18 maggio 2022

Dopo il restauro di CCR riapre l’appartamento del Duca del Chiablese, a Torino

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A conclusione del lungo lavoro di restauro eseguito dal CCR Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale” riapre al pubblico l’appartamento del Duca del Chiablese, nel palazzo oggi sede della Soprintendenza, a Torino

Gli interni di Palazzo Chiablese. Ph. Silvano Pupella

A conclusione del lungo lavoro di restauro promosso dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Torino, ed eseguito dal Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale” si apre con un nuovo percorso di visita l’appartamento del Duca del Chiablese, nel palazzo oggi sede della Soprintendenza.

«Gli interventi conservativi nell’appartamento del Duca del Chiablese, Benedetto Maurizio di Savoia, figlio cadetto del re di Sardegna Carlo Emanuele III sono iniziati nel 2016 grazie al sostegno della Consulta per la valorizzazione dei beni artistici e culturali di Torino con il restauro del Gabinetto degli Specchi e del Gabinetto doppio. Il progetto è proseguito nel 2019 con il complesso recupero della Camera dell’Alcova, seguito nel 2020 dagli interventi nelle Camere di udienza e da letto del duca.
Il percorso di visita è stato infine ampliato nel 2021 con il restauro della Sala ex Alcova, del Salottino adiacente la Camera dell’Alcova, della Sala da bagno e del Passaggio con le Guardarobe, oltre che con il recupero di arredi mobile funzionali al riallestimento degli ambienti», hanno spiegato gli organizzatori.

Le immagini dell’immensa campagna di lavori di restauro in Palazzo Chiablese e per tutto il circuito delle Residenze Sabaude condotti dall’equipe del CCR – Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale” si potranno vedere nella mostra “Guardiani della bellezza” allestita dal Centro in collaborazione con la Fondazione Ordine Mauriziano alla Palazzina di Caccia di Stupinigi dal 15 giugno al 18 settembre.

Gli interni di Palazzo Chiablese. Ph. Silvano Pupella

I lavori di restauro

«I lavori sono stati progettati e condotti da un team interdisciplinare del CCR partendo da un approfondito studio tecnico-scientifico che ha indagato le peculiarità strutturali e i materiali dei diversi manufatti presenti nelle sale, dalle decorazioni a rilievo in stucco delle volte, agli arredi lignei fissi e mobili, ai pavimenti, ai manufatti in pietra, vetro e metallo, ai dipinti su tela.

“Per il Centro, il cantiere di restauro delle stanze di Palazzo Chiablese è stato un caso di studio affascinante e complesso, che ha richiesto una forte multidisciplinarietà e collaborazione tra le diverse figure professionali presenti al Centro per le diverse casistiche di intervento oltre a essere stata l’attività che più ha impegnato il laboratorio di arredi lignei con oltre 4000 ore di lavoro solo per la sala dell’Alcova e le altre due sale che da uffici sono tornate ad essere fruibili come ambienti aulici della residenza. Aver collaborato a riportare alla vocazione originaria di rappresentanza il piano nobile di Palazzo Chiablese è per il Centro motivo di orgoglio.” Stefano Trucco, Presidente del Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”.

Nel Salottino adiacente alla Camera dell’Alcova la rimozione della tappezzeria recente ha rivelato la presenza di un tessuto ottocentesco in seta operata di colore cremisi. Oggi interessata da ampie lacerazioni e da un avanzato stato di degrado, l’antica tappezzeria sarà presto oggetto di un complesso intervento di recupero conservativo.

Dal 2019 gli interventi sono stati finanziati dal Segretariato Regionale per il Piemonte nell’ambito della convenzione triennale in corso con il CCR. Grazie alla Fondazione Compagnia di San Paolo, che ha garantito un supporto fondamentale al progetto già nel 2021, i lavori proseguiranno nel 2022 anche nei restanti ambienti del piano nobile», si legge nel comunicato stampa.

Gli interni di Palazzo Chiablese. Ph. Silvano Pupella

L’appartamento del Duca del Chiablese

«La Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio di Torino riapre oggi alle visite l’ultima delle residenze della casa reale, il palazzo del Duca del Chiablese, voluto da Carlo Emanuele III per il figlio Benedetto Maurizio ed affidato alla maestria dell’architetto di corte Benedetto Alfieri. Realizzato a partire dal 1754, l’appartamento si impose per essere il più raffinato della città; ospitò il governatore francese Camillo Borghese e la moglie Paolina Bonaparte; durante il regno di Carlo Felice fu utilizzato come appartamento regio ed accolse in seguito le nozze di Ferdinando di Savoia-Genova e Elisabetta di Sassonia e l’infanzia di Margherita, prima regina d’Italia. Gravemente danneggiato dai bombardamenti del luglio del 1943, fu affidato nel dopoguerra alla Soprintendenza, che operò un restauro funzionale e vi pose i propri uffici.

Oggi, restaurato e riallestito, riapre alle visite in modo stabile grazie al supporto dell’Associazione Amici di Palazzo Reale, con un percorso che si snoda lungo le sale da parata e da residenza e si conclude in alcuni ambienti ancora in corso di restauro.

L’allestimento si avvale di arredi originari (tra cui l’eccezionale scrivania a ribalta di Pietro Piffetti recuperata dai Carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale nel 2018), in parte ritrovati in storici depositi e si arricchisce grazie alla disponibilità della Fondazione Accorsi-Ometto che ha concesso in deposito alcuni pezzi delle loro collezioni di riserva. Sono inoltre presentate alcune recenti acquisizioni legate all’attività territoriale di tutela: due sovrapporte di Vittorio Amedeo Cignaroli con scene di caccia ed una pala d’altare, raffigurante l’Annunciazione e attribuita a Marcantonio Franceschini, proveniente dalla cappella del castello di Pomaro Monferrato; quest’ultima viene riproposta a suggerire l’oratorio privato del Duca, insieme con un altare ligneo settecentesco di collezione privata torinese, concesso in comodato al palazzo Chiablese.

In una delle sale danneggiata dalle bombe è poi restituita l’immagine degli storici uffici della Soprintendenza, a ricordare l’uso più recente di questa sede.
L’iniziativa della Soprintendenza per la restituzione al pubblico del palazzo ha trovato in città importanti supporti: la Consulta per la valorizzazione dei beni artistici e culturali ha avviato l’opera dal 2017 promuovendo il restauro dell’oratorio e del gabinetto del Duca; la Fondazione Compagnia di San Paolo, nel quadro della sua importante azione a favore del patrimonio culturale, sostiene il restauro delle sale private e da parata dell’appartamento, promuovendo la competenza del Centro di Conservazione e Restauro La Venaria Reale. Alla riapertura alle visite si affianca un accordo con la Città di Torino, per ospitarvi anche la celebrazione dei matrimoni civili nelle sale di rappresentanza», ha raccontato CCR.

 

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