09 luglio 2022

Perugia riparte dalla Galleria Nazionale dell’Umbria

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Dopo un anno di lavori, il museo del capoluogo umbro riapre i battenti con un nuovo allestimento che mette al centro il Perugino e una nuova sezione dedicata all’arte contemporanea. Guardando ai giovani

Galleria Nazionale dell'Umbria, ph. Marco Giugliarelli

Non solo tradizione, ma spazio anche alla contemporaneità. Questa è la nuova veste della Galleria Nazionale dell’Umbria che riapre i battenti dopo un anno di lavori, facendo così tornare accessibile al pubblico un’istituzione di livello nazionale, il cui patrimonio è suggellato, in larga parte, dalla collezione di opere del Perugino: la più ampia al mondo, che raccoglie ben 23 capolavori del genius loci del Cinquecento, 15 delle quali sono oggi esposte nella rinnovata Galleria, accompagnata però da quelle di altrettanto pregio che spaziano da Gentile da Fabriano al Beato Angelico fino a Piero della Francesca.

Galleria Nazionale dell’Umbria, ph. Marco Giugliarelli

Ma nel nuovo percorso espositivo all’interno del più ampio Palazzo dei Priori, dove la Galleria convive con l’amministrazione comunale di Perugia, l’opera della tradizione viene accompagnata da una nuova area dedicata al contemporaneo, sfruttando l’esperienza nella conservazione del patrimonio. Per una vera e propria apertura verso nuovi orizzonti, sempre nel rispetto della tradizione umbra: nell’ultima sala del Palazzo si possono quindi trovare i più grandi artisti umbri contemporanei, come Gerardo Dottori, in mostra con il celebre Tramonto lunare, Leoncillo, o il più vicino Alberto Burri, di cui sono presenti il cellotex Bianco Nero del 1971 e Nero.
Ma le novità ci sono anche riguardo alle collezioni della tradizione. E, più in dettaglio, proprio in riferimento al Perugino, in vista delle ormai imminenti celebrazioni per il cinquecentenario dalla morte dell’artista, con il programma “Perugino500”, con la creazione di due sale monografiche dedicate al più grande maestro umbro, da alcuni ritenuto addirittura “il meglio maestro d’Italia”, come lo ricordava Agostino Chigi al suo tempo. E oggi il Perugino si vede dedicare due spazi ad hoc, molto più ampi e vari rispetto ai precedenti sette ambienti ospitati dalla Galleria prima del restyling: nel primo, posizionato al secondo piano, si trovano le opere più significative degli ultimi venti anni di attività, tra le quali spicca l’affresco appena restaurato grazie al contributo di Generali. Mentre nel secondo, salendo al terzo piano, si possono ammirare gli esordi dell’artista e i lavori della prima maturità, che gli consentono di imporsi sul panorama artistico nazionale fino ad arrivare a decorare la Cappella Sistina.

Galleria Nazionale dell’Umbria, ph. Marco Giugliarelli

Il nuovo allestimento della GNU (a firma di Daria Ripa di Meana e Bruno Salvatici con il supporto di Maria Elena Lascaro) è stato finanziato per 5 milioni dal Fondo Sviluppo e Coesione nel 2016 e consente ai visitatori di poter godere delle opere in maniera molto semplice e intuitiva, in tutte le 39 sale sviluppate in ordine cronologico e tematico. Tra le novità, l’inserimento di lavori recentemente acquisiti o recuperati dai depositi, fino a comodati fortuitamente recuperati come i disegni preparatori dell’Adorazione dei pastori di Perugino, arrivati da due fratelli eredi di una collezionista di Gubbio e recuperati da polverose cornici e rotoli d’oltreoceano. A coronare il nuovo percorso espositivo sono alcune integrazioni fornite dal progetto multimediale di Magister Art, che propone approfondimenti inediti su una parte del patrimonio museale attraverso sette monitor che mostrano dettagli della Pala di Santa Maria dei Fossi di Pinturicchio.

Galleria Nazionale dell’Umbria, ph. Marco Giugliarelli

Accanto ad alcune opere musicali, con accompagnamento tratto direttamente dalle opere. “L’impostazione del nuovo allestimento nasce dall’esigenza di rendere il museo più accogliente”, spiega Marco Pierini, direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria. “Sentiamo spesso parlare di accessibilità dei musei, ma non è la stessa cosa di essere accoglienti. Ritengo l’accessibilità, infatti, un requisito minimo: mentre voler essere accoglienti significa proporre un percorso logico e facilmente comprensibile, con una proposta chiara e semplice. Offrendo ai visitatori anche spazi e sedute che permettano una permanenza migliore”. Per le stesse ragioni, la Galleria ha deciso anche di snellire la collezione in mostra, passando dall’esposizione di 260 opere alle attuali 220, con le restanti 80 pronte nei depositi per poter sostituire all’occorrenza i “vuoti” creati dai futuri prestiti. Ma ha anche installato finestre che filtrano i riflessi solari ed elaborato delle piattaforme espositive mobili con ruote invisibili e un’anima in alluminio per le opere di grandi e medie dimensioni (72 in totale), realizzate dall’architetto beneventano Riccardo D’Uva.

Galleria Nazionale dell’Umbria, ph. Marco Giugliarelli

Tutto questo, contribuisce a creare il nuovo volto della Galleria Nazionale dell’Umbria, che il direttore punta a diffondere anche e soprattutto tra i giovani: sfruttando anche le reti dei social, con una campagna create per l’occasione legata all’hashtag #artedellirriverenza che ha coinvolto profili popolari come il celebre Lercio e altri. Provando a sfruttare anche gli eventi musicali e, in particolare, i concerti locali offerti dal celebre festival di Umbria Jazz, o al più giovane festival rock Umbria che spacca, oltre al più classico Trasimeno Music Festival. Ed è proprio in questo ulteriore obiettivo che potrebbero giocare un ruolo importante l’apertura al contemporaneo operata con la nuova sezione. Per una nuova sfida, che si aggiunge a quella ormai vinta di restituire alla comunità locale un patrimonio come quello della Galleria, riaprendone le porte al pubblico.

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