09 marzo 2021

World Press Photo 2020 al Forte di Bard, Valle d’Aosta

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Dal 10 aprile al Forte di Bard 140 scatti del World Press Photo 2020, dopo la tappa a Palazzo Madama, a Torino

Lee-Ann Olwage for NPR, 2020 Photo Contest, Portraits, Singles, 2nd Prize

Da domani, 10 marzo, il Forte di Bard, in Valle d’Aosta, prosegue il percorso dei grandi eventi legati alla fotografia e, fino al 15 aprile, presenta la mostra degli scatti vincitori del World Press Photo 2020, il più prestigioso premio al mondo dedicato al fotogiornalismo: all’interno dell’Opera Mortai, le 140 immagini vincitrici e più rappresentative del 2019, divise in otto diverse categorie: Contemporary issues, Environment, General news, Long Term Projects, Spot news, Nature, Portraits, Sport e Spot news.

«Le fotografie – ha ricordato l’organizzazione – sono state scelte da una giuria di esperti internazionali che ha esaminato i lavori di 4.282 fotografi, provenienti da 125 paesi per un totale di 73.996 immagini. Sono arrivati in finale 44 fotografi, provenienti da 24 paesi, tra cui sei italiani: Fabio Bucciarelli, secondo premio nella sezione “General news, storie”, Lorenzo Tugnoli primo nella sezione “Contemporary issues, storie”, Nicolò Filippo Rosso terzo nella sezione “Contemporary issues, storie”, Luca Locatelli, primo nella sezione “Ambiente, storie”, Alessio Mamo secondo in “General news” e Daniele Volpe, primo per la categoria “Progetti a lungo termine”».

«Tra le novità di questa edizione nell’allestimento al Forte di Bard, il The Winner Wall, un maxicombo di 3×5 metri di grandezza che presenterà le migliori foto vincitrici del premio Foto dell’Anno dal 1955, anno della prima mostra, ad oggi», ha proseguito il Forte di Bard.

Yasuyoshi Chiba, Agence France Presse, 2020 Photo Contest, General News, Singles, 1st Prize

In mostra anche lo scatto di Yasuyoshi Chiba, vincitore della foto dell’anno con Straight Voice. «Lo scatto ritrae un giovane che, illuminato dai telefoni cellulari dei suoi compagni, recita poesie nel corso di una manifestazione di protesta che reclama un governo democratico per il Sudan, durante un blackout a Khartum, il 19 giugno 2019.
Ha spiegato il presidente della giuria Lekgetho Makola: “Soprattutto in un tempo in cui c’è molta violenza e molti conflitti, è importante un’immagine che possa ispirare le persone. E qui vediamo questo giovane che non sta sparando, non lancia sassi, ma recita una poesia. Esprime un senso profondo di speranza”», si legge nel comunicato stampa.

«World Press Photo 2020 si conferma l’appuntamento che restituisce al mondo intero la enorme capacità documentale e narrativa delle immagini, rivelandone il fondamentale ruolo di testimonianza storica del nostro tempo. Il premio, giunto alla 63esima edizione, è stato ideato nel 1955 dalla World Press Photo Foundation, organizzazione indipendente senza scopo di lucro con sede ad Amsterdam», ha ricordato l’istituzione.

World Press Photo 2020 a Palazzo Madama, Torino

La mostra è itinerante e fino a pochi giorni, fino al 5 marzo, era allestita negli spazi di Palazzo Madama a Torino, dove Chiara Gallo l’ha vistata per noi:

«La rassegna allestita a Palazzo Madama racconta attraverso 157 potenti immagini di reporter di tutto il mondo gli eventi dell’anno appena trascorso: non solo pandemia, ma anche catastrofi ambientali, rivolte di cui si parla spesso troppo poco. 

In mostra, i premiati dal concorso internazionale World Press Photo a cui ogni anno partecipano migliaia di fotografi delle maggiori testate editoriali dal National Geographic a El Pais che si contendono il titolo nelle otto categorie: Contemporary Issues, Environment, General News, Long-Term Projects, Nature, Portraits, Sports, Spot News. 

La giuria ha esaminato i lavori di 4.282 fotografi, provenienti da 125 paesi per un totale di 73.996 immagini. In finale sono arrivati 44 fotografi provenienti da 24 paesi. ”Straight Voice” del giapponese Yasuyoshi Chiba dell’agenzia Agence France-Presse si è aggiudicata il premio World Press Photo of the Year 2020. Uno scatto realizzato a Khartum a giugno 2019, dopo il colpo di stato militare contro Omar al-Bashir. Ritrae un ragazzo, illuminato dalla luce dei telefoni cellulari, che in una manifestazione in Sudan recita una poesia di fronte ad altre persone che lo applaudono. Tra gli altri finalisti, Tomer Kaczor, che ha ritratto una rifugiata armena affetta dalla sindrome da rassegnazione dopo aver assistito a un evento traumatico, Mulugeta Ayene, con una foto scattata durante i funerali delle vittime del volo Ethiopian Airlines 302 e Farouk Batiche con le proteste antigovernative in Algeria, Ivor Prickett, che ha raccontato la lotta dei curdi in Iraq e Nikita Teryoshin, presente alla più grande conferenza sulla difesa nel Medio Oriente. 

Antonio Pizarro Rodriguez, Diario De Sevilla, 2020 Photo Contest, Nature, Singles, 3rd Prize

Il francese Romain Laurendeau ha vinto invece il World Press Photo Story of the Year, la categoria dedicata alla migliore sequenza di immagini di rilevanza giornalistica. Lo scatto premiato “Kho, the Genesis of a Revolt” documenta il disagio che stanno vivendo in Algeria e la forza ispiratrice delle nuove generazioni nelle proteste del 2019. Commovente soprattutto il bacio tra due adolescenti che sfidano tutti i tabù del paese. 

Tra gli scatti più suggestivi anche quello di Lee-Ann Olwage, diventato il manifesto della mostra. La fotografa ritrae l’artista drag e attivista Belinda Qaqamba Ka-Fassie mentre posa orgogliosa a Khayelitsa, piccola città del Sud Africa, di fronte a uno spazio in cui le donne cucinano e vendono carne. 

Tra i sei italiani sul podio anche il torinese Fabio Bucciarelli, classe 1980, che si è aggiudicato il secondo premio nella sezione storie della categoria General News per un servizio realizzato per L’Espresso sulle proteste in Cile, iniziate a ottobre 2019 dopo l’approvazione di una legge sull’aumento del prezzo del biglietto della metropolitana della capitale e proseguite per denunciare soprattutto le forti disuguaglianze economiche e sociali del paese. Ma anche Daniele Volpe che racconta con il suo progetto fotografico il genocidio della comunità Ixil dei Maya. 

La World Press Photo 2020 a Torino “È stata prorogata fino allo scorso 5 marzo, per dare la possibilità a chi non l’avesse potuta visitare nell’autunno scorso, in attesa, ovviamente, dell’edizione del 2021, i cui vincitori saranno proclamati a marzo” spiega Vito Cramarossa».

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