09 maggio 2019

Studio La Città al Giudecca Art District

 

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Al GAD – Giudecca Art District, sull’isola della Giudecca, da oggi, 8 maggio, le due mostre organizzate da Studio La Città, di Verona, in occasione della 58ma Biennale Arte di Venezia: la personale di Hiroyuki Masuyama “After J.M.W. Turner 1834 – 2019” e il progetto condiviso “Recursions and Mutations”, che, da un’idea di Jacob Hashimoto e con la curatela di Hélène de Franchis, ha visto interagire Vincenzo Castella, Lynn Davis, Jacob Hashimoto e Roberto Pugliese.
Abbiamo posto alcune domande sulle due mostre allo staff di Studio La Città.
Come sono nati i progetti espositivi che presentate al GAD – Giudecca Art District? Come si collegano all’attività di Studio La Città?
«Da oltre 10 anni, Studio la Città è presente a Venezia in occasione della Biennale, promuovendo i propri artisti all’interno di spazi, sia pubblici che privati: il Museo Nazionale Archeologico per le fotografie di Lynn Davis nel 2012, la Fondazione Querini Stampalia per l’installazione di Jacob Hashimoto nel 2013, Palazzo Cini per la mostra di Ettore Spalletti nel 2015, Palazzo Flangini sul Canal Grande per la doppia personale di Jacob Hashimoto e Emil Lukas nel 2017. La location è sempre stata intimamente legata agli artisti, ai loro lavori e alla tesi generale a cui questi sottendono e così, anche quest’anno, per la mostra “Recursions and Mutations” la scelta di decentrarci sull’isola della Giudecca non è stata casuale: in un momento in cui gli artisti prediligono la propria affermazione individuale, qui essi si confrontano l’un l’altro, sperimentano e, all’interno di una bottega (d’arte), danno forme diverse all’unico tema universale sotto il quale si sono raccolti e da cui nasce il titolo di questa esposizione. Vincenzo Castella, Lynn Davis, Jacob Hashimoto e Roberto Pugliese si sono deliberatamente scelti a vicenda e, nonostante siano molte le differenze tra loro – età, provenienza, tipologia di opere ecc. – tutti e quattro hanno riconosciuto e apprezzato l’uno il lavoro degli altri, e hanno individuato una comunanza legata al processo creativo che sta alla base della realizzazione delle loro opere (il processo di recursione e mutazione, per l’appunto). Da qui l’idea di lavorare assieme in uno spazio industriale, più simile ad uno studio artigiano che ad una galleria d’arte, all’interno del neo-nato GAD – Giudecca Art District». 
Che tipo di mostra sarà la collettiva “Recursions and Mutations”? Qual è il suo concept e come avete scelto gli artisti invitati? 
«”Recursions and Mutations” nasce dall’intuizione di Jacob Hashimoto di realizzare una mostra che prenda in esame alcuni processi di reiterazione e cambiamento nella pratica artistica. Per farlo, Hashimoto ha deciso di confrontarsi direttamente con alcuni tra i suoi colleghi con cui questo dialogo potesse crescere, grazie soprattutto alla stima reciproca. Partendo da questa modalità squisitamente relazionale, la mostra è il risultato delle interazioni tra Vincenzo Castella, Lynn Davis, Jacob Hashimoto e Roberto Pugliese: questi artisti hanno scelto di lavorare insieme a questo progetto condiviso, in cui il dialogo ha avuto un ruolo rilevante. La mostra analizza come il processo – che comprende la ripetizione, il suo riscontro e il successivo atto di deviazione/mutazione – possa essere impiegato come dispositivo analitico per leggere la realtà che ci circonda. In particolare il fenomeno della ricorsività – recursion – si riferisce all’impiego di un criterio che garantisca risultati contenenti se stessi in forma riconoscibile, una sorta di filiazione diretta, nella quale gli elementi costitutivi sono visivamente reiterati, seppure trasformati. La mutazione – mutation – risponde invece alla tendenza al cambiamento, a una variazione significativa ma non totale, in cui la forma precedente sia ancora percepibile. Questo fenomeno è presente nella letteratura e nella musica, ma anche nelle arti visive, dove spesso diviene l’impianto concettuale dell’opera stessa. La mostra, organizzata da Studio la Città, curata dalla sua titolare Hélène de Franchis, avrà un saggio in catalogo a firma di Daniele Capra».  
Come sarà articolata la personale di Hiroyuki Masuyama? Quale nucleo di opere sarà presentato?  
«Alla Giudecca lo spazio si articola su più livelli: al piano inferiore presentiamo la mostra di Masuyama dal titolo “After J.M.W. Turner 1834 – 2019”, un ciclo di lightbox che traggono ispirazione dalla pittura di viaggio di Joseph Mallord William Turner, lo straordinario pittore inglese vissuto tra Settecento e Ottocento. Masuyama ha ripercorso le tappe del viaggio di Turner (qui in particolare è esposta la tappa veneziana) e ha scattato delle fotografie negli stessi luoghi,  operando successivamente dei sofisticati montaggi in studio. Il risultato sono delle lightbox composte da centinaia di scatti sovrapposti che, solo ad un primo sguardo, sembrano delle riproduzioni dei dipinti ottocenteschi di Turner, ma avvicinandosi rivelano il mondo di oggi, manifestando come il fulcro della ricerca di questo artista sia il Tempo».
Che mostre sono in corso, in questo periodo a Verona, nella sede della galleria Studio La Città?
«Parallelamente nel nostro spazio di Verona, sono visitabili due mostre, inaugurate lo scorso 4 maggio: anche qui Jacob Hashimoto sarà uno dei protagonisti, sia in veste di curatore per la collettiva di artisti americani da lui selezionati – Dave Hardy, Dave Kennedy, Elizabeth Moran, Abbey Williams – in “The artifact labyrinth: unfixed histories and the language of transformation”, che come artista in una personale di coloratissime opere a parete dal titolo “Heartbeat of Irreducible Curves”». (Silvia Conta)
VENEZIA
Vincenzo Castella, Lynn Davis, Jacob Hashimoto, Roberto Pugliese 
“Recursions and Mutations”
Da un’idea di Jacob Hashimoto, a cura di Hélène de Franchis
e
Hiroyuki Masuyama 
“After J.M.W. Turner 1834 – 2019” 
Dall’8 maggio al 28 luglio 2019
GAD – Giudecca Art District
Fondamenta San Giacomo 211/B
Sestiere Dorsoduro, Isola della Giudecca, Venezia
Orari: dal martedì alla domenica, dalle 11:00 alle 18:00 (chiuso il lunedì) 
www.studiolacitta.it
—— 
VERONA
Dave Hardy, Dave Kennedy, Elizabeth Moran, Abbey Williams
“The Artifact Labyrinth: unfixed histories and the language of transformation”
A cura di Jacob Hashimoto
Dal 4 maggio al 7 settembre 2019
e
Jacob Hashimoto
“Heartbeat of Irreducible Curves”». 
Dal 4 maggio al 9 novembre 2019
Studio la Città
Lungadige Galtarossa 21, Verona
Orari: dal martedì al sabato, dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 19:00
(8 e 9 maggio e 11, 12, 13 giugno 2019: dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 18:00)
www.studiolacitta.it

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