24 giugno 2022

‘L’isola dei pirati’: Antonello Ghezzi a Villa Rospigliosi, Prato

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A Villa Rospigliosi inaugura oggi l'intervento espositivo del collettivo Antonello Ghezzi a Villa Rospigliosi "L'isola dei pirati", tra favola, immaginazione e arte. Ne abbiamo parlato con gli artisti

Antonello Ghezzi, Sotto gli occhi di tutti, teli in pvc rossi, 2022. Ph Claudio Seghi Rospigliosi

A Prato oggi, 24 giugno, alle 18.00, negli spazi esterni della settecentesca Villa Rospigliosi inaugura “L’isola dei pirati” (fino al 4 settembre), l’intervento espositivo, a cura di Riccardo Farinelli, che il collettivo Antonello Ghezzi ha ideato e progettato per ChorAsis.
«Sul viale Galilei di Prato, inoltre, per “Arte di Confine”, già dal 15 giugno tre gonfaloni sono testimonianza della presenza in città dei due artisti con Non sono più la stessa, una segnaletica che sembra annunciare quei contenuti del progetto e quel loro pensare l’arte», hanno ricordato gli organizzatori.

«”L’isola dei pirati” per villa Rospigliosi esalta, fin dal titolo, la dimensione della favola e dell’immaginazione come componente fondante di quella realtà parallela che per il collettivo Antonello Ghezzi è l’arte. Essi per primi forniscono, a questo scopo, un esempio concreto con un proprio racconto il quale, partendo da un particolare come il profumo, la forma, il colore dei limoni, sviluppa una storia che progressivamente si sviluppa autonomamente.
La storia raccontata dagli artisti e le loro installazioni blu (l’infinito colore romantico della fantasia), poste negli spazi prospicienti la villa, hanno lo scopo di stimolare e sollecitare il visitatore a fare altrettanto. Trovare propri spunti per costruire altre possibili individuali storie dove realtà e immaginazione possono insieme convivere.
Il pubblico, se lo vorrà, potrà cogliere questo invito al sognare,  magari salire quella scala dove da lassù è naturale pensare attraverso punti di vista inusuali. Magari osservare quei disegni posti sulla parete della rimessa e ascoltare o, seduti a quello scrittoio, dando spazio alla propria memoria, alla naturalezza di gesti e sentimenti semplici, immaginare e quasi quasi iniziare a scrivere la propria fiaba. “L’isola dei pirati” è un progetto artistico poetico, dai toni gioiosi e tratti volutamente infantili. Un progetto presentato con quella leggerezza e ingenuità spontanea che caratterizza il loro operare, così come quello spirito di ottimismo contagioso», si legge nel comunicato stampa.

Ne abbiamo parlato con Antonello Ghezzi nell’intervista qui sotto.

Antonello Ghezzi, Disegno L’isola dei pirati, tecnica mista su carta, 2022. Ph Claudio Seghi Rospigliosi

Come è nato il progetto “L’isola dei pirati” per Villa Rospigliosi? Il progetto si estende anche su Viale Galilei, sempre a Prato, come si uniscono le due parti del progetto?

«La frase “Non sono più la stessa”, progetto per il viale Galilei a Prato ci sembra possa riassumere l’operazione artistica ideata per Villa Rospigliosi. Abbiamo voluto inventare una nuova storia per lo spazio espositivo lasciando visibili delle tracce – le installazioni e i disegni, appunto, ma anche le tracce degli artisti che ci hanno preceduto –  a testimonianza che questa storia è vera.
Dopo il passaggio di un progetto d’arte appositamente pensato per un determinato luogo, questo luogo non sarà più lo stesso come pure chi lo visita.
Per noi è un viaggio immaginifico che trasforma il nostro modo di vedere il reale e il presente, un invito a trovarsi un angolo per poter vedere le cose da un po’ più in alto e inventare tutto quello che ci sembra possa migliorare la realtà. Ecco allora che arrivano il mare, i pirati, il teatro, lo scrigno del tesoro e il profumo dei limoni. Questa è la potenza dell’arte e della cultura: poter immaginare una nuova realtà, dapprima, e poi crearla».

Antonello Ghezzi, Disegni L’isola dei pirati, tecnica mista su carta, 2022. Ph Claudio Seghi Rospigliosi

Quali aspetti della vostra ricerca emergono, in particolare, ne “L’isola dei pirati”?

«La mostra è un’operazione concettuale metafisica dai toni fiabeschi. Ha in comune con tutti gli altri progetti il fatto di essere una storia che ci siamo inventati e che diventa realtà. Tutte le nostre opere partono sempre dal comune punto “Sarebbe bello se…” e rendiamo visibile quell’idea che rimane sottotraccia nella nostra mente. In questo caso invece ci siamo spinti oltre, scrivendo anche la storia, palesandola e dando l’opportunità di ascoltarla dalla nostra voce, oltre che dalle tracce visibili».

Antonello Ghezzi, Scala per andare a prendere le nuvole, scala di legno, vernice blu, 2022. Ph Claudio Seghi Rospigliosi

Favola, immaginazione e arte, c’è scritto nel nel comunicato stampa, sono tra le parole chiave per leggere questo progetto. In che modo si uniscono e in quale rapporto stanno, secondo voi, tra di loro e con il presente?

«È una bellissima domanda: effettivamente sono tra le parole chiave che più riassumono la nostra ricerca. Potrebbero combinarsi facilmente con il passato e il futuro ma è quando si uniscono al presente che lo salvano».  

Antonello Ghezzi, Disegno L’isola dei pirati, tecnica mista su carta, 2022. Ph Claudio Seghi Rospigliosi

Quali saranno i vostri prossimi progetti espositivi?

«Abbiamo in cantiere alcuni grandi progetti di cui non possiamo svelare troppo.
Da poco si è conclusa la nostra personale al Beit Beirut dove abbiamo presentato “The Milky Way House”, una mostra che individua uno spazio come la sede ufficiale della Via Lattea con tanto di bandiere ufficiali, timbro per la cittadinanza universale e vari uffici al suo interno tra cui quello dei desideri smarriti. Stiamo lavorando al percorso itinerante per portare la mostra in tutto il mondo.
Sempre a Beirut, dove ormai da anni abbiamo creato fortissimi legami, è in progetto un’opera diffusa in tutta la città usando gli spazi pubblicitari per diffondere dei messaggi di speranza ai cittadini piegati da una crisi economica sempre più disastrosa.
Parallelamente presenteremo Legare la terra al cielo in Sud America, una performance che ha come obiettivo l’avvicinarsi all’Universo e non perderne la connessione, il filo letteralmente.
Per esigenze prettamente ambientali e legate alla velocità del tramonto, abbiamo individuato come seconda tappa del progetto Cielo stellato su prato (realizzato con fili fotoluminescenti) la zona dell’Equatore. Ispirato a questo progetto da un anno stiamo collaborando con dei registi per la realizzazione di un film e speriamo che si possa già vedere nel 2023».

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