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Gli spazi del Baglioni Hotel Luna di Venezia ospitano Gold is God, la nuova collezione di opere dell’artista Michele Dal Bon. Intrecciando tradizione e avanguardia, le sue sculture reinterpretano capolavori dell’arte antica e moderna attraverso la lente del Cubismo, arricchendoli con dettagli in foglia d’oro 24 kt e un sofisticato uso della luce LED.
Tra i lavori esposti, la Golden Pietà, la Nike – Νίκη, rivisitazione cubista della Nike di Samotracia, e Golden Thinker, omaggio al Pensatore di Rodin, ma anche Amore e Psiche – φιλία, ispirata al capolavoro di Antonio Canova. «In greco, φιλία (philia) non si limita a significare amicizia, ma rappresenta un amore profondo e disinteressato, più potente e duraturo dell’Eros», dice Dal Bon, raccontando come «In quell’abbraccio tra Amore e Psiche, ho colto l’essenza di due anime destinate a incontrarsi e a condividere un legame che va oltre il desiderio: un’unione eterna, simbolo di un amore che vive per sempre».
L’ispirazione tra Venezia e Parigi
Il percorso di Dal Bon prende avvio dall’infanzia trascorsa a Venezia, città dove l’artista è nato, nel 1966, entrando subito in stretto contatto con il lavoro del padre, un innovatore nel trattamento dei metalli preziosi. La passione per l’oro nasce in un laboratorio galvanico, dove l’artista impara a riconoscere «Il profumo della foglia d’oro».
Un viaggio giovanile a Parigi accende in lui l’interesse per il Cubismo e le Avanguardie, portandolo a immaginare un dialogo ideale tra Picasso e i grandi maestri della scultura antica. Questo legame tra Venezia e Parigi, tra la storia millenaria e le innovazioni moderne, si riflette in opere che reinterpretano monumenti storici e miti universali.
L’oro come ponte simbolico
La biografia di Michele Dal Bon rivela un percorso eclettico e ricco di influenze: dalla formazione in storia dell’arte e oreficeria all’esperienza nel design del vetro di Murano, con la specializzazione negli oggetti in vetro di Carlo Scarpa, alla gioielleria e alla passione per l’antiquariato, fino alla collaborazione con il teatro La Fenice e il Fuori Salone di Milano. Questo bagaglio multidisciplinare si traduce in una capacità peculiare di combinare artigianato, tecnologia e sperimentazione artistica.
Elemento centrale del lavoro di Dal Bon è l’oro, simbolo di eternità e trascendenza. In dialogo con l’antica tradizione veneziana e la sua esperienza nell’oreficeria, l’artista utilizza la foglia d’oro per donare alle sculture una dimensione senza tempo. Una sacralità amplificata dalla luce LED, che crea giochi di riflessi e trasparenze.