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È scomparso Juan Muñoz, uno dei più importanti scultori del nostro tempo e senza dubbio il più noto artista spagnolo contemporaneo. Aveva 48 anni ed era all’apice della sua carriera. Lo scorso anno aveva ricevuto il prestigioso “Premio Nacional de Artes Plásticas 2000” e tutt’ora è esposta nella Sala delle Turbine della nuova struttura della Tate Modern di Londra, la sua installazione di grandissime dimensioni (135 metri di larghezza per 35 metri di altezza) intitolata “Double Bind” (Doppio legame). L’opera, dal grande impatto emotivo, sarebbe dovuta restare visibile fino al 17 febbraio 2002, e non è dato sapere -per il momento- se l’evento della improvvisa morte dello scultore spagnolo modificherà questa data.. “Double Bind” è un’installazione giocata sul filo sottile delle apparenze e delle incomprensioni quotidiane, e che si avvale di una molteplicità di spunti, anche tecnici – dalla scultura all’architettura, dalla scenografia all’installazione – fondendo il tutto attraverso la dimensione unificante, ma sempre sfuggente, del grottesco e dell’incongruo. All’interno dell’opera due ascensori in moto perpetuo svelano al visitatore, già frastornato da un pavimento costellato da grandi sprofondamenti, alcuni reali e altri illusori, uno spazio surreale, animato da figure umane dall’aspetto equivoco, sarcastico ed indefinibile.
Juan Muñoz si considerava uno scultore di tipo tradizionalista, e in una recente intervista aveva affermato “ Sono contento di collocare la mia opera in un punto intermedio della comprensione”, così come del resto si diceva felice del fatto che negli ultimi anni si fossero attenuate le imposizioni delle mode e delle correnti artistiche, in modo tale che ognuno potesse “esprimersi liberamente senza paura di fraintendimenti”.Con Muñoz scompare un personaggio dalle posizioni personali ed artistiche spesso difficili, come ad esempio quelle tenute nei confronti delle principali istituzioni museali del suo paese, e che comunque non hanno impedito la sua convocazione nelle più prestigiose rassegne d’arte di tutto il mondo. Nato a Madrid nel 1953, l’artista spagnolo irrompe nella scena dell’arte contemporanea internazionale negli anni ’80. Era sposato con l’artista Caterina Iglesias, ach’essa vincitrice, nel 1999, del “Premio Nacional de Artes Plásticas”.
Formatosi alla Central School of Art an Design, alla Craydon School of Art di Londra, nonché al Pratt Center di New York, Muñoz ha svolto per molti anni gran parte della sua attività artistica al di fuori del suo Paese, salvo qualche sporadica mostra, come quella che tenne nel 1984 nella ormai scomparsa Galeria Vijande, in cui fece conoscere il suo leggendario lavoro “El balcón vacío” (Il balcone vuoto). Lavora freneticamente tra Lisbona, Dusseldorf, Parigi, Bristol, Chicago, Atene, Torino, Dublino, Hamburgo, Boston. Tra gli inviti più prestigiosi, quelli al Dia Center di New York, alla Documenta di Kassel, alla sezione Aperto della Biennale di Venezia, alla Chambre d’Amis di Gent. Nel 1996, ormai consacrato artista di fama internazionale, torna in Spagna con una mostra retrospettiva al Palazzo di Velazquez nel Parco del Retiro, promossa da una delle istituzioni culturali più prestigiose di Madrid, il Museo Reina Sofia. E’ il riconoscimento definitivo del suo valore. L’anno precedente aveva esposto al Centro galiziano per l’arte contemporanea (Cgac), nel 1992 nell’Istituto valenziano per l’arte moderna (Ivam). Le sue opere figurano nelle più importanti collezioni d’arte contemporanea del mondo, da quelle spagnole de “La Caixa”, o del Reina Sofia, o ancora dell’Istituto valenziano per l’arte moderna, a quelle internazionali della Tate Modern di Londra, o dello Stedelijik di Eindoheven (Olanda) o del Frac (Loira). Il prossimo ottobre avrebbe dovuto inaugurare una sua mostra retrospettiva a Washington DC. Molto varia anche la produzione di incisioni e litografie, legata, come del resto tutta la sua opera, alla riflessione sul gioco delle apparenze, tra equilibri precari e illusioni sempre in bilico tra ironia e dramma.
Ugo Giuliani
[exibart]
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Allo scultore madrileno i miei omaggi.
Era uno dei più grandi….