27 novembre 2017

Michel Comte. Black Light, White Light

 
Per decenni Comte ha registrato i ghiacciai di tutto il mondo. Questa seconda mostra alla Triennale di Milano esplora l’impatto del declino ambientale sui paesaggi glaciali

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Nel 2015, mentre a Parigi era in corso la Conferenza mondiale sul clima, a Pechino un artista cinese, Brother Nut (all’anagrafe Wang Renzheng), concludeva una performance lunga 4 mesi, consistente nell’aspirare lo smog della metropoli per 4 ore al giorno per 100 giorni, con un aspirapolvere in grado di risucchiare lo stesso quantitativo di aria respirata da 62 persone nell’arco delle 24 ore. Con gli svariati grammi di polvere così risucchiata, il giovane artista, aggiungendo una piccola quantità di argilla, ha realizzato poi un mattone, per fornire alla comunità una prova concreta, come poche altre, del grave inquinamento atmosferico in essere. Un invito, pertanto, a gettare le basi per la soluzione di un problema globale che, in tempi, luoghi e modalità diverse, si rinnova a partire da oggi nel capoluogo meneghino.
Infatti, dopo l’inaugurazione di “Light” al MAXXI di Roma il 14 novembre scorso, il noto artista Michel Comte (Zurigo, 1954) svelerà questa mattina, in occasione dell’anteprima per la stampa (domani l’apertura al pubblico), “Black Light, White Light”, una nuova, grande installazione alla Triennale di Milano, seconda tappa di un percorso espositivo che esplora l’impatto del declino ambientale sui ghiacciai e sui paesaggi glaciali del mondo.
Il lavoro di Comte nasce dalla sua ultradecennale passione per l’arrampicata e l’aviazione, che gli ha offerto l’opportunità di osservare e rappresentare paesaggi glaciali in tutto il mondo. Ma anche di toccarne con mano le rapide e inquietanti alterazioni, erosioni, che si stanno abbattendo su di essi. L’installazione alla Triennale di Milano intende invitare i visitatori in un mondo silenzioso e luminoso, dove è possibile apprezzare la preziosa energia che il pianeta Terra – insieme all’umanità – può produrre. In questa seconda tappa del percorso espositivo, l’artista prevede che sia possibile immaginare come le traiettorie possano essere definite; che il nostro destino non sia semplicemente scritto nelle stelle. “Black Light, White Light” rivela come il potere della natura e della bellezza ci possa ispirare per creare un mondo migliore, per apportare i correttivi necessari, già individuati nei consessi scientifici internazionali. «Siamo al punto di svolta, e grazie alle nuove tecnologie e alla conoscenza di oggi abbiamo la possibilità di intraprendere un reale cambiamento verso il meglio. – sottolinea Comte – I visionari hanno dimostrato ciò che un uomo con una vera convinzione e un piano d’azione sia in grado di raggiungere. La nostra visione deve essere chiaramente orientata verso la luce». Insomma, «la bellezza salverà il mondo»?, per utilizzare la celebre frase del principe Miškin nell’”Idiota” di Dostoevskij. Probabilmente la Bellezza, al riguardo, può dare un contributo determinante a patto che, sembra sottintendere anche lo stesso lavoro di Comte, non si limiti a una mera questione di gusto, ma ricomprenda innanzitutto una dimensione morale, dalla quale l’essere umano non prescinda più. (Cesare Biasini Selvaggi

In alto: Michel​​ Comte,​​​ light​​​ (2017),​ A​​ialik​​ Glacier
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INFO
Michel Comte. Black Light, White Light
a cura di Jens Remes
dal 28 novembre 2017 al 1 gennaio 2018
Triennale di Milano 
viale Alemagna 6, Milano
ingresso libero
orari: martedì-domenica, 10.30-20.30
www.triennale.org

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