28 novembre 2023

Una meraviglia di leggere danze: al concerto della Filarmonica della Scala

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Quando la storia incontra la musica: l’ultimo concerto della stagione della Filarmonica alla Scala è un viaggio emozionante tra Bartók e Rachmaninov, Nixon e Mao

Edward Hopper, Reclining Nude, immagine scelta a corredo del brano di Bàrtok nel libretto di sala

L’ultimo concerto della stagione della Filarmonica della Scala, il 20 novembre 2023, è stato una meraviglia. Direttore del concerto è Vasily Petrenko, classe 1976, di origine russa naturalizzato britannico. Colpisce il suo volto aperto al sorriso, lo sguardo chiaro, il gesto elegante, flessuoso e pulito, la sua capacità di “danzare la musica”, sentendola e facendola sentire a chi la suona e di conseguenza al pubblico rapito. Ha concepito un programma originale le cui connessioni non banali hanno creato una trama fluida e armoniosa.

concerto filarmonica scala
FILARMONICA Vasily Petrenko Teatro alla Scala Milano 20 novembre 2023 © Andrea Veroni

Il primo brano di James Adams è Foxtrot for Orchestra ed è subito danza sorridente, un muover di capo degli orchestrali, un batter di piedi silenzioso al ritmo pressante del suono antesignano dello swing. La storia del brano è assolutamente fantastica, da raccontare. L’American Composers Orchestra e il National Endowment for the Arts commissionano ad Adams una partitura per celebrare un evento storico di portata mondiale: l’incontro tra Mao e Nixon del 1972. Già fa pensare a leggerezza che il disgelo tra i due Paesi sia stato frutto della “politica del ping pong”. In piena guerra fredda, Nixon, capo del blocco liberalista, fautore della guerra in Vietnam, incontra in Cina, Mao Tze Tung, capo del regime comunista responsabile degli eccidi della Rivoluzione Culturale e dei “campi di rieducazione”, eufemistico termine per campo di concentramento. L’incontro è il preludio alla “realpolitik” di stampo Kissinger-Chou En Lai che porterà alla integrazione della Cina comunista nel sistema politico e commerciale occidentale e a essere una delle attuali maggiori potenze.

concerto filarmonica scala
FILARMONICA Vasily Petrenko Teatro alla Scala Milano 20 novembre 2023 © Andrea Veroni
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FILARMONICA Vasily Petrenko Teatro alla Scala Milano 20 novembre 2023 © Andrea Veroni

Quale modo migliore, dunque, per celebrare l’incontro del ‘72 se non un musical di stampo americano? 15 anni dopo l’appuntamento di Pechino, viene rappresentato Nixon in China. In scena, la signora Pat Nixon (che in realtà si chiama Thelma) balla al suono del Foxtrot con il presidente Mao e il novello Richard-Fred Astaire volteggia con la non più accigliata Jiang Qing che per far sbocciare 100 fiori – La Rivoluzione culturale in Cina fu lanciata dalla moglie di Mao, con il motto “Che 100 fiori sboccino” – ha portato alla morte decine di milioni di persone.

Fa sorridere la coincidenza che la leggerezza del brano sia magistralmente condotta da un direttore di origine russa. Potenza dell’arte che sa creare ponti e abbattere barriere.

concerto filarmonica scala
FILARMONICA Vasily Petrenko Teatro alla Scala Milano 20 novembre 2023 © Andrea Veroni

Il secondo brano in programma, scelto dal maestro Vasily, è di Bartók, Concerto n.1 per violino e orchestra. Anche qui l’antefatto è da raccontare. Storia d’amore finita male tra il serissimo Béla e la brava violinista Stefi. Il Concerto viene scritto a quattro mani, pensato per il virtuosismo di lei, mai ascoltato per intero da lui, conservato come pegno d’amore da lei fin quasi alla sua morte e a quella di lui già avvenuta da tempo. Il ballo veloce del foxtrot del primo brano in concerto viene sostituito dal ritmo sensuale del gioco virtuoso tra violino e orchestra. Nel primo movimento «Il violino è corteggiato dall’orchestra mettendone la voce in primo piano, il clima cresce in intensità e gonfia l’orchestra fino a un picco dinamico, per poi riassottigliarla nel finale», si legge nel libretto di sala, mentre il secondo movimento è caratterizzato da «Un Allegro giocoso virtuosistico, nervoso, eccitato».

FILARMONICA Vasily Petrenko Teatro alla Scala Milano 20 novembre 2023 © Andrea Veroni

Isabelle Faust, tedesca virtuosa, celebrata giustamente in tutto il mondo, riesce a creare un dialogo tra violino, direttore, orchestra e pubblico con il suono avvolgente dello strumento con lo sguardo e con i movimenti flessuosi del corpo. Talvolta, è bello essere donna, si può essere coraggiose con leggerezza. Normalmente le soliste indossano abiti lunghi, tradizionali. Per l’ultimo concerto della stagione Isabelle ha scelto, invece, un pantalone (ed è già scandalo) molto largo, di seta, la cui trama a enormi fiori (forse papaveri) ha le sfumature del viola. Il bordo basso del pantalone ha, probabilmente, un’anima rigida che lo fa ondeggiare come vento su prato. La camicia è viola. Colore che, come tutti sanno, non è da indossare a teatro, ma lei, audace, scocca note con elegante tessuto-prato-danzante aggiungendo a bellezza di suono, bellezza di occhi.

FILARMONICA Vasily Petrenko Teatro alla Scala Milano 20 novembre 2023 © Andrea Veroni
FILARMONICA Vasily Petrenko Teatro alla Scala Milano 20 novembre 2023 © Andrea Veroni

Il terzo e ultimo brano scelto dal direttore Vasily è Danze Sinfoniche op. 45 di Sergej Rachmaninov. Anche le Danze, come già successo a Bartók per il suo Concerto, sono destinate a non essere ascoltate per intero dal loro autore. Vengono raccolte, infatti, in un corpo unico dopo la sua morte. La storia anche qui è particolare. Il debutto fallimentare del virtuoso pianista Rachmaninov come compositore di sinfonie, lo getta in una terribile depressione da cui esce anche grazie alla leggerezza di questi brani che erano stati pensati, forse, come balletto ma che, comunque, non ebbe mai il coraggio di far ascoltare. Le Danze, flessuose e avvolgenti, hanno un suono molto originale rispetto alle sue sinfonie virtuose e imponenti. Forse il grande Rachmaninov si dà il permesso di scrivere questi ritmi così esuberanti proprio avendo deciso di non offrirli all’ascolto.

FILARMONICA Vasily Petrenko Teatro alla Scala Milano 20 novembre 2023 © Andrea Veroni

Le splendide, leggere Danze potrebbero allora suggerire che reprimere la propria voce profonda non è un bene né per sé, né per gli altri.

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