19 febbraio 2025

Alice Schivardi, Luciana Pretta, Luisa Lanarca: tre artiste a confronto a Roma

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Si intitola “Quando filo, colore, parola s’intrecciano” il ciclo di tre mostre, in programma da oggi al prossimo 19 aprile, che mette a confronto il lavoro di tre artiste alla loro prima collaborazione con la Galleria Maja Arte Contemporanea

Alice Schivardi, Maja Arte Coontemporanea, Roma

«L’arte della pittura, nella sua ricchezza, ci ha abituato a una tale sovrapposizione di elementi da nascondere la funzione di ciascuno di essi a profitto della rete di significati che ne sostiene globalmente l’insieme» osserva Giovanna Dalla Chiesa, curatrice di Quando filo, colore, parola s’intrecciano, il ciclo di mostre che mette a confronto il lavoro di Alice Schivardi, Luciana Pretta, Luisa Lanarca nello spazio in Via di Monserrato a Roma di Maja Arte Contemporanea.

Alice Schivardi (1976) ha approfondito il disegno come metodo d’indagine e di sperimentare continuamente materiali e tecniche, accumulando una molteplicità di esperienze sia in ambito lavorativo che umano e sociale. Luciana Pretta (1980), esplora temi legati alla memoria, all’identità e alla relazione tra passato e presente, attraverso un uso intenso del colore e materiali di recupero. La sua pratica integra elementi naturali e organici – come pigmenti, oli essenziali e cotone grezzo – sottolineando un impegno per la sostenibilità e la consapevolezza ambientale. Luisa Lanarca (1957) da anni ha scelto una vita appartata, lontana dalle convenzioni sociali, guidata dalla ricerca di libertà e da un profondo legame con le leggi naturali e cosmiche. La lettura – con Thoreau ed Emily Dickinson tra i suoi principali riferimenti – e la tessitura costituiscono il fulcro della sua esistenza, insieme ai suoi telai e al suo fedele cane Mosé.

Luciana Pretta, Reconvexo, 2025. Maja Arte Contemporanea, Roma

«In questa mostra, che sembra fatta apposta per sottolineare i contorni di una costellazione femminile, a ciascuna delle tre artiste è affidato il ruolo di sostenere integralmente la funzione di uno di essi sullo sfondo di un sottile rinvio alla pittura: ad Alice Schivardi (in mostra dal 19 febbraio all’8 marzo) il potere del filo che nei suoi “disegni a ricamo” prende il posto della matita o della penna per tracciare figure che si librano nell’aria grazie ai supporti trasparenti marcando la dimensione aerea e infinita dello spazio, quanto la sua concentrazione in piccoli dettagli; a Luciana Pretta (dal 12 al 29 marzo) lo scorrere delle emozioni nelle distese di colore che scivolano come una coltre liquida da cima a fondo, da cielo a terra, simulando la tettonica di un ambiente morbido e accogliente capace di avvolgere il nostro spazio come fanno gli arazzi; a Luisa Lanarca (dal 2 al 19 aprile) il compito d’intrecciare filo, colore, luce, chiamando in causa la parola poetica attraverso l’arte della tessitura, sino a trasformarla in un’invocazione, trascritta secondo i canoni delle insegne e delle affiches di fine’800», spiega Dalla Chiesa, che a proposito di quel “quando”, nel titolo, ci svela che «vuole indicare non una modalità generale del filo, del colore e della parola, ma il frangente specifico e l’evento particolare in cui le cose avverranno non solo per le artiste, ma per i visitatori che vedranno e saranno chiamati a interpretare le tre differenti personali di due settimane ciascuna, intrecciandone i fili, per farne emergere le variabili in un sostrato comune». 

Luisa Lanarca, La mente parve traboccare, 2023. Maja Arte Contemporanea, Roma

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