03 luglio 2017

Le origini di Gnoli

 
Settanta disegni per una prospettiva inedita sul pittore dei "particolari", lontano dalla Pop. Ecco il teatro, secondo Domenico Gnoli, al Festival di Spoleto

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Fu uno dei più internazionali artisti a cui l’Italia diede i natali. Nato a Roma nel 1933 e scomparso a New York nel 1970, Domenico Gnoli – inserito anche ne “Il Palazzo Enciclopedico” di Massimiliano Gioni, Biennale Arte 2015 – non solo è stato il pittore dei “grandi dettagli”, dalla tappezzeria dei divani alle scarpe alle pieghe di gonne, bottoni e camicie, ma iniziò la sua carriera d’artista con la felicissima mano del disegnatore, anzi, dello scenografo per l’esattezza. Iscrittosi all’Accademia di Roma nel ’52, proprio al corso di Scenografia, fu probabilmente grazie a questa “arte applicata” che Gnoli, negli anni successivi, spiccò il volo come artista. 
Ma in occasione del Festival di Spoleto, per il pubblico ora è ghiotta l’occasione di scoprire quattro anni di produzione di Gnoli per il teatro, in una mostra prodotta grazie alla Fondazione Marignoli di Montecorona, in collaborazione con l’Archivio Domenico Gnoli di Roma e il Comune di Spoleto.
“Domenico Gnoli. Disegni per il teatro. 1951-1955 ” a cura di Michele Drascek e Duccio K. Marignoli, conta circa 70 pezzi che vanno dai manifesti della versione teatrale di “Chéri” di Colette, prodotta dalla Compagnia Andreina Pagnani e andata in scena al Teatro Eliseo a Roma (1951); i disegni per l’opera di Carlo Gozzi “Re Cervo” (1953); le scenografie per “La Belle au Bois” di Jules Supervielle richieste all’artista da Jean- Louis Barrault (1954); i disegni per lo scenario e i costumi di “As you like it” di William Shakespeare diretto da Robert Helpmann all’Old Vic Theatre di Londra (1955); gli schizzi per una scenografia del balcone di “Romeo e Giulietta” (1955), senza dimenticare – ovviamente – che fu Gnoli a disegnare le scenografie per il primo Festival dei Due Mondi, nel 1958.
Una serie di “tavole” che lo porteranno a vivere e a frequentare sempre più spesso e sempre più per lunghi periodi la Grande Mela, diventando amico dell’artista Ben Shahn, fino al trasferimento nell’isola di Mallorca per dedicarsi completamente alla pittura, un po’ seguendo le orme del grande Joan Mirò, che si stabilì sull’isola nel 1956.
Un motivo in più per approfondire la vita di questo artista fuori dai ranghi, compresi quegli schemi Pop nei quali per comodità spesso lo si iscrive, scomparso a causa di un cancro a soli 37 anni, e che lavorò anche per la celeberrima galleria Sydney Janis e per la Schoeller di Parigi. Un ritorno a casa, laddove Gnoli riposa. A sessant’anni dall’inizio. (MB)

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