16 gennaio 2003

decibel_ascoltàti Keith Fullerton Whitman – ‘Playthroughs’ (CD, kranky, 2002)

 
Rumorismi da vecchi videogame, melodie malinconiche, atmosfere rarefatte d'alta montagna. Sound art da ascoltare (e ri-ascoltare) con generosità...

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Keith F. Whitman è un giovane compositore che incide per varie etichette sotto pseudonimi diversi, il più noto dei quali è Hrvatski. Se sotto falso nome l’americano ci propone una strana miscela di rumorismi da vecchi videogame fantascientifici per schede sonore a 8 bit, melodie malinconiche violentate da furibondi breakbeat, improbabili riff per laptop generation, sotto il suo nome di battesimo ci offre una musica di una rarefazione e di una fragilità che sfiora l’ambient e il minimalismo digitale più introverso degli ultimi anni. Keith usa la chitarra alla maniera del primo Fennesz, elaborando i suoi molteplici suoni via laptop, tralasciando però le asperità dell’austriaco e concentrandosi maggiormente sulla produzione di un suono più morbido, soffuso e dispersivo. Ci troviamo di fronte a pura drone music prodotta in maniera quasi “accademica” (Whitman dice di aver utilizzato particolari algoritmi di stampo IRCAM, oltre ad altre numerose tecniche di processo del suono), ma rivalutata in un’ottica emotiva e ipersensibile, alla maniera di Rafael Toral, lasciandoci quasi immaginare possibili paesaggi gassosi e quieti. Le lenti “emersioni” di strati di suoni, sempre in bilico tra un glitch fragile e modulazioni microtonali, formano ritmi gentili e quietamente ossessivi, quasi a descrivere un passaggio di stato da ghiaccio a vapore all’altezza di centomila metri dal suolo. Le tracce contenute in questo album svelano un’intima bellezza, che necessita di un ascolto attento e generoso per essere colta nelle sue sfumature più lievi, perché da queste ultime è radicalmente costituita. Dopo aver ascoltato la traccia conclusiva di Playthroughs, intitolata modena, si rimane un attimo fermi a pensare a ciò che si è riuscito a cogliere di quell’esperienza, ma anche, tristemente, a tutto ciò che è rimasto fuori, con la voglia irresistibile di premere il tasto repeat e dedicare un altro ascolto puro e assoluto, tale da rendere il rumore della valvola di aerazione del pc, un assordante e doloroso peso per le orecchie.

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alessandro altavilla

[exibart]

2 Commenti

  1. sarebbe utile magari inserire anche dei dati relativi al cd recensito. In primis i credits, poi il prezzo, la distribuzione. Insomma, qulche notizia in più non dispiacerebbe. Grazie e buon lavoro.

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