30 ottobre 2019

Torino Art Week: Paolo Grassino a Palazzo Saluzzo Paesana

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A Palazzo Saluzzo Paesana l'antologica di Paolo Grassino "T30", tra attualità e futuro. L'artista ci racconta la mostra, aperta fino al 30 novembre

Grassino Palazzo Saluzzo Paesana
Paolo Grassino, Analgesia, 2012, courtesy l'artista e Davide Paludetto Arte Contemporanea

A Palazzo Saluzzo Paesana, a Torino, inaugura oggi, 30 ottobre, la personale di Paolo Grassino (1967, Torino) “T 30”, a cura di Lorand Hegyi, realizzata in collaborazione con Davide Paludetto Arte Contemporanea e con l’Istituto Garuzzo per le Arti Visive.

Il percorso espositivo, attraverso una decina di lavori di grandi dimensioni allestiti «nella corte e nelle sale storiche di Palazzo Saluzzo Paesana, raccoglie parte della ricerca artistica di Paolo Grassino che con le sue opere indaga riflessioni a volte poetiche a volte legate alla più stringente attualità in un percorso complesso e distopico dove le tracce di un possibile futuro si rilevano già nel nostro quotidiano», si legge nel comunicato stampa.

Abbiamo posto alcune domande sulla mostra a Paolo Grassino.

Come è nata l’antologica “T30” pensata per gli spazi di Palazzo Saluzzo Paesana?

«“T30” è una mostra che raccoglie e racconta con una decina di opere di grandi dimensioni, alcune esperienze e tematiche della mia ricerca artistica. L’intento è di dare al pubblico della città di Torino e non solo, un ragguaglio sulla mia attività con lavori che vanno dal 2006 ad oggi. L’idea di realizzare questa esposizione nasce da Davide Paludetto che oltre a essere amico mi sta accompagnando da alcuni anni nella mia attività artistica. Nel costruire il progetto definitivo dell’esposizione sono stati coinvolti enti e aziende che ci hanno dato il loro sostegno professionale come Rosalba e Giorgio Garuzzo dell’IGAV e la Fonderia Artistica di Piero de Carli. Lorand Hegyi mi ha aiutato nella selezione delle opere per un’intesa opportuna con le sale storiche di Palazzo Saluzzo Paesana e per formare un percorso espositivo omogeneo e esaustivo».

Quali parti della produzione sono rappresentate nel percorso espositivo? Perché avete scelto di porre l’accento su di esse?

«Con Davide Paludetto e Lorand Hegyi abbiamo cercato di raccogliere, anche da collezioni private, una serie di lavori che affrontano tematiche esistenziali che narrano con visioni distopiche i mutamenti e le derive della società attuale. Crediamo che sia necessario parlare con lo strumento dell’arte di problematiche sociali che possono oscurare maggiormente il nostro quotidiano o ancor peggio il nostro futuro. Penso che sia una presa di posizione di responsabilità civile, un supporto necessario in questo momento storico. Il percorso espositivo si apre con “Analgesia”, complessa opera in fusione di alluminio realizzata nel 2012, che vuole porre l’accento sull’indifferenza e l’apatia e si conclude con “Invalicabile”, uomini/muro feriti da vetri taglienti che con la loro presenza statica raccontano di confini insormontabili».

In mostra ci sarà anche un’opera inedita, Lavoro rende morte. Come è nata e perché avete scelto di presentarla in questa occasione?

«Lavoro rende morte appartiene ad una serie di lavori scaturiti dalla tragedia del 2007 avvenuta negli stabilimenti della ThyssenKrupp di Torino. E’ un ciclo di opere dure e brutali, ruvide e di condanna. Credo che questo doloroso avvenimento non vada dimenticato. I tempi che viviamo hanno velocità vertiginose di mutamento e trascurano le basi di una società civile. Questa mostra è un’occasione importante per omaggiare ancora una volta le vittime di un disastro provocato dall’incuria e dal profitto».

In quali progetti espositivi ti vedremo coinvolto nei prossimi mesi?

«In questi ultimi anni sto lavorando molto come “promotore” di una giovanissima generazione di artisti. Cerco di ricostruire ciò che nel tempo si è andato un po’ perso e cioè l’aiutare ad emergere realtà che meritano di appartenere ad una discussione attiva dell’arte. Credo molto nella forza propulsiva dell’arte, è la mia unica fede, e penso che collaborare e sostenere le nuove leve sia come restituire ciò che mi è stato donato da questa passione. Parallelamente sto preparando una grande mostra personale nel Parkview Museum di Beijing che sarà anch’essa a cura di Lorand Hegyi, amico e compagno di strada da molti anni».

Paolo Grassino
T30
A cura di Lorand Hegyi
Una produzione di Davide Paludetto Arte Contemporanea in collaborazione con Istituto Garuzzo per le Arti Visive
Dal 30 ottobre al 30 novembre 2019
Palazzo Saluzzo Paesana
Via della Consolata 1 bis, Torino
Opening: 30 ottobre 2019, dalle 21.00 a mezzanotte
Orari: 31 ottobre e 1 novembre: dalle 11.00 alle 20.00, 2 novembre: dalle 11.00 alle 20.00 e dalle 21.00 a mezzanotte, 3 novembre: dalle 11.00 alle 20.00.
Dal 5 al 30 novembre: dal martedì alla domenica, dalle 16.00 alle 20.00 (lunedì chiuso)

www.palazzosaluzzopaesana.it, www.davidepaludetto.com, info@davidepaludetto.com

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