22 agosto 2020

Le opere di Brian Eno alla Galleria Nazionale dell’Umbria

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Dal 4 settembre con la mostra "Reflected" tre Lightbox di Brain Eno dialogheranno con capolavori di Piero della Francesca, Beato Angelico e Perugino conservati alla Galleria Nazionale dell'Umbria, a Perugia

Brian Eno, installation Light Music 2016, Paul Stolper Gallery, April-May 2016, Photography copyright Shiraishi Masami, courtesy Paul Stolper Gallery, 2020

Dal 4 settembre 2020 al 12 gennaio 2021 la mostra “Reflected” porta nelle sale della Galleria Nazionale dell’Umbria, a Perugia, tre Lightbox di Brian Eno (Woodbridge, Suffolk, Inghilterra, 1948): la personale, «realizzata in collaborazione con Atlante Servizi Culturali, presenterà tre opere che dialogheranno con i capolavori degli artisti più rappresentativi della collezione del museo, quali Piero della Francesca (Polittico di Sant’Antonio), Beato Angelico (Polittico Guidalotti) e Perugino (Cristo morto in pietà)», ha spiegato l’istituzione.

Brian Eno, 2019, Photography copyright Mike Abrahams, courtesy Paul Stolper Gallery, 2020

Il percorso espositivo

«Brian Eno, ‘musicista-non musicista’ come si è lui stesso definito, inventore dell’Ambient music, produttore discografico e artista visivo, ha da sempre cercato una commistione tra i vari campi d’indagine della sua ricerca creativa.
“Pittura e musica – ha affermato Brian Eno – sono sempre state intrecciate per me. Ho iniziato a giocare con la luce come mezzo all’incirca nello stesso periodo in cui ho iniziato a suonare quando ero adolescente. Quando ripenso a quello che ho fatto negli anni successivi, mi sembra di aver cercato di rallentare la musica per renderla più simile alla pittura, e dare movimento alle immagini per avvicinarle alla musica… nella speranza che le due attività si incontrassero e si fondessero nel mezzo”», ha aggiunto il museo.

BrianEno, installation Light Music 2016, Paul Stolper Gallery, April-May 2016, Photography copyright Shiraishi Masami, courtesy Paul Stolper Gallery, 2020

«La rassegna offrirà un dialogo inedito tra le opere antiche e le Lightbox di Brian Eno, ognuna delle quali si sviluppa senza soluzione di continuità attraverso combinazioni di seducenti ‘paesaggi di colore’ auto-generati utilizzando una serie di luci a LED intrecciate. Estendendo i confini temporali con un lavoro che apparentemente non ha né inizio né fine, né narrativa, Eno invita le persone a trattenersi in un luogo per un po’ di tempo. “Se un dipinto è appeso a una parete – sottolinea Brian Eno -, non sentiamo che ci manchi qualcosa se distogliamo l’attenzione. Invece, con la musica e il video, abbiamo ancora l’aspettativa di un qualche tipo di spettacolo, di racconto. La mia musica e i miei video cambiano, ma cambiano lentamente. E cambiano in maniera tale che non importa perderne una parte”», si legge nel comunicato stampa.

«Il percorso espositivo sarà arricchito inoltre da Raphael Revisited (2011), una serigrafia dell’artista inglese Tom Phillips (Londra, 1937), legato a Brian Eno da un legame di amicizia e collaborazione, iniziata nel 1964 alla Ipswich Art School, nella quale Phillips insegnava».

«L’opera trae ispirazione da una tavoletta votiva, databile alla fine del Quattrocento, di un anonimo pittore umbro identificato in precedenza con un giovanissimo Raffaello (conservata alla Walker Art Gallery di Liverpool) che verrà utilizzata da Eno per la copertina dell’album Another Green World».

BrianEno, installation Light Music 2016, Paul Stolper Gallery, April-May 2016, Photography copyright Shiraishi Masami, courtesy Paul Stolper Gallery, 2020

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