25 marzo 2004

Fate la pace. Parola di Patti

 
Abbiamo incontrato Patti Smith alla vernice della mostra dei suoi quadri e delle sue foto a Ferrara. Intervistarla non è stato facile, assediata com’era da orde di fans e un servizio d’ordine non certo benevolo nei confronti della stampa. Siamo comunque riusciti a parlare con la star americana. Di cosa? Certamente di arte e di musica, ma soprattutto di politica, di guerra, di pace e di impegno sociale…

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Come mai in molti di questi lavori la presenza della scrittura è così insistita?
Queste scritture, a penna e a matita, pur seguendo spesso forme e linee, sono attimi, pensieri immediati che nascono con l’opera, l’accompagnano, la compenetrano.

Poesia visiva?
Si, non è solo la parola che affianca l’immagine, ma anche parola che diventa immagine. Questi sono i miei manoscritti miniati! In questi lavori m’ispiro in parte ad alcuni manoscritti di William Blake.

Oltre a Blake, quali altri autori hanno influenzato la tua pittura, ma anche la tua musica e la tua poesia?
Moltissimi, in particolare Rimbaud e, tra quelli che più mi sono stati vicino, Allen Ginsberg e William Burroughs.

Anche in alcune fotografie il soggetto è la scrittura, per lo più antica…
Si, i libri antichi hanno un fascino particolare che va al di là del contenuto… e ancora di più lo hanno se fotografati così, con poveri mezzi, in bianco e nero, senza macchine ipertecnologiche.

Sei schierata con i pacifisti. Cosa pensi dell’attuale situazione interazionale?
Vedi quest’opera? –dice indicando Twin Death, un inconsueto lavoro costruito subito Patti Smith dopo gli attentati alle Torri Gemelle assemblando due grossi fogli di carta bianca attraversati per la larghezza da un nastro in plastica gialla con la scritta Warning Police- Dopo l’attentato alle due torri volevo esprimere lo sgomento, ma non trovavo i mezzi espressivi adatti, così pensai di lasciare bianchi questi fogli per esprimere che era una cosa pazzesca, inesprimibile.

Cosa rappresenta il nastro giallo?
L’ho trovato per strada, è un nastro che la polizia mette quando succede qualcosa di grave. Ho poi pensato di assemblare questi due oggetti e i loro significati. L’11 settembre, come puoi immaginare e come puoi vedere anche da tutte queste opere dedicate alla South Tower, mi ha colpito molto.

Veniamo alla contestata azione americana in Iraq…
Sono stata da subito contraria all’attacco, ho marciato e rimarciato contro la guerra, ero e sono ancora contraria a questa guerra che non sembra terminare mai, come sono fortemente contraria al governo Bush. E tutt’ora vediamo gli effetti di questa guerra: soldati e civili morti, distruzione di biblioteche e monumenti, gente più povera di prima e senza un lavoro…

Patti Smith - After De Kooning - 1968Cosa occorre fare?
Anche se l’amministrazione Bush se ne infischia, occorre continuare a protestare, unirci e stare insieme.

Non solo in Usa…
No, non solo. Anche in Italia centinaia di migliaia di persone sono contro la guerra, espongono ai loro balconi le bandiere per la pace, s’incontrano e discutono per le strade… questa è la nostra vittoria. E dobbiamo continuare così, stando uniti e non abbassando la testa. In forma privata prego poi Dio perché ci perdoni per quello che abbiamo fatto…

Che senso ha per te la parola ‘pace’?
La pace è per me quando gli esseri umani vivono assieme, e ci sono le differenze che attraggono e non dividono; è comunicazione, è condivisione, è preoccuparsi di chi soffre la fame e la sete, di chi è malato; pace è infine avere gli spazi per esprimersi ed incontrasi.

duccio dogheria

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