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Testuale, la parola come immagine: cinque maestri della ricerca verbovisiva in mostra a Vasto
Mostre
di redazione
Tra gli anni ’60 e ’70, la ricerca artistica iniziava a decostruire il potere del linguaggio nella comunicazione e nell’immagine: l’uso di scritte, cancellature e giochi verbali diventava uno strumento critico per riflettere su politica e società. Da questo contesto, la cui eredità ancora oggi è vitale, prende le mosse Testuale, mostra visitabile fino al 19 aprile 2025 alla galleria Sangallo Fine Art di Vasto. Curata da Lorenzo Madaro, la mostra richiama idealmente l’omonima esposizione del 1979 alla Rotonda di via Besana a Milano e riunisce le opere di Alighiero Boetti, Mario Ceroli, Emilio Isgrò, Salvo e Ben Vautier. Un’occasione per rileggere il dialogo tra parola e immagine attraverso alcune delle voci più incisive del panorama artistico del secondo Novecento, offrendo nuovi spunti di riflessione sulla forza espressiva del linguaggio nel contesto dell’arte contemporanea.

I cinque artisti in mostra, pur provenendo da esperienze e contesti differenti, condividono una ricerca che pone la parola al centro del discorso artistico, indagandone la forza espressiva e concettuale. Alighiero Boetti, con i suoi celebri arazzi ricamati in Afghanistan, trasforma il linguaggio in una trama visiva in cui lettere e colori si intrecciano in un gioco concettuale e poetico. Mario Ceroli, scultore e sperimentatore di materiali, integra la parola nelle sue opere come elemento plastico e segnico, all’interno di una ricerca che sfugge a etichette e correnti.

Un altro protagonista è Emilio Isgrò, che ha fatto della cancellatura un atto creativo e concettuale, rivoluzionando il rapporto tra testo e immagine e ridefinendo il significato stesso del linguaggio visivo. L’ironia e l’affermazione perentoria caratterizzano invece le lapidi di Salvo, che attraverso la parola evocano narrazioni dense di rimandi alla storia dell’arte e alla propria poetica. Infine, la mostra si conclude con Ben Vautier, la cui opera, carica di umorismo e profondità, invita il pubblico a interrogarsi sui grandi temi dell’arte e dell’esistenza.

L’esposizione è accompagnata da un catalogo pubblicato da Manfredi Edizioni, con un testo critico di Lorenzo Madaro, curatore della mostra e docente di Storia dell’arte contemporanea presso l’Accademia di Belle Arti di Brera.
