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Oggi alle 18:00, nella cabina telefonica di Piazza Cavour, in occasione di Milano PhotoWeek 2017, il Moronauta torna con il secondo capitolo di RIP (acronimo di “Riposa in pace”), pseudonimo con cui l’artista ha scelto di chiamare il suo progetto di pre-archeologia urbana dedicato alle ex cabine SIP (o Telecom). Dopo una prima presentazione avvenuta nella cabina telefonica di Viale Brianza il novembre scorso, il Moronauta insieme al duo curatoriale Punto (Elisa Lemmo- Giorgia Quadri), vuole richiamare l’attenzione degli abitanti di Milano sui mutamenti in atto nel tessuto urbano. La cabina telefonica quale espediente per riflettere sui celeri cambiamenti avvenuti nel campo della comunicazione dagli anni ’90 ad oggi, ed anche, metafora universale di quegli oggetti, luoghi o azioni che si stanno estinguendo dalla nostra quotidianità. Non si tratta di un salto nel passato o uno sguardo verso il futuro, ma di un istante da dedicare a ciò che lentamente (e nemmeno così tanto), sta scomparendo sotto i nostri occhi senza che se ne presti la giusta attenzione. Dopo un primo momento maggiormente riflessivo e sensoriale, in cui il Moronauta all’interno della cabina RIP voleva «stabilire un primo contatto» con il pubblico, invitandolo a fruire della sua ricerca fotografica e sonora; l’artista intende presentare le più recenti evoluzioni del progetto e del suo essere entrato nel vivo della città, insieme alle persone che la abitano. Dal centro caotico di Milano con il suo flusso costante e distratto di persone, il progetto RIP si è spostato nelle zone periferiche di Niguarda, Lorenteggio e Gratosoglio, luoghi in cui il tempo è più lento e le persone da generazioni vivono intensamente il quartiere conoscendone ogni angolo e trascorrendoci intere giornate. Il Moronauta insieme al fotografo Michele Argnani, è andato alla ricerca delle tracce di queste cabine e delle testimonianze di chi ne faceva uso quotidianamente, ed anche di chi, essendo nato nell’era digitale, non ha saputo che farsene. La pre-nostalgia – termine coniato dal Moronauta per indicare una sensazione di mancanza che si può provare prima ancora di essersi distaccati fisicamente da un oggetto, persona o luogo – insieme alla curiosità, sono divenuti strumenti partecipativi attraverso cui affrontare il presente raccogliendo memorie e “non memorie” dello spazio urbano, ma soprattutto, di come questo viene vissuto. RIP è un progetto che, come sostiene l’artista, vuole essere «un piccolo atto di resistenza urbana», passando dal dato estetico di questi reperti al loro riutilizzo. Di conseguenza per dirla con Foucault, il Moronauta ci mostra la cabina come un’eterotopia: un portale che ci pone davanti all’illusione di essere in contatto con centinaia di altri luoghi e persone, e che attraverso vari elementi interattivi ci obbligherà a prendere coscienza del nostro presente. Seguite il progetto sulla pagina facebook ProntoPronto.
Elisabetta Rastelli