e molte altre rappresentazioni si susseguono nelle vetrine appositamente concepite da OMA, per una visione d’insieme di quelli che sono i temi che più danno forma alla nostra contemporaneità.

Immagine della mostra “Diagrams: A Project by AMO/OMA” Fondazione Prada, Venezia Foto: Marco Cappelletti Courtesy: Fondazione Prada

Particolarmente interessante, in questo contesto, è la sezione dedicata alla migrazione, che sottolinea come questo fenomeno non solo sia estremamente naturale e congenito a molte delle specie con cui condividiamo questo pianeta, ma anche qualcosa che da sempre caratterizza la storia umana. Appare presto chiaro, confrontando questo agli altri capitoli della mostra, come questi fenomeni siano tra loro intrecciati, in un influenzarsi continuo. Guerra e risorse, disuguaglianze e fluttuazioni economiche; sono, questi, tutti temi che si legano indissolubilmente tra loro.

Degni  di nota sono, poi, gli studi e le infografiche del sociologo afroamericano W.E.B. Du Bois (1868 – 1963), presentati per la prima volta all’Esposizione Universale di Parigi del 1900. Pioneristici dal punto di vista della rappresentazione visiva, questi lavori costituiscono anche delle preziose testimonianze della condizioni di vita della popolazione Black degli Stati Uniti nel periodo a cavallo tra XIX e XX secolo. Rivelano dunque come la visualizzazione sia anche atto di resistenza: un modo per affermare l’esistenza politica della comunità afroamericana.

Immagine della mostra “Diagrams: A Project by AMO/OMA” Fondazione Prada, Venezia Foto: Marco Cappelletti Courtesy: Fondazione Prada

A conclusione della mostra, un approfondimento sul tema della guerra esplora non solo la rappresentazione delle guerre napoleoniche, strategie di invasione e capacità belliche, ma anche come i diagrammi possono essere utilizzati per approfondire le devastazioni delle guerre contemporanee, fino a restituire l’orrore del genocidio che Israele sta perpetrando nei confronti del popolo palestinese. I danni provocati dai bombardamenti, nella loro rappresentazione diagrammatica, perdono ogni retorica e si fanno pura evidenza numerica.

Così Diagrams non si limita a visualizzare il mondo: lo prefigura, lo interpreta, lo interroga. Non offre risposte definitive, ma sollecita uno sguardo critico sulla genealogia delle immagini che strutturano la nostra esperienza del reale. In un’epoca in cui la trasparenza dei dati è spesso confusa con verità oggettiva, la mostra ci ricorda che ogni diagramma è anche una costruzione culturale, ideologica, politica. E forse è proprio questo il suo merito più grande: non tanto mostrare come vediamo il mondo, ma perché lo vediamo così — e cosa potremmo cominciare a vedere, se cambiassimo le regole del disegno.

Immagine della mostra “Diagrams: A Project by AMO/OMA” Fondazione Prada, Venezia Foto: Marco Cappelletti Courtesy: Fondazione Prada

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