01 dicembre 2020

P420: apre la nuova project room ‘onlife’, con Shafei Xia

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A Bologna inaugura oggi la Project Room della galleria P420, uno spazio sperimentale ibrido, "onlife", che abbatte i confini tra live e online. Il primo atto è la personale di Shafei Xia

Shafei Xia, Welcome to my show, installation view, Courtesy P420, Bologna

Con la personale di Shafei Xia (1989, Cina) “Welcome to my show”, a Bologna inaugura oggi, primo dicembre, P4202, la nuova Project Room della galleria P420: «un nuovo project space in larga parte dedicato alla scoperta di artisti giovani ed emergenti grazie ad un programma parallelo a quello principale della galleria», ha spiegato la galleria.

P4202: uno spazio onlife

Nella Project Room accanto alla sede principale della galleria, in centro a Bologna, «gli artisti, anche molto giovani e accuratamente selezionati, avranno la possibilità di esordire in una piattaforma espositiva ibrida, live e online al tempo stesso, che prendendo a prestito un fortunato concetto del filosofo Luciano Floridi, potremmo definire onlife. P4202 intende infatti abbattere le barriere tra virtuale e reale, in un periodo in cui la fruizione dell’arte può dirsi intermediale e fluidamente vissuta tra visite in galleria e social network, mostre e siti internet, fiere e newsletter. Uno spazio democratico, visitabile da tutti e da ogni luogo allo stesso modo, uno spazio frutto della tecnica ma a basso contenuto tecnologico perché l’attenzione è sugli artisti e sulle opere, che potranno comunque essere viste in ogni momento dal vero in galleria», ha spiegato P420.

Shafei Xia, Welcome to my show, installation view, Courtesy P420, Bologna

Intervista a Fabrizio Padovani, co-fondatore della galleria P420 nel 2010, assieme ad Alessandro Pasotti

Come è nato il nuovo project space P4202, come funzionerà e quali sono gli obiettivi di questo progetto?
«Abbiamo sempre sentito il bisogno di uno spazio parallelo, uno spazio anche piccolo, una stanza, quello che tutti chiamano Project Room. Uno spazio dove poter invitare artisti emergenti, anche molto giovani, per una collaborazione insieme che non fosse impegnativa per nessuno. Una presentazione del loro lavoro, un’esperienza insieme. A dire il vero l’abbiamo anche costruita qui vicino alla nostra attuale galleria ma non l’abbiamo mai usata anzi, è subito diventata un piccolo magazzino e lo è ancora oggi. Evidentemente qualcosa non ci convinceva del tutto. Poi durante il lockdown abbiamo riflettuto, come tutti, su quello che stava succedendo, su come stavano cambiando le cose e abbiamo rivolto lo sguardo verso noi stessi interrogandoci se fossimo stati pronti al nuovo futuro. Leggevo Luciano Floridi che da tempo aveva teorizzato l’onlife e quindi abbiamo capito cosa non avrebbe funzionato nella nostra Project Room. Non serviva una Project Room a Bologna. Serviva una Project Room, ma più snella, reattiva, economica, uno spazio democratico, visitabile da tutti e da ogni luogo allo stesso modo, uno spazio virtuale, frutto della tecnica ma a basso contenuto tecnologico perché l’attenzione sarebbe stata sugli artisti e sulle opere, comunque sempre visibili in ogni momento dal vero in galleria. Così è nata P4202, uno spazio accogliente e rilassante dove fare insieme nuove scoperte».
Shafei Xia, Welcome to my show, 2020, acquarello su carta di sandalo intelata/watercolor on sandal paper mounted on canvas, cm.95×145, Courtesy the artist & P420, Bologna (photo Carlo Favero)
Come selezionate gli artisti invitati?

«Come per il nostro programma principale, esclusivamente in base alla nostra sensibilità. Non nascondo che presteremo un’attenzione al territorio – e questa prima mostra ne è un esempio – ma questo non sarà mai vincolante. Priviligeremo artisti di generazioni più vicine  senza neppure rimanere prigionieri di questo format. Forse la parola chiave è scoperta».

Oggi inaugurate il progetto con la personale di Shafei Xia “Welcome to my show”. Che cosa troverà il pubblico nella Project Room?

«Il pubblico troverà una vera e propria mostra, che sfoglierà comodamente in un pdf dove le installation views si alternano alle foto delle opere, alle foto di dettaglio, ai ritratti dell’artista e ai testi di presentazione. La visita è facile, è già tutto fatto, c’è anche un breve video, basta rilassarsi e lasciare scorrere le emozioni».

Shafei Xia, Cabinet, 2020, acquarello su carta di sandalo intelata/watercolor on sandal paper mounted on canvas, cm.120×79, particolare/detail, Courtesy the artist & P420, Bologna (photo Carlo Favero)
Potete riassumerci, in estrema sintesi, la ricerca di Shafei Xia?

«Shafei è nata in Cina nel 1989 e lì ha vissuto fino al 2016 quando si è trasferita a Bologna dove ha portato a termine il biennio di specializzazione all’Accademia di Belle Arti. Per la sua prima mostra personale ha realizzato in tutto otto dipinti su carta di sandalo intelata. “Il tema principale delle sue opere è l’amore” per citare Maura Pozzati “vissuto come desiderio, gelosia e violenza, rappresentato in maniera esplicita o simbolica a seconda dei casi, ma comunque onnipresente”. Shafei si ama e gioca con la vita e i suoi piaceri con profondità, leggerezza e delicatezza al tempo stesso. Insomma niente di noioso e di ordinario nella sua pittura, anzi una continua vibrazione e una continua scoperta».

Shafei Xia, ritratto/portrait (photo Carlo Favero)
Quale ruolo sta assumendo il virtuale nel prolungarsi della pandemia? Ci sono aspetti o pratiche operative che, secondo voi, rimarranno anche dopo la fine di questa situazione?

«Il virtuale non potrà mai sostituire il reale. Ma inevitabilmente lo accompagnerà sempre di più, lo supporterà, lo potenzierà. Prima vivevamo live. Durante il lockdown abbiamo vissuto online per mesi, cosa che abbiamo subito capito non essere sostenibile. La soluzione, inevitabile, è l’onlife. Una forma di ibridazione che ci consentirà di utilizzare i vantaggi delle tecnologie pur continuando a stringerci la mano, ad abbracciarci e a guardarci negli occhi per capire se siamo sinceri».

Quali mostre e progetti proporrà, in generale, la galleria P420 nei prossimi mesi?

«Il programma principale naturalmente continua in galleria e in calendario c’è una mostra personale di Joachim Schmid che aprirà il 23 gennaio e che comprende una grande installazione di Bilder von der Strasse, suo capolavoro realizzato in un arco temporale di 30 anni, e un duo show di Riccardo Baruzzi e Pieter Vermeersch, per la prima volta in galleria, in programma per marzo 2021».

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