11 giugno 2022

Il primo progetto in VR di Driant Zeneli per Waiting Room Residency, a Trento

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Inaugura oggi "Vedere al buio", la personale che conclude la ricerca svolta da Driant Zeneli nell’ambito di Waiting Room Residency, residenza che esplora la relazione fra arte e psicoanalisi, in cui ha sperimentato per la prima volta la VR

Driant Zeneli, Lo Struzzo e la Farfalla, 2022. Realizzazione tecnica a cura di Connected Reality, Matteo Angriman, Simone Cicolini, Andrea Giglio. Voce: Diego Sala. Produzione: Waiting Room Residency

A Trento, al Centro di Clinica Psicoanalitica Jonas, in via Cristoforo Madruzzo 68, oggi, 11 giugno, dalle 18 alle 21, inaugura “Vedere al buio”, la mostra personale che presenta gli esiti della della ricerca condotta da Driant Zeneli (1983, Scutari, Albania) nell’ambito di Waiting Room Residency, residenza d’artista che indaga la relazione fra arte e psicoanalisi a cura di Giusi Campisi e Sara d’Alessandro Manozzo e realizzata in collaborazione con il Centro di Clinica Psicoanalitica Jonas di Trento.

“Vedere al buio”, hanno spiegato le curatrici «è un progetto costruito sulla pratica della narrazione», in cui «il nucleo centrale della mostra è infatti costituito dal video VR Lo Struzzo e la Farfalla, prima produzione in VR di Zeneli, fruibile su visore e prodotto grazie al sostegno di Connected Reality di Bolzano. L’opera nasce da una serie di “sedute”, conversazioni singole fra Zeneli e gli psicoanalisti del team di Jonas; giocando sul ribaltamento dei ruoli fra paziente e analista, l’artista ha costruito con ciascuno di loro una storia differente, con protagonisti due animali. Lo Struzzo e la Farfalla costituisce il primo capitolo».

Ne abbiamo parlato con Giusi Campisi e Sara d’Alessandro Manozzo, curatrici della mostra e di Waiting Room Residency, e con Driant Zeneli nell’intervista qui sotto.

Driant Zeneli, Lo Struzzo e la Farfalla, 2022. Realizzazione tecnica a cura di Connected Reality, Matteo Angriman, Simone Cicolini, Andrea Giglio. Voce: Diego Sala. Produzione: Waiting Room Residency

Come è nato il progetto con Driant Zeneli e come si colloca nella ricerca di Waiting Room Residency?

Giusi Campisi e Sara d’Alessandro Manozzo: «Sin dalle fasi iniziali del progetto, WRR coinvolge un team di psicoanalisti nel modo che ciascun artista invitato ritiene più opportuno allo sviluppo del suo lavoro. Driant Zeneli conosceva da tempo Jonas ed era già nato un interesse reciproco. La caduta, il fallimento, il desiderio, temi chiave del suo lavoro, sono un terreno comune di dialogo con la psicoanalisi. La pratica di Zeneli, inoltre, è aperta al confronto e si sposa con le necessità di una residenza di ricerca come la nostra. Per “Vedere al buio” ha convocato le psicoanaliste di Jonas in una sorta di ribaltamento della tradizionale seduta, mettendosi in ascolto e inventando con loro quattro favole, di cui una è stata tradotta in VR, dando vita all’opera Lo Struzzo e la Farfalla. Anche l’altro lavoro in mostra nasce dal workshop collettivo Come trasformarsi in Insectobot, rivolto ai bambini, che ha avuto luogo al Muse nel febbraio di quest’anno».

Driant, la prima volta che sperimenti una produzione in VR. Come si colloca questa sperimentazione rispetto alla tua ricerca? 

Driant Zeneli: «Seguo con attenzione la trasformazione dell’immagine in movimento e da anni sono incuriosito dai progressi della realtà virtuale. Lavorando soprattutto con il video, si tratta ancora, per me, di un mezzo da scoprire e sperimentare, con enormi potenzialità (rispetto alle quali occorre sempre trovare un equilibrio con la fase concettuale).
Grazie all’invito di WRR sono riuscito a sperimentare per la prima volta la VR: lo sviluppo visuale e tecnico è stato realizzato da Connected Reality di Bolzano. Con loro, abbiamo creato Lo Struzzo e la Farfalla, parte di una nuova serie intitolata Favole per Adulti. Si tratta di brevi storie costruite insieme agli psicoanalisti in sedute a tu per tu, con le quali ho voluto mettere in gioco il loro ruolo tradizionale di osservatori e ascoltatori di storie degli altri. In questo caso, hanno creato con me, “al buio”, una favola, dall’ideazione dei personaggi fino allo storytelling. Ogni storia ha come protagonista uno struzzo insieme a un altro animale, e tutte hanno al centro una metamorfosi».

Driant Zeneli, Lo Struzzo e la Farfalla, 2022. Realizzazione tecnica a cura di Connected Reality, Matteo Angriman, Simone Cicolini, Andrea Giglio. Voce: Diego Sala. Produzione: Waiting Room Residency

Come si incontrano arte e psicoanalisi in questo progetto?

Giusi Campisi e Sara d’Alessandro Manozzo: «Si incontrano su più livelli. La favola Lo Struzzo e la Farfalla può essere letta come una metafora accessibile del percorso di terapia, sia per lo svolgimento della storia sia, soprattutto, per come è stata costruita. La scelta tecnica apre un tema ulteriore, quello della virtualità che, al di là delle consuete interpretazioni cognitive, è uno spazio di rappresentazione estetico in grado di mettere in gioco i piani del simbolico, dell’immaginario e del reale, ovvero i tre registri del nodo borromeo lacaniano».

Driant, quali saranno i tuoi prossimi progetti espositivi?

Driant Zeneli: «Negli ultimi tre anni, dopo la conclusione della seconda trilogia Beneath a Surface there is just another Surface, ho lavorato alla conclusione del terzo capitolo della trilogia The Animals. Once Upon a time in a Present Time, storie di animali robot ambientate in architetture brutaliste balcaniche. L’opera sarà presentata quest’estate a Manifesta14, a Pristina, contemporaneamente a un laboratorio per bambini da me ideato, che durerà cento giorni».

Come proseguirà la programmazione di Waiting Room Residency?

Giusi Campisi e Sara d’Alessandro Manozzo: «Waiting Room Residency è in primo luogo un programma di ricerca, e ogni collaborazione apre nuove linee di riflessione. La parte più teorica del nostro lavoro si sviluppa attraverso Item, una bookzine che riflette sulla relazione tra la pratica dell’arte e quella della psicoanalisi, con un approccio dialogico, corale. Nel primo numero abbiamo coinvolto artisti, teorici, filosofi e psicoanalisti, che si sono interrogati sul tema – lacaniano – del linguaggio, comune al lavoro delle artiste della scorsa edizione, Daniela Cattivelli e Maria Adele Del Vecchio. Nell’immediato lavoreremo sul nuovo numero, che avrà come punto di partenza teorico i temi emersi dalla ricerca di Driant Zeneli. Allo stesso tempo, inizieremo a pensare alla nuova edizione di WRR».

Driant Zeneli, Lo Struzzo e la Farfalla, 2022. Realizzazione tecnica a cura di Connected Reality, Matteo Angriman, Simone Cicolini, Andrea Giglio. Voce: Diego Sala. Produzione: Waiting Room Residency

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