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Tra mondi interiori e paesagggi urbani: la doppia anima del disegno in mostra a Roma
Mostre
A Journey Inward – Urban Rumors è la collettiva ospitata dalla Galleria Gilda Lavia di Roma e visitabile fino al 28 novembre 2025. Sotto alla curatela di Lorand Hegyi, la mostra riunisce diversi artisti che affrontano il tema del disegno. Le opere di Ruth Barabash, Anya Belyat Giunta, Heo Chanmi, Elzévir, Aron Gàbor, Allison Hawkins- Marine Joatton, Felice Levini, Christoph Mayer, Marina Paris, László László Révész e Johann Julian Taupe sono allestite negli spazi della galleria, cercando di privilegiare un doppio filone narrativo.
La mostra si articola in due diversi capitoli: A Journey Inward è, infatti, dedicata ad una visione personalistica e intima del disegno, utilizzato come testimonianza di pratiche interiori ed emblema di uno spazio soggettivo e profondo. Attraverso il tratto più o meno marcato, valorizzato da colori e impressioni, le opere degli artisti assumono la rivendicazione di una riflessione autentica e segreta, unico sfogo di un bisogno di ricerca personale.
Lorand Hegyi ha voluto ricercare, in questa sezione, tutta la soggettività della narrazione contemporanea e la relativa difficoltà di una visione unica. Il curatore approccia a visioni secondarie, segnando così un passaggio verso l’universo intimo dell’io profondo. La sensibilità del tratto, esattamente come nel caso della scrittura, rivela i segreti dell’animo, portando con sé contenuti che sarebbe difficile descrivere a parole.

Urban Rumors si concentra sulla città e sulle sue contraddizioni intrinseche che vi si incontrano. Tra strutture urbane e luoghi vissuti, il nostro comportamento muta profondamente, influenzato dai segni esteriori in cui siamo immersi. Fermamente consapevoli che il luogo incida sul carattere e sul temperamento, queste visioni trasferiscono su carta le diverse percezioni della realtà tangibile. Se da una parte, infatti, il contesto urbano si presenta con tutta la sua concretezza, dall’altra viene caratterizzato da strutture parallele e non coerenti. Visioni intuitive e non sempre attinenti alla realtà, frutto di una complessa pratica di decodificazione dell’ambiente intorno a noi.

A Journey Inward – Urban Rumors come indicato già dal titolo, si delinea dunque attraverso un’area dedicata al macro cosmo e una al micro cosmo. Questo duplice mondo può essere ricondotto alla distinzione voluta da Saussure di Langue e Parole. Se lo spazio in cui viviamo potrebbe essere assimilato alla Langue, intesa come sovrastruttura e sistema che regola la nostra esistenza, la Parole è la modalità con cui noi codifichiamo e raccontiamo il mondo, ognuno secondo la propria visione soggettiva.
Per questa edizione la Galleria Gilda Lavia ha voluto concentrarsi sul disegno, pratica spesso ritenuta secondaria ma utile, invece, a esprimere concetti personali. Il disegno viene riconosciuto nella sua dimensione creativa e esistenziale, come medium di trasmissione di sentimenti ed emozioni. È inoltre da considerarsi come pratica di ricerca artistica, rivalutata nel panorama contemporaneo.

Lorand Hegyi ha voluto presentare una gamma di artisti su più latitudini. Così, l’opera di Ruth Barabash (Petah Tikva, Israele, 1963) domina nella la sua poetica esistenziale, presentando figure che fluttuano solitarie dal fondo del foglio ed emergono silenziose, senza alcuna pretesa di narrazione. Le sue immagini sono simboli solitari che smantellano ogni riferimento a possibili storie reali e continuative. Profondamente inquieti sono anche i personaggi di Marine Joatton (Parigi, 1972). Con i loro contorni fluttuanti e vibranti, le immagini chiedono spazio al supporto cartaceo. Senza rassegnarsi ad una confinazione liminare, vivono con profili fiammeggianti sulla carta. I soggetti di Joatton appartengono ad un universo turbante fatto di frammenti di animali, parti di piante, figure pressanti che guardano dritto allo spettatore.

Privi di narrazione sono anche gli elementi che affollano i disegni di Johann Julian Taupe (Gritschach, Austria, 1954), in cui la dinamica narrativa è interrotta da figure geometriche, fratture interiori capaci di alterare la continuità del disegno. Allison Hawkins (USA, 1978) individua il rapporto tra uomo e animale proponendo figure sospese, spesso coinvolte della stessa espressività degli umani. Attraverso l’uso di matita e acquerello, l’artista conferisce grande potere meditativo alle immagini. Il cosmo poetico di Anya Belyat Giunta (1975, San Pietroburgo) è invece dominato da figure oniriche, disegnate con la matita e completate dall’acquerello, capaci di grandi trasporti interiori.

Di notevole interesse anche i disegni di Marina Paris (Sassoferrato, 1965) che riflette su un’estetica delle città future e futuribili, a metà tra uno scenario possibile e una proiezione fantastica. In questo caso il segno e l’uso sapiente della matita generano stupore. Felice Levini (Roma, 1956), invece, con opere sempre dominate dall’eterna lotta tra ordine e disordine, crea immagini armoniche su cui dominano i colori del verde e del blu.

Sabato, 22 novembre alle ore 17, presso la Galleria Gilda Lavia, sarà presentato il catalogo di A Journey Inward-Urban Rumors, curato da Lorand Hegyi ed edito da Silvana Editoriale.

















