13 marzo 2019

Simone Mussat Sartor da Alberto Peola

 

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Da questa sera la galleria Alberto Peola, a Torino, ospita “Memorie private”, a cura di Marco Rainò, la seconda personale in galleria di Simone Mussat Sartor (1972, Torino): una mostra di polaroid realizzate con un preciso impianto progettuale, in cui l’azione fotografica del padre che ritrae le figlie nel corso di due anni e mezzo, diventa un modo per confrontarsi con il mezzo fotografico, riflettendo in particolare sul ritratto e sul rapporto, più in generale, tra chi ritrae e chi viene ritratto. «Le “memorie private” di Simone Mussat Sartor – scrive il curatore nel comunicato stampa -, nel loro riprodursi per istantanee, costituiscono un originale atlante visivo: le sue immagini – allo stesso tempo esatte ed indeterminate – organizzate in trittici e rese nei registri stemperati delle loro impalpabili tonalità acquose, mettono in scena una delicata, preziosa intimità, ricorrendo ad una grammatica espressiva che rivela una carica emotiva, e sentimentale, d’eccezione».
Abbiamo posto alcune domande sulla mostra all’artista e al curatore.
Simone, che opere vedremo in mostra e come é strutturato il percorso espositivo?
«”Memorie private” è un ciclo di ventuno trittici polaroid che ritraggono tre personaggi femminili, sempre gli stessi, nell’arco di due anni e mezzo, in tre diversi momenti – bambina ragazza donna -, con stessi abiti, stessa posa, nel medesimo luogo. A una prima occhiata sembrano immagini della stessa fanciulla ritratta a distanza di tempo, invece sono tre soggetti diversi, tre sorelle per l’esattezza, ritratte meccanicamente, quasi asetticamente come icone cronologicamente differenti. A ritrarle è il padre, per questo si tratta di “memorie private”. L’idea molto semplice e molto intima ci suggerisce una documentazione familiare in cui risaltano similitudini o differenze estetiche e psicologiche delle fanciulle, ritratte in  scatti secchi simili ma mai uguali tra di loro. Un lavoro che si pone tra l’archivio, la documentazione e l’intimità che esiste tra un padre e le sue figlie. I ventuno trittici sono esposti nelle due stanze della galleria senza un ordine preciso, senza che cronologia o colori o gusto siano una guida. Le dimensioni sono leggermente diverse; ogni cornice comprende tre polaroid dello stesso formato realizzate utilizzando, a secondo dei casi, una Kodak Instamatic, una Polaroid 600 o una Polaroid Spectra».
Una domanda al curatore, Marco Rainò: puoi riassumerci, in estrema sintesi, la ricerca dell’artista?
«Lo sguardo ossessivo e dinamico di Simone Mussat Sartor è in grado di cogliere attraverso la sua ricerca fotografica il ritmo vibrante di diversi tessuti urbani, di tutto ciò che è agglomerato, comunità, vita. Uno dei primi lavori di Simone Mussat Sartor, “Gambe” (2011-2016), ne è un esempio calzante e riassume al meglio la sua poetica e la sua ricerca artistica. L’inquadratura è istintiva, spesso in movimento, formulata lungo il tragitto che porta da un punto iniziale ad uno finale, di destinazione; l’immagine è presa “nel frattempo”, progettata per non essere progettata, incidentalmente autentica o autentica perché incidentale. I lavori presentati oggi in occasione della sua seconda personale presso la galleria Alberto Peola sono invece riconducibili alla categoria del ritratto. I tre soggetti ricorrenti, sono raffigurati in posa, secondo tagli differenti, in scenari variabili. Lo sguardo dei soggetti si rivolge, di volta in volta, a chi fotografa oppure in direzioni altre, fuori campo. Ma è la presenza di questi soggetti e il loro reciproco assimilarsi in un gioco di mutua corrispondenza a essere centrale in queste immagini». 
Una domanda per la galleria, a cui hanno risposto Alberto Peola, direttore, e Francesca Simondi, manager director: come si inserisce questa mostra nella programmazione della galleria? Quali saranno i progetti che presenterete nei prossimi mesi?
«L’attenzione verso il territorio, la propria città e gli artisti che vi lavorano è stata da sempre un importante criterio di scelta delle opere da esporre da parte della galleria Alberto Peola. Il lavoro di Simone Mussat Sartor rientra proprio in questo filone. Oltre alla personale in galleria, Simone Mussat Sartor sarà protagonista di un altro evento che coinvolgerà il capoluogo piemontese. Giovedì 2 maggio verrà infatti inaugurata “The Phair”, una fiera inedita riservata esclusivamente alla fotografia. Ideata e diretta da Roberto Casiraghi, vedrà coinvolte trentasei gallerie italiane. A seguire, giovedì 23 maggio, inaugureremo la mostra dell’artista Laura Pugno dal titolo “L’invisibilità dell’inverno” a cura di Manuela Pacella». (Silvia Conta)
Simone Mussat Sartor 
“Memorie private”
a cura di Marco Rainò
Dal 15 marzo al 18 maggio 2019

Alberto Peola Arte Contemporanea
Via della Rocca 29, Torino
Opening: giovedì 14 marzo 2019, dalle 19:00 alle 21:00
 
Orari: dal martedì al sabato, dalle 15 alle 19 (al mattino su appuntamento)
www.albertopeola.com, info@albertopeola.com

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