28 ottobre 2022

‘Curva e retta. La linea nelle ricerche astratto-cinetiche italiane’ alla Galleria 10 A. M. Art, Milano

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Fino al 27 gennaio 2023 alla Galleria 10 A.M. ART di Milano una mostra indaga le ricerche astratto-cinetiche italiane attraverso una ventina di lavori di otto artisti

Curva e retta. La linea nelle ricerche astratto-cinetiche italiane, exhibition view, 2022, Galleria 10 A.M. ART di Milano. Courtesy Galleria 10 A.M. ART di Milano

La Galleria 10 A.M. ART di Milano presenta la collettiva “Curva e retta. La linea nelle ricerche astratto-cinetiche italiane”, a cura di Paolo Bolpagni, con una ventina di opere di Marina Apollonio (Trieste, 1940), Mario Ballocco (Milano, 1913-2008), Ennio Ludovico Chiggio (Napoli, 1938 – Padova, 2020), Claudio D’Angelo (Tripoli, 1938 – Ascoli Piceno, 2011), Lucia Di Luciano (Siracusa, 1933), Franco Grignani (Pieve Porto Morone, Pavia, 1908 – Milano, 1999), Giovanni Pizzo (Veroli, Frosinone, 1934 – Roma, 2022) e Luigi Veronesi (Milano, 1908-1998).

«Le ricerche astratto-cinetiche, – ha scritto Paolo Bolpagni in merito alla mostra – nel loro pieno sviluppo e nei pionieristici esperimenti che le anticipano, si caratterizzano per alcuni elementi comuni: l’adozione di un lessico formale perlopiù geometrico, l’aspirazione, spesso, a indagare le modalità della visione, il perseguire la resa pittorica del dinamismo e dei fenomeni ottici e della luce, il ricorso frequente a effetti di modularità, pulsazione, permutazione, dissociazione o distorsione, il superamento del concetto tradizionale di arte come espressione, sopravanzato dall’indagine dei meccanismi percettivi e psicologici. Inoltre è stato essenziale, da parte degli esponenti di questa corrente, il ritorno ai fondamenti del linguaggio pittorico, spesso elevati a fulcro dell’indagine o risignificati».

Curva e retta. La linea nelle ricerche astratto-cinetiche italiane, exhibition view, 2022, Galleria 10 A.M. ART di Milano. Courtesy Galleria 10 A.M. ART di Milano

«Accostare le opere di Luigi Veronesi, Franco Grignani, Mario Ballocco, Lucia Di Luciano, Giovanni Pizzo, Ennio L. Chiggio, Claudio D’Angelo e Marina Apollonio – ha proseguito il curatore – serve anzitutto a misurare i rapporti tra due generazioni (i primi tre nati all’inizio del XX secolo, i restanti fra il 1933 e il 1940), e anche, in maniera parimenti importante, a riconoscere il valore e la varietà di ricerche che da un lato mostrano tuttora la loro forza e attualità, e dall’altro stupiscono per l’infinito campo di possibilità schiuso dall’utilizzo, in fondo, di pochi “ingredienti” di base. Di fatto, la musica occidentale è quasi interamente costruita su dodici semitoni: soltanto sette note e cinque alterazioni, da cui però è stato tratto quello che, da Bach a Mahler, è forse il più straordinario frutto creativo della civiltà umana. Così, per l’occasione della mostra organizzata da 10 A.M. ART, ci si è concentrati sulle facoltà generative della linea, peraltro in riferimento a un arco cronologico limitato a un ventennio, dai Contrasti simultanei di Mario Ballocco del 1956 al trittico Progetto di spazio di Claudio D’Angelo del 1976, con il solo sforamento temporale rappresentato dal ciclo unitario di dieci dipinti realizzato da Lucia Di Luciano nel 2003 Verticalità dalla 2 alla 11».

Curva e retta. La linea nelle ricerche astratto-cinetiche italiane, exhibition view, 2022, Galleria 10 A.M. ART di Milano. Courtesy Galleria 10 A.M. ART di Milano

Il percorso espositivo

«In totale si tratta di venti opere, selezionate per i due livelli della galleria: al pian terreno quattro dipinti di Luigi Veronesi degli anni Settanta (Composizione Q12 del 1973, Composizione T2 del 1974 e, entrambe del 1975, Costruzione Epsilon Variante 4 e Costruzione Sigma 6), nei quali la linea è soprattutto lo strumento per acquisire la cognizione del trascorrere figurale del tempo interno all’infinito spaziale del piano, conquistandosi la capacità di fissarlo in una realtà ritmica, cosicché il singolo pezzo non è il traguardo conclusivo, bensì un istante “bloccato” nel fluire di una durata illimitata.

Affiancate a questi lavori sono le vertiginose variazioni curve di Marina Apollonio (Verde + Blu 8N del 1966-1971, N. 44 Gradazione 8+8P nero bianco su nero del 1966-1972 e Dinamica circolare Cratere N del 1968), che mettono alla prova i meccanismi del nostro cervello, e i rarefatti Progetto di spazio di Claudio D’Angelo, “affioramenti visivi” in cui sono applicati con originalità e sagacia i princìpi gestaltici della continuità e del “destino comune”.

Curva e retta. La linea nelle ricerche astratto-cinetiche italiane, exhibition view, 2022, Galleria 10 A.M. ART di Milano. Courtesy Galleria 10 A.M. ART di Milano

La scelta delle tre opere di Mario Ballocco è esemplare proprio nell’esplorazione dell’“etimo” e delle ricadute percettive – per citare e parafrasare il titolo di una tela del 1975 – della linea retta e della curva, sia in relazione al colore (come in Contrasti simultanei del 1956), sia nell’essenzialità del bianco e nero, fino alla reductio ad unum dell’acrilico Effetto bidimensionale del cerchio, che torna simbolicamente all’aneddoto che Vasari narrò a proposito di Giotto giovinetto, ovvero alla purezza “magica” e misteriosa di una semplice circonferenza.

Curva e retta. La linea nelle ricerche astratto-cinetiche italiane, exhibition view, 2022, Galleria 10 A.M. ART di Milano. Courtesy Galleria 10 A.M. ART di Milano

Franco Grignani, tanto nella Vibrazione induttiva del 1965, quanto nell’Interlinea 18A del 1963, fa interagire e alternare la retta e la curva, producendo variazioni virtuosistiche che solleticano le facoltà visive.

Ennio L. Chiggio è forse il più optical degli artisti proposti in questa mostra: in Interferenza Lineare 8 del 1966 sovrappone una doppia lastra di plexiglass aerografato, che distorce la percezione e general’illusione del movimento; nel Dispositivo A+B del 1964 lavora invece su forme sequenziali e ripetitive, sviluppando la componente fenomenica dell’atto pittorico.

Curva e retta. La linea nelle ricerche astratto-cinetiche italiane, exhibition view, 2022, Galleria 10 A.M. ART di Milano. Courtesy Galleria 10 A.M. ART di Milano

Giovanni Pizzo e Lucia Di Luciano, con le loro opere, si dispongono tra il pian terreno e quello sottostante della galleria (al pari di Apollonio, Grignani e Chiggio): il primo con due Sign-Gestalt (del 1964 e del 1965) che alludono alla nozione di un “segno- forma”, articolato alternativamente secondo progressioni e strutturazioni ritmiche di moduli geometrici prodotti da linee, quadrati e rettangoli, che annullano ogni distinzione tra “figura” e “sfondo”, suscitando un’instabilità percettiva tra “positivo” e “negativo”; Lucia Di Luciano – reduce, come Marina Apollonio, dalla trionfale presenza nel Padiglione Centrale della Biennale di Venezia del 2022 – con due lavori distanti nel tempo, ossia Discontinuità ritmica in orizzontale e successione in verticale del 1965 e le già menzionate Verticalità dalla 2 alla 11 del 2003. Si passa dal rigore del severo bianco e nero all’esplorazione delle dinamiche cromatiche, ma ferma restando la maestria nel maneggiare le molteplici possibilità combinatorie della linea, protagonista assoluta della sua ricerca come di quelle degli altri artisti qui rappresentati».

1 commento

  1. Linee astratte e cinetiche, un connubio perfetto per un Mondo come il nostro calato in un eterno movimento ma confusionario, privo di una prospettiva unica e salda. Un contenuto spesso inesprimibile quello dell’Arte, o, meglio, ai confini dell’Esprimibile. Cosa rimane all’Essere Umano? Forse una sorta di frenesia, di esigenza di comporre, di raccogliere dei frutti dopo tanto impegno profuso nell’attività della rappresentazione. Ma cosa viene rappresentato? Probabilmente ciò che fugge dall’inconscio, una linea appunto astratta, indagabile solo con stile psicoanalitico. Se si é sempre pensato vero che l’Arte sia un prodotto umano oggi il Pensiero indaga altre fonti. E’ l’interazione con l’ambiente, il vorticoso susseguirsi delle variazioni stagionali, la filosofia dei mutamenti che si impongono, facendo da interfaccia con le produzioni artistiche dell’uomo. Accade però anche che l’astrazione divori il movimento e che si materializzi per essere ammirata e fruita da un atteggiamento estetico. Questa é Arte.

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