07 febbraio 2020

Nel delicato mondo di Lola Schnabel, in mostra per Nomad St Moritz

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In occasione di Nomad St Moritz, una piccola personale di Lola Schnabel, che ci fa entrare nel suo mondo fatto di reminiscenze dadaiste e presenze eteree

Lola Schnabel per Nomad St Moritz

«Entering a house should be like the sensation of entering a mouth which will close behind you», Eileen Gray. Occorre considerare l’intervento di Lola Schnabel presentato da Musegallery a Nomad St Moritz nella sua totalità. Niente è accidentale in questo suo interno. A partire dalla serie di lavori su carta, volutamente ridotta nel numero e nelle dimensioni. Due ritratti di Andrée Putman ed Eileen Gray tracciano il perimetro di una piccola mostra di rara intensità, quasi fossero i punti periferici sulla pianta espansa della sua morfosi immaginaria. La soggettività dell’artista è il punto di ancoraggio, in un mondo fluttuante che ricorda quello liquido e sensuale dell’Ukyio-e giapponese. Un distillato di rituali magici interamente dedicato alla costruzione di presenze spirituali intemporali e proteiformi.

Her Voice riporta inconsciamente al colore unico di Andrée Putman, attraverso l’immaterialità evocata dal ricordo della sua voce. Sullo sfondo, il sofisticato pattern bianco e nero dei suoi carreaux e altri piccoli elementi di design che affiorano come gli oggetti delle vanitas, carichi di significati psicologici. In Study of Lady Gray, Lola Schnabel opera nel ritratto un passaggio alchemico cruciale, organizzando una splendida quadreria, intorno alla figura di Eileen Gray. La pittura quasi segreta della designer negli anni ‘30 fu una profezia sugli esiti di tanta arte astratta a venire.

Per Lola Schnabel è il subconscio espanso della sua pittura, la materia prima su cui intervenire con risonanze armoniche che affiorano costantemente. Interior (2020) è un lavoro dalle suggestioni picabiane, nel quale il torso di donna riecheggia il provocatorio softcore dell’artista Dada franco-cubano, completato con sovrapposizioni cromatiche e da un viatico tipico dei diagrammi esoterici. A map for a magic lamp ruota attorno alla presenza scultorea di un oggetto misterioso, ha la profondità dei feticci ancestrali e ne rievoca la sensualità nel delicato passaggio al pantheon surrealista. Pisolino è un bellissimo sogno dai colori pastello e introduce nell’universo di Lola Schnabel un delicato omaggio alla testa reclinata di Brancusi, in una versione eterea e femminile. Sintesi di sinergie introspettive si manifestano in The Miracle, dove l’unicità compositiva attiva l’energia di una campitura bianca, contenuta in un’azione di fluidi comunicanti. È la persistenza retinica di un lampadario della sua infanzia.

Lavori eloquenti nei quali la definizione di senso lascia apparire il design come elemento in filigrana. Come in Spirit Theater o Heroic Fantasy, le reminiscenze di una pioniera del contemporaneo come Sophie Taeuber Arp reinserita in un dialogo con il contemporaneo. Con i suoi magnifici acquarelli, Lola Schnabel entra deliberatamente in conversazione con elementi più strutturati. Decontracted è il tavolo disegnato dalla madre, Jacqueline Schnabel, che può essere pensato come una scultura, mentre alcune campiture autoriali che ha tracciato sulle lampade dell’Atelier Biagetti, lasciano che l’energia della sua pittura definiscano uno spazio totale saturo di personalissima sensibilità.

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