07 giugno 2019

Pier Paolo Calzolari al Madre, Napoli

 

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Al Madre di Napoli apre al pubblico la prima retrospettiva esclusivamente dedicata all’opera pittorica e disegnativa di Pier Paolo Calzolari (1943, Bologna), “Painting as a Butterfly”, a cura di Achille Bonito Oliva e Andrea Viliani. 
Ad oltre quarant’anni dall’ultima mostra di Pier Paolo Calzolari in uno spazio pubblico a Napoli (a Villa Pignatelli nel 1977), la mostra al Madre, organizzata in stretta collaborazione con la Fondazione Calzolari, porta nelle sale del museo oltre 70 dipinti, disegni e opere multimateriche – alcuni inediti – realizzati dalla metà degli anni Sessanta a oggi, che documentano tutti i principali cicli e fasi della ricerca dell’artista.
Andrea Viliani, direttore generale del Madre, ci ha raccontato la mostra e ci ha regalato una breve anticipazione sulla prima retrospettiva dedicata esclusivamente alla produzione video-filmica di Liam Gillick, che inaugurerà al museo il prossimo 21 giugno.
Come è nata l’idea della mostra dedicata a Pier Paolo Calzolari? 
«Su una terrazza a Venezia, da una proposta di Achille Bonito Oliva, che cura con me una mostra originata dal comune interesse verso la grande pittura italiana contemporanea, per molti aspetti ancora prova di una storiografica critica complessiva. Venezia è una città fondamentale, per altro, nella formazione pittorica di Calzolari: la città della pittura tonale veneta, che è un’immersione nella “realtà” del colore, contrapposta a quella fiorentina basata sul disegno, ma è anche la città dell’”astrazione” bizantina. Credo che questa mostra di sintesi non potesse che essere concepita a Venezia, e realizzarsi a Napoli, città pittorica per eccellenza».
Perché avete deciso di dedicare una mostra esclusivamente all’opera pittorica e disegnativa dell’artista? Quali aspetti della sua ricerca emergono, in particolare, in mostra?
«L’artista ha definito la sua una “pittura di ascolto”, un esercizio di attenzione che ha praticato dal 1965 in poi. In questo senso la mostra al Madre – sviluppata intorno alla riflessione sul mezzo pittorico da parte dell’artista – cerca innanzitutto di fare silenzio per “ascoltare”, rivolgere la nostra attenzione verso questa pittura, fino ad oggi meno studiata rispetto ad altre tipologie di opere dell’artista. Ma la mostra è anche un consapevole tentativo di riscrittura della storia dell’arte contemporanea italiana per come la conosciamo, in continuità con i principali progetti espositivi, editoriali e di ricerca organizzati dal Madre in questi anni. Calzolari è esponente, a partire dagli anni Sessanta, delle ricerche afferenti all’Arte Povera. Bonito Oliva il teorizzatore del “ritorno alla pittura” definitosi, alla fine degli anni Settanta, con la Transavanguardia. Se la prima fu intesa anche come rifiuto delle tecniche artistiche tradizionali (quali la pittura) a favore dell’uso di materiali quotidiani, ordinari e organici e di processi in tempo reale, in grado di riscrivere l’esperienza stessa del fare artistico in una dimensione critica e conoscitiva, la seconda fu intesa invece come un fare non lineare che attraversa la storia dell’arte, delle sue tecniche e dei suoi materiali, delle sue forme e dei suoi motivi ispiratori, per riproporle in un dinamico rapporto con la sensibilità contemporanea. Ripensando anche questi presupposti storiografici, ed analizzando le loro possibili e molteplici relazioni, questo progetto diviene uno strumento di ricerca volto a approfondire una pratica complessa, quale appunto quella di Pier Paolo Calzolari, in cui la pittura non è mai “tornata” perché in realtà non se ne era mai andata… Nei suoi dipinti e disegni sono impastati insieme luce, colore, forma, materia e oggetto – per esempio nel confronto fra un monocromo rosso e una fiamma viva o fra il colore giallo e la luce che si spande da una finestra vera al centro del quadro – portando liberamente a confronto elementi e concetti apparentemente antitetici quali astrazione e figurazione, materia naturale e rappresentazione pittorica, superficie bidimensionale e oggetto o ambiente tridimensionali, dimensione visuale e performativa (restituita come in un tableau vivant da attori ma anche dalla presenza di motori ghiaccianti, voci registrate, trenini o carrelli in movimento). La pittura, per Calzolari, è davvero come una farfalla (titolo della mostra e dell’opera che, come un’effige, la introduce): una lieve forma-colore che si libra nello spazio e nel tempo in cui anche noi co-esistiamo, senza un punto di appoggio se non la volontà di capire come rappresentare il mondo nella sua fuggevole essenza». 
Come si articola il percorso espositivo?
«Articolandosi dal terzo piano alle Sale Clemente e Sale Facciata del secondo piano, la mostra suggerisce l’ipotesi di un ordine cronologico che, con frequenti scarti e sovrapposizioni, ripercorre tutti i principali cicli e le più seminali sperimentazioni pittoriche dell’artista. Molte opere, anche storiche, sono inedite, come quelle degli anni Ottanta, per cui l’artista ha anche ideato una nuova presentazione performativa – che sembra introdurci nel vivo dello studio dell’artista – intitolata “Rapsodie inepte (Capricci)”. Nella sala al piano terra, infine, opere di varie epoche, supporti e tecniche ritornano insieme, come in un loop dinamico che, consapevolmente, rimette in prospettiva l’impianto cronologico precedente». 
Come si inserisce questa mostra nella programmazione del Madre?
«Il Madre sta dedicando da anni una particolare attenzione all’arte italiana, operando come un vero e proprio centro di ricerca (quale è, anche formalmente, da quest’anno). Ed è anche il caso, a suo modo esemplare, di questa mostra e del catalogo scientifico che l’accompagnerà».
Tra alcuni giorni inaugurerà anche un’importante mostra dedicata alla ricerca di Liam Gillick. Potreste darci una brevissima anticipazione?
«”In piedi in cima a un edificio: Film 2008-2019 / Standing on Top of a Building: Films 2008-2019” è la prima retrospettiva dedicata esclusivamente alla produzione video-filmica di Liam Gillick, artista che nella sua pratica esplora lo spazio-tempo culturale, politico, economico della società tardo-capitalista, globalizzata e digitale contemporanea, rivendicando come ancora possibili la riflessione, la consapevolezza e la partecipazione dell’individuo. In mostra, a cura di Alberto Salvadori e del sottoscritto, saranno presentati per la prima volta insieme i più importanti video e film dell’artista dal 2008 al 2019, in un allestimento appositamente concepito dall’artista che reintepreta l’architettura del museo come uno spazio critico, fra white cube del museo e black box del cinema. Ogni sala sarà contrassegnata da interventi grafici fra loro rispondenti (manifesti, pitture murali) ma anche da una scansione temporizzata dei suoni rispetto alle immagini, che delineano un vero e proprio percorso conoscitivo, ancor prima che di visita. Come se fosse un vero e proprio film, la mostra sarà anticipata da un trailer, diffuso sui canali del museo». (Silvia Conta)
Pier Paolo Calzolari
“Painting as a Butterfly”
A cura di Achille Bonito Oliva e Andrea Viliani
Dall’8 giugno al 30 settembre 2019
Madre Napoli – Museo d’arte contemporanea Donnaregina
Via Settembrini 79, Napoli
Opening: 7 maggio 2019
Orari: il lunedì e dal mercoledì al sabato, dalle 10.00 alle 19.30, domenica 10.00 — 20.00
(chiuso il martedì) 
www.madrenapoli.it, info@madrenapoli.it

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