04 ottobre 2022

Alla Galleria Ponte Rosso, a Milano, una mostra ricorda Attilio Melo, a dieci anni dalla scomparsa

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Fino al 22 ottobre alla Galleria Ponte Rosso venti opere realizzate da Attilio Melo dagli anni ‘60 al 2000 in una mostra voluta dalla figlia Paola per ricordare l'artista

Attilio Melo, Soho. Courtesy Galleria Ponte Rosso

La figlia Paola, con la Galleria Ponte Rosso, desidera ricordare con questa mostra il padre Attilio Melo (1917, Padova – 2012, Milano) a dieci anni dalla scomparsa. In esposizione venti opere realizzate dall’artista dagli anni ‘60 al 2000. Dipinti dedicati in prevalenza a paesaggi e marine, nonché a Venezia, Milano, Londra, Parigi, oltre ad alcuni ritratti testimoni di quella parte dell’attività  artistica che lo ha reso noto a livello nazionale e internazionale.

«Attilio Melo, classe di ferro 1917, – scriveva Beppe Severgnini a settembre 2022 – soggiornava spesso a Londra e Parigi negli anni Settanta. Della capitale inglese era innamorato. Lavorava in un sottotetto di Glendower Place, a South Kensington. A poca distanza dipingeva Francis Bacon, che apprezzava il collega italiano. Melo, allevato tra le tinte dei pittori veneti, amava i colori dei pub, dei negozi, delle facciate inglesi. I colori urbani, a Londra, sono una prova d’orgoglio contro il grigio del cielo. Sono sorrisi inattesi, e commuovono».

Attilio Melo, Largo Cairoli. Courtesy Galleria Ponte Rosso

«A Milano, – prosegue il testo – Melo si dedicava al ritratto, una specialità in cui aveva pochi rivali: avevano posato per lui Alcide De Gasperi, Giovanni Gronchi. Nel mondo dello spettacolo, della musica e del teatro Ingrid Bergman, Frank Sinatra, Sophia Loren, Vittorio Gassman, Valentina Cortese.  I ritratti di Giorgio Strelher e Rudolf Nureyev oggi si trovano al Museo Teatrale della Scala, quello di Arturo Toscanini alla Filarmonica di Los Angeles. Perché, allora, dipingere case e negozi?
Perché un artista fa quello che sente, non quello che deve. E neppure quello che gli conviene. Se vuole dipingere un’automobile parcheggiata, o un black cab che si avvicina a un incrocio, lo fa. Riesce a vedere la bellezza dove non è ovvia, e ce la offre. Una strada di case uguali, vista da un incrocio. Un arco, uno scooter, una cabina del telefono.
Ho cominciato a frequentare Londra nel 1972, non ho mai smesso. Ci ho vissuto, ci ho lavorato in italiano e in inglese, ci ho scritto libri. Ho imparato le regole esoteriche del Reform Club e la magia di un piccolo ristorante greco illuminato la sera. Le mie conoscenze artistiche sono limitate, lo so; ma la mia competenza inglese è impeccabile. Ritrarre le città è difficile, riprodurre Londra quasi impossibile. Se dico che Attilio Melo ci è riuscito, dovete credermi».

Attilio Melo, Venezia – San Marco. Courtesy Galleria Ponte Rosso

L’artista

«Attilio Melo, veneto, ma milanese di adozione, nasce a Padova nel 1917 da una famiglia veneziana di artisti. Inizia a dedicarsi alla pittura fin da giovanissimo sotto la guida del padre Mario, apprezzato affreschista e studioso di Tiepolo e  Guardi. A Milano frequenta l’Accademia di Brera dove ha come maestri Carpi e Palanti. Nel suo percorso artistico ha sempre alternato il lavoro di ritrattista con l’attività di paesaggista.
Ha eseguito ritratti di gente comune e straordinaria e ha dedicato al paesaggio lunghi soggiorni in Italia e all’estero, spesso dipingendo “en plein air” le atmosfere di Milano, Venezia (sua terra d’origine e di ispirazione pittorica), Londra, Parigi, Bretagna, Normandia e New York.
Cittadino benemerito di Milano, qui si è spento il 6 agosto 2012. È sepolto al Cimitero Monumentale nel cui Famedio è iscritto fra i personaggi illustri», ha ricordato la galleria. 

Attilio Melo, Monte Baldo. Courtesy Galleria Ponte Rosso

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