05 novembre 2021

A Torino Villa Sanquirico apre al pubblico con le opere di 14 artisti, per tre giorni

di

Durante l'art week i lavori di 14 artisti legati a Torino popolano gli spazi interni e esterni di Villa Sanquirico. Olga Gambari, curatrice della mostra, ci ha raccontato il progetto espositivo

Paolo Grassino, installation view a Villa Sanquirico, 2021

A Torino da oggi al 7 novembre Villa Sanquirico partecipa all’art week capitanata da Artissima con una mostra che porta le opere di 16 artisti legati al capoluogo piemontese nelle sale e nel giardino della villa, in via Federico Campana 37: Maura Banfo, Nicola Bolla, Enrica Borghi, Jessica Carroll, Marco Cordero, Paolo Grassino, Daniele D’Acquisto, Francesco Pergolesi, Nicola Ponzio, Laura Pugno, Enrica Tealdi, Gosia Turzeniecka, Piergiorgio Robino, Fabio Viale.

Domani, sabato 6, e domenica 7 sarà possibile scoprire la location e il percorso espositivo con visite guidate gratuite, che potete prenotare scrivendo a eventi@villasanquirico.it (i posti per sabato sono già esauriti).

Nicola Ponzio, installation view a Villa Sanquirico, 2021. Foto @fabiooggero

Il progetto espositivo

«La sera di oggi, 5 novembre, durante la Contemporary Art Week torinese, – hanno spiegato gli organizzatori – si aprirà alla città un gioiello eclettico, restituito all’antico splendore. Villa Sanquirico, così denominata per via del suo primo proprietario, Carlo Sanquirico, si apre alla città e diventa uno spazio d’arte, un’architettura liberty stupendamente conservata, datata 1896, con un parco che la cinge.
Nel fine settimana dell’arte di Contemporary Torino, la villa si apre al pubblico, si trasforma in paesaggio e ospita, in un dialogo, un gruppo di artisti con le loro opere. Il loro legame è la relazione con Torino, come origine, transito, ispirazione, declinata in varie sfumature. Una sorta di ritratto speculare all’identità cittadina, dove ogni artista ne racconta la natura storica, internazionale, magica, di genialità sotterranea, fatta di acqua e montagne all’orizzonte, del ricordo del mare.
Ogni stanza un artista, dimensioni che si aprono animate da opere dai linguaggi diversi. Così il giardino, che diventa parco d’arte con installazioni nel verde».

Fabio Viale, installation view a Villa Sanquirico, 2021. Foto @fabiooggero

Le parole di Olga Gambari, curatrice della mostra

Come è nato il progetto espositivo a Villa Sanquirico?

«È nato in maniera spontanea, cioè la bellezza stessa del luogo ha suggerito che non si potesse tenere celato al pubblico, che fosse un piacere e un dovere condividerlo. E quale strumento migliore, quale ospite più adatto se non l’arte, in questo caso gli artisti di Torino? Da una piccola idea iniziale alla fine si è definito un gruppo di 14 artisti, negli spazi interni ed esterni, che ha trasformato tutta la villa in un’unica grande installazione».

Studio Nucleo, installation view a Villa Sanquirico, 2021. Foto @fabiooggero
Come avete scelto gli artisti e in che modo le loro opere entrano in dialogo con lo spazio architettonico?

«Ogni stanza della villa ha una sua identità, una sua atmosfera. Piccoli mondi comunicanti che si prestavano a ospitare un artista ciascuno, accogliendoli con installazioni che dialogassero con lo spazio, che lo abitassero. Opere che fossero sicuramente poetiche ed evocative».

Qual è il tema della mostra?

«L’idea è stata di mescolare suggestioni diverse, come quelle che una vita contiene. E la villa è un vero e proprio soggetto, con una sua storia, un corpo, un passato, un carattere. Quindi, gli artisti ne interpretano umori, visioni, ricordi, sentimenti. Un piccolo gioco che si sviluppa in percorso, ogni stanza come dimensione immersiva. Ciascuna è un racconto, dove si mescolano i linguaggi e i materiali».

Enrico Tealdi, installation view a Villa Sanquirico, 2021. Foto @fabiooggero
Come sarà articolato il percorso espositivo?

«Nelle sale della Villa, si incontrano le grandi carte di Nicola Bolla, una pittura in transito tra figurazione e astrazione, dalle evanescenze luminose e cangianti. Una memoria e una percezione liquida, in dissolvenza, che accomuna anche i piccoli ritratti delle statue di Enrico Tealdi, testimoni di un tempo proustiano che si è depositato sulla loro pelle e ne marezza l’epidermide lapidea. Gli scambi di riflessi dell’installazione di Laura Pugno creano un paesaggio immaginifico, stratificato da immagini che si sovrappongono tra interno ed esterno, dimensioni osmotiche su cui indugia anche lo sguardo di Gosia Turzeniecka, che riporta scorci e dettagli della casa fissandoli in ritratti a china su lunghe carte. Pittura e performance insieme. Di carta anche il corpo dei libri -pagina, parola, volume e copertina – che diventa materiale plastico e concettuale nelle opere di Marco Cordero, un calco reale e poetico dell’umanità che in quei libri ha impresso e ricevuto forma. Nicola Ponzio crea una tavolozza cromatica con una grande installazione di pittura astratta, dove oggetti in vetro d’uso comune sono pennellate ideali di colore puro. Oggetti trovati sono anche quelli rinvenuti da Francesco Pergolesi in mercatini dell’usato in Europa alla fine della giornata, quando rimanevano i resti di cose invendute, rotte, lasciate a terra, fotografate sull’asfalto come composizioni informali. Reperto del tempo è anche un comodino del secolo scorso che Daniele D’Acquisto pone al centro della sua installazione, avvolta da stringhe di legno, nastri che sembrano propagarsi e correre nello spazio. Così, si espande sulle superfici della stanza il nuovo progetto installativo di Studio Nucleo, una decostruzione cubista aperta a continue ridefinizioni. Sono scatole preziose le fotografie di Maura Banfo: racchiudono tracce di vite passate e hanno il mare dentro, diventano archetipi del destino nel confronto con delicati disegni su carta carbone ispirati ai tarocchi. E nero è anche il grande teschio di Paolo Grassino, una sorta di memento mori che accoglie nell’atrio d’ingresso della casa, mentre sopra, nello spazio della tromba delle scale, un’infilata di bandiere colorate di Laura Pugno evoca una natura alpina d’alta quota, facendo alzare lo sguardo verso un altezza ideale. Fuori, nel parco, alcune installazioni en plein air si mimetizzano con la natura e il suo incanto. Le sculture poetiche e giocose di Jessica Carroll con la sua natura fiabesca e vitale, i cervi di Paolo Grassino dalla bellezza affascinante e misteriosa, poi la serra, scrigno magico illuminato, dove vivono le creature di Enrica Borghi dalla delicata trasparenza plastica e il nido di Maura Banfo. Un gigantesco pop corn in marmo di Fabio Viale propone un invito a una leggerezza pop giocando, quasi un ossimoro, sull’enorme peso della scultura stessa».

Maura Banfo, installation view a Villa Sanquirico, 2021. Foto @fabiooggero
Quali progetti saranno presentati a Villa Sanquirico nel prossimo futuro?

«La bellezza e l’emozione di questo progetto hanno suggerito che l’avventura non poteva finire qui e infatti sono già in programma altri eventi, in via di costruzione, che aprono il dialogo con altri soggetti culturali e mescolano anche altri linguaggi con l’arte visiva».

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui