29 settembre 2021

Giulio Locatelli a Platea | Palazzo Galeano con ‘Tecla’. Le parole dell’artista

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Da oggi a Platea | Palazzo Galeano, a Lodi, la personale di Giulio Locatelli "Tecla", secondo episodio del palinsesto espositivo dedicato ai giovani emergenti. Fino al 31 ottobre

Giulio Locatelli, "Tecla" a Platea | Palazzo Galeano, 2021. Installation view. Courtesy l'artista a Platea | Palazzo Galeano. Foto: Alberto Messina

A Lodi da oggi, 29 settembre, Platea | Palazzo Galeano, associazione nata dall’iniziativa di un gruppo di appassionati di arte e architettura, presenta “TECLA”, personale di Giulio Locatelli (Bergamo, 1993) e secondo episodio del palinsesto espositivo dedicato ai giovani emergenti, coordinato da Francesca Grossi.

«“TECLA” – che segue la mostra “Vittoria”, personale di Vittoria Viale – prosegue la seconda parte del programma concepito dall’associazione e avviato nel mese di giugno con “Trionfo dell’Aurora” di Marcello Maloberti, intervento realizzato in collaborazione con la Galleria Raffaella Cortese, con cui Platea | Palazzo Galeano ha dato ufficialmente inizio alla propria attività espositiva. Il programma mostre concepito da Platea si sviluppa secondo un modulo costante, un vero e proprio palinsesto composto da episodi la cui apertura è sempre affidata a un artista affermato che, in veste di “nume tutelare”, indica una rosa di emergenti che, dopo di lui, sono protagonisti di mostre personali. Un format molto speciale, pensato appositamente per dare visibilità alle nuove leve creative. Dopo Vittoria Viale e Giulio Locatelli, sarà la volta di Silvia Berry e Vittoria Mazzonis che sino alla fine del mese di dicembre 2021 si avvicenderanno presentando opere inedite, pensate per suscitare quell’incidente di sguardo che è alla base della concezione dello spazio di Platea | Palazzo Galeano», hanno spiegato gli organizzatori.

La sede espositiva di “Tecla” con Platea | Palazzo Galeano, 2021. Courtesy l’artista a Platea | Palazzo Galeano. Foto: Alberto Messina

La mostra

«“TECLA”, è un’installazione site-specific che trasforma la vetrina di Platea in uno spazio in costruzione, qualcosa sta prendendo forma, ma è ancora in via di definizione: una sorta di cantiere perpetuo, le cui fondamenta poggiano su cumuli di carta.

L’accumulo, il deposito e il sedimento caratterizzano significativamente la ricerca artistica di Giulio Locatelli, che ne restituisce visivamente l’idea attraverso l’utilizzo di carta e filo.  Questa indagine prende vita a partire dalla riflessione sul concetto giapponese di “tsundoku” che indica l’abitudine – molto comune soprattutto in epoca recente – ad acquisire libri per poi lasciarli sullo scaffale senza mai leggerli. Ne deriva un insieme di pagine che racchiudono vicende, episodi, esperienze, relazioni intrecciate e coltivate. Cultura. Un accumulo di fogli carichi di segni, graffi, idee, legati concettualmente e rilegati fisicamente tra loro.

Gli elementi costitutivi dell’opera sono infatti appunti, antologie di storie e visioni, favole e fiabe, migliaia di avventure accumulate che conducono lungo un viaggio sognato. “TECLA” cerca di restituire il fascino e la vitalità di un cantiere che altro non è che la fase embrionale di una città futura, le cui fondamenta poggiano sulla carta in un gioco di riflessi che la porta a fronteggiare la sede della Biblioteca Laudense, idealmente la base strutturale del sapere di una comunità, quella lodigiana», hanno anticipato gli organizzatori.

Giulio Locatelli a “Tecla” con Platea | Palazzo Galeano, 2021. Courtesy l’astista a Platea | Palazzo Galeano. Foto: Alberto Messina

Le parole di Giulio Locatelli

A Platea | Palazzo Galeano presenti il progetto “Tecla”. Come si collocano nella tua ricerca le opere esposte ?

«Gli elementi costitutivi di Tecla sono carta e filo, componenti che da tempo accompagnano la mia ricerca artistica; sono strumenti materiali che mi aiutano a concretizzare le idee della mente, che altrimenti prenderebbero freddo. “Tecla” è un luogo in continua trasformazione, una sorta di cantiere, i puntelli ci aiutano a entrare in questo ipotetico luogo. L’accostamento di materiali dai sapori e dai pesi differenti è una condizione che ultimamente prende spazio nella mia ricerca artistica. Una sorta di avvicinamento all’oggetto trovato, incontrato, forse casualmente, ma che decontestualizzato dalla sua naturale funzione e avvicinato ad altro, assume un ulteriore significato e di conseguenza, diventa spunto per una nuova riflessione».

Giulio Locatelli, Appunti di un pellegrino. Courtesy l’artista
Quali sono stati per te gli aspetti più interessanti dell’esperienza con Platea? 

«Il progetto Platea è nato ormai due anni fa, in piena pandemia mondiale, durante tale periodo abbiamo avuto modo di confrontarci, conoscerci e “vedere”, per la maggior parte del tempo tramite schermo, il progetto realizzarsi. Dalle demolizioni del muro, alla posa finale del vetro. Tutti questi fattori, insieme al tempo trascorso, agli scambi e alle relazioni instaurate con gli altri artisti e coordinatori del progetto Platea hanno modificato me ed il mio lavoro; mi hanno fatto crescere e questo credo sia uno degli aspetti più interessanti riscontrati in Platea». 

Giulio Locatelli, Doppio. Courtesy l’artista
Che ruolo pensi possano ricoprire iniziative come Platea nella carriera di giovani artisti?

«Tutte le esperienze ben curate e strutturate come Platea sono, a mio avviso, formative nella crescita di noi giovani artisti. Avere la possibilità di esporre, quindi abitare per un dato periodo un luogo come Platea con un lavoro installato è una bella opportunità. Avere un certo tipo di pubblico a cui rivolgere determinate domande e quindi avere un confronto è una bella e importante occasione; anche per mettere alla prova il lavoro stesso. Iniziative come Platea sono da cogliere per crescere e avere continui stimoli nuovi».

Giulio Locatelli, La Cattedrale, 2019. Courtesy l’artista
A quali progetti stai lavorando per i prossimi mesi?

«Parte della mia ricerca artistica pone l’occhio anche sulla tessitura, realizzo FLYING CARPET, dei veri e propri tappeti volanti, progetti che vedono la partecipazione di più persone, d’altra parte, i fili, i nodi, i grovigli che compongono i tappeti diventano metafora delle relazioni instaurate con altri.
Nei mesi appena trascorsi ho avuto la suggestione di far galleggiare sull’acqua un mio tappeto. Sto realizzando il progetto, dai materiali alla scelta del luogo.
In parallelo sto collaborando con Supestudiolo, curato da Alberto Ceresoli e Carmela Cosco, alla realizzazione di una mostra nei mesi a venire».

Giulio Locatelli, “Tecla” a Platea | Palazzo Galeano, 2021. Installation view. Courtesy l’artista a Platea | Palazzo Galeano. Foto: Alberto Messina

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