01 agosto 2020

23 artisti nella sede di Lucca di Prometeo Gallery

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Nelle sede di Lucca di Prometeo Gallery di Ida Pisani una collettiva in cui 23 artisti raccontano un pensiero ricorrente attraverso le loro personali intuizioni e idee visive (fino al 30 settembre)

Ruben Montini, Eterna (cosa resterà di me ), 2019-2020 Performance e arazzo, courtesy the artist and Prometeo Gallery Milan / Lucca

Oggi, primo agosto, nell’Ex Chiesa di San Matteo, sede di Lucca della Prometeo Gallery Ida Pisani, apre la collettiva “A volte penso che…”, con opere di Julieta Aranda, Filippo Berta, Fabrizio Cotognini, Democracia, Zehra Dogan, Sarah Entwistle, Regina José Galindo, Omar Hassan, Diango Hernandez, Iva Lulashi, Edson Luli, Maria Evelia Marmolejo, Carlos Martiel, Ruben Montini, Ivan Moudov, Natalia LL, Luis Navarro, Silvia Rivas, Rosanna Rossi, Marinella Senatore, Santiago Sierra, Giuseppe Stampone e Mary Zygouri (fino al 30 settembre).

In occasione dell’inaugurazione, all’interno dello spazio espositivo, Ruben Montini realizzerà la performance Eterna, a cui il pubblico potrà assistere oggi, primo agosto, dalle 19 alle 21, domenica 2 dalle 11 alle 13 e dalle 16 alle 19, lunedì dalle 11 alle 13.

Edson Luli, Whatever you say this is, it isn’t, 2019. Inkjet print on cotton paper, 75×100 cm, courtesy the artist and Prometeo Gallery Milan / Lucca

Il progetto espositivo

La mostra «nasce da una particolare prospettiva, ovvero quella di lasciare che ventitré artisti raccontino un pensiero ricorrente attraverso le loro personali intuizioni e idee visive», si legge nel comunicato stampa.

Gli artisti invitati «non offrono schemi concettuali, né prospettive di verità o di valore, e nemmeno indugiano su narrazioni aneddotiche. Con il linguaggio artistico che li contraddistingue, ognuno di loro esprime un pensiero, come una qualità fondamentale dell’essere, concorrendo a comprendere meglio la realtà vivente attraverso il proprio relativo, particolare quanto specifico e imprescindibile apporto», ha spiegato la galleria.

«In un momento storico come quello che stiamo vivendo, che ha tutte le sembianze della tempesta perfetta, con effetti psicologici, economici, sociologici e in sintesi culturali capaci di resettare il nostro sistema, Prometeo Gallery cerca di dare il giusto valore a uno degli strumenti di conoscenza di cui l’uomo ha un bisogno primario: l’interpretazione, che non lascia dietro di sé un senso, ma innumerevoli sensi. Con questo spirito ha scelto di derivare una totalità dall’incorporazione di differenti punti di vista, singolarmente tradotti in arazzi, opere video, fotografie, pitture, disegni, collage, sculture e performance».

«“A volte penso che…” è una realtà plurale, dinamica, caratterizzata dalla relazione reciproca tra le sue parti, che è al contempo spirituale e intellegibile, ma anche sensuale fisica ed emozionale, per arrivare sostanzialmente e direttamente al cuore della potenza logica e poetica che conserva in vita ogni individuo», ha proseguito la galleria.

Zhera Dogan, courtesy the artist and Prometeo Gallery Milan / Lucca

Le parole di Ida Pisani sulla mostra

Abbiamo posto a Ida Pisani alcune domande su come è nata la mostra, su come sono stati selezionati gli artisti invitati, su quale legame si crea tra le opere e il particolare spazio in cui sono esposte, sui prossimi progetti espositivi a Milano e Lucca. Qui il testo con cui la gallerista ha risposto alle nostra domande.

«Il titolo della mostra mi balenava nella mente da un po’ di tempo..
Ultimamente abbiamo molti pensieri ricorrenti
Molto di più ci interroghiamo
Così ho pensato agli artisti con cui lavoro
E ho chiesto loro di regalarmi un pensiero ricorrente che fosse espresso attraverso il loro linguaggio visuale.
E così abbiamo iniziato a scrivere e strada facendo si è concretizzata la mostra “A volte penso che…”

Non è una mostra a tema e gli artisti, oltre quelli della galleria, sono artisti che stimo da tempo o per i quali ho avuto un subitaneo interesse. Eccoli allora.. dentro questa mostra che non pretende spiegare un tema bensì uno stato d’animo!
Quindi gli invitati hanno avuto, finalmente, la possibilità di esprimersi nella più ampia libertà… che è alla fine il fil rouge che li unisce.

Il gran desiderio di libertà
Il desiderio di mangiare
Il desiderio di non dover per forza essere “qualcuno”
La chiesa è semplicemente una chance, per gli artisti, di esporre in un luogo suggestivo.
E credo che non si siano lasciati influenzare dall’architettura del luogo.
Abbiamo raccolto in una brochure i loro pensieri!
Belli e interessanti tutti!

Le prossime mostre?
Settembre, Milano, varie situazioni permettendo entro la fine dell’anno abbiamo in mente tre personali con tre artisti non italiani.
In realtà ho voluto riaccendere il motore dell’arte. Sai come si dice?
Si muore sul campo, ma si dà rigore!»

 

 

 

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