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A Brescia, alla A+B Gallery, inaugura oggi, 7 dicembre, “Finali sono inizi”, la prima personale in Italia di Markus Saile (1981, Stoccarda), con sette dipinti realizzati appositamente per la mostra.
«Le opere di Saile sembrano rappresentare qualcosa – spazi, paesaggi, affetti – ma, allo stesso tempo, celano la loro funzione rappresentativa. Si chiudono per mostrarsi più volte allo spettatore in un atto di evocazione. […] Lo sguardo si sposta tra immagine e telaio, tra azione e architettura, tra dettaglio e intero, tra dentro e fuori l’immagine. I lavori generano una sorta di sfarfallio della percezione – un’instabilità aperta», scrive il critico Baptist Ohrtmann nel testo citato nel comunicato stampa.
Markus Saile e Dario Bonetta, gallerista di A+B Gallery, ci hanno raccontato la mostra.
Quali aspetti della tua ricerca accomunano, in particolare, i lavori esposti in “Finali sono inizi”?
Markus Saile: «La maggior parte dei lavori esposti in questa mostra sono dipinti che riflettono sulle possibilità del gesto come elemento pittorico, che si confronta con lo spazio e il tempo in modo performativo. Il manifestarsi della pittura produce risultati (quando il processo è concluso) e inizi (quando la “vita” di un dipinto inizia), da qui il titolo “Finali sono inizi”.
Lavorando in questo modo il gesto pittorico non è inteso come espressivo, agisce piuttosto in un modo esplorativo, talvolta con riferimenti alla storia dell’arte».
Puoi riassumerci, in estrema sintesi, la tua ricerca?
MS: «Il mio lavoro è molto concentrato sul processo. Sono molto interessato all’istante del mutamento, in cui succede qualcosa di nuovo e il dipinto inizia a prendere una direzione nuova.
Ogni dipinto ha un formato unico e una peculiare qualità coloristica, che nasce dalla sovrapposizione di numerosi strati di colore traslucidi e sottilissimi.
È importante anche il rapporto che si instaura tra i singoli lavori e i loro differenti formati. Questa è la ragione per cui l’installazione dei dipinti, il modo in cui entrano in relazione con lo spazio, costituisce una parte essenziale del mio lavoro.
In questo senso anche i bordi dei dipinti e del supporto, con le tracce della sedimentazioni della materia pittorica ben visibili, assumono un significato rilevante.
Alcuni dei miei lavori possono essere osservati come fossero gli anelli dei tronchi degli alberi, in cui è possibile leggere il processo di sviluppo».
In quali mostre saranno presenti i tuoi lavori nei prossimi mesi?
MS: «In questo momento, oltre alla mostra alla A+B Gallery, alla Markus Luettgen Gallery di Düsseldorf è in corso la mia personale “Das und gleicht dem Chamaeleon”.
I miei lavori sono, inoltre, inclusi nello Jahresgaben alla Kunstverein Bielefeld e in “Now! Painting in Germany Today”, una collettiva molto rilevante che nasce come esito di una ricerca globale sulla pittura in Germania, che è in corso contemporaneamente al Kunstmuseum Bonn, al Museum Wiesbaden e alla Kunstsammlungen Chemnitz fino al 19 gennaio. A febbraio la mostra “Now!” sarà portata alla Deichtorhallen Hamburg.
A gennaio prenderò parte a una collettiva alla galleria CRONE, nella sede di Vienna, e a marzo avrò una personale allo Strabag Kunstforum di Vienna».
La parola al gallerista. Come hai conosciuto il lavoro di Saile?
Dario Bonetta: «Ho incontrato per la prima volta Markus Saile nel suo studio a Colonia, dopo che Tobias Hoffknecht – artista della A+B Gallery – mi ha segnalato il suo lavoro. Appena arrivato nel suo studio mi sono reso conto della complessità dei suoi dipinti. Sono entrato nei suoi mondi con facilità e ho avuto la sensazione di conoscere il suo lavoro da sempre».
Perchè hai scelto di proporre il lavoro di Saile in galleria, portandolo, lo scorso settembre, anche ad ArtVerona, nella sezione Scouting?
DB: «La sorpresa della scoperta di meccanismi visivi e concettuali complessi della sua ricerca ha inevitabilmente portato ad instaurare un legame con la galleria ed intraprendere il percorso insieme, anche perché il suo lavoro trova affinità con artisti come Nazzarena Poli Maramotti per l’uso di prospettive che guardano alla pittura veneta del Settecento, oltre una certa paletta coloristica.
Mi interessa il legame con la gestualità di Max Frintrop, Osamu Koabayashi e Tiziano Martini, ma anche la consistenza materica come i cementi di Marco La Rosa o le tempere di Michele Lombardelli, tutti artisti che già lavorano con A+B Gallery».
Quali progetti ha in cantiere A+B Gallery per i prossimi mesi?
DB: «In questo momento mi sto concentrando sulla partecipazioni a due fiere importanti: a gennaio sarò ad Arte Fiera, a Bologna, in cui la A+B Gallery sarà presente nella sezione Pittura XXI, a cura di Davide Ferri. Qui presenterò un progetto a quattro mani di Markus Saile e Damien Maede, artista della CarDrde Gallery di Bologna.
Ad aprile A+B Gallery sarà nella sezione Discovery di ArtBrussels 2020, in cui dialogheranno opere di Simon Laureyns e Osamu Kobayashi.
Il programma di galleria, a Brescia, darà vita a un focus sugli artisti italiani e nel corso del 2020 ho in previsione un progetto per rafforzare la capacità dello spazio espositivo della galleria».
Markus Saile
Finali sono inizi. Solo Show
Dal 7 dicembre 2019 all’8 febbraio 2020
A+B Gallery
Via Salvator Rosa 20/a, Brescia
Opening: 7 dicembre 2019, alle 18.00
Orari: dal giovedì al sabato, dalle 15.00 alle 19.00 e su appuntamento
www.aplusbgallery.it, gallery@aplusb.it