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Da Vettor Pisani a Elisabetta Catalano, passando da Joseph Beuys, incrociando Christo, Luca Maria Patella, Joseph Kosuth, Nunzio, Jeannette Montgomery Barron, Mimmo Rotella, Elisabetta Benassi, Gianni Piacentino. Stoppando su E il topo, Stefania Galegati Shines, accelerando su Giuseppe Stampone: sono quaranta gli artisti “sulla strada” della storica galleria romana Pio Monti, che da stasera fino al 15 luglio accompagnerà i visitatori in un viaggio ispirato forse più al “ground”, la terra, che all’underground.
I riferimenti? Ovviamente sono tutti per loro: i grandi Jack Kerouac e Allen Ginsberg, che insieme agli altri autori della Beat Generation ci hanno insegnato a respirare e ad amare il gusto dell’asfalto, della polvere, delle grandi highway americane. Certo, il ghetto di Roma non è Los Angeles, San Francisco o New York City, ma la strada è un’idea, e ognuno dei tanti interpellati a riguardo ha fornito la propria versione. Affascinanti interpretazioni nate riflettendo su quel luogo fisico e non che, nell’ultimo mezzo secolo, non solo ha prodotto stimoli ma anche miti.
Un viaggio lucido o immaginario, fatto di asfalto, percorsi, motori e segnali, accompagnato anche da una poesia di Nicola Monti, e documenti storici provenienti dall’archivio della galleria. Per rinforzare il concetto che “La Strada” non per forza deve essere quella disperata e dura che ci ha mostrato Fellini, ma crocevia di esperienza, incontri e – ovviamente la vita reale non manca – scontri. Buon viaggio!