03 novembre 2017

Oursler & Rol, e il “Paranormal”

 
Alla Pinacoteca Agnelli la terza tappa sul collezionismo, dopo le mostre dedicate a Ed Ruscha e Rosemarie Trockel nel 2015 e 2016: ecco Tony Oursler e Gustavo Rol, e Torino sullo sfondo

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Quale città migliore, almeno in Italia, per parlare di esoterismo, misteri e magie se non Torino?
E quale miglior personaggio da indagare se non il pittore, ma anche giornalista e bancario e soprattutto occultista, Gustavo Rol? Alla Fondazione Agnelli, però, non piace vincere facile, e allora ecco che al carismatico personaggio torinese, nato nel 1903 che era in contatto con Walt Disney e Marcello Mastroianni, con Federico Fellini e il Presidente Kennedy, solo per citare alcuni nomi, sono associate una serie di opere (tra cui cinque installazioni inedite concepite appositamente per la mostra) dell’artista americano Tony Oursler, appassionato collezionista di oggetti, pubblicazioni, ephemera legati al mondo del paranormale, che negli anni ha messo insieme una raccolta di oltre 15mila pezzi.
L’impatto, tra teche che raccolgono fotografie, immagini, disegni, tavole, “fantasmi” vari e tre “nuvole” fumose (una dedicata all’inquinamento nella nuova serie degli Ex Voto, proiezioni su tela ispirate dalle pitture presenti nella Chiesa della Consolata), una formatasi dallo schianto degli aerei sulle Torri Gemelle, e una “scultorea” che volteggia nell’aria con proiezione annessa, è quello di una camera delle meraviglie decisamente ricarcata.
Un po’ come lo è, appunto, la storia della nascita della mostra: un progetto di scavo, con l’artista e il curatore Paolo Colombo che hanno rintracciato, in varie collezioni private cittadine, gli oggetti e le opere appartenute e realizzate da Rol nel corso del suo personalissimo percorso nel Novecento. 
Il tutto, però, partendo dalla storia paranormale legata ad un celebre dipinto di Rol, raffigurante un uomo in cammino che pare si sposti nel dipinto con il trascorrere del tempo. Da qui entra in gioco quello che Oursler, nella lunga intervista con Colombo, definisce come il “trauma del contemporaneo”, ovvero la tecnologia. Che si scopre “traditrice” della vita dell’uomo proprio negli Ex Voto della Consolata. Una mostra da scoprire attentamente, superando la fretta mediatica, e avvicinandosi all’adescamento del misterico. Antico o contemporaneo poco importa, visto che il fascino permane. Oscillando come l’uomo di Rol. (MB)

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