28 luglio 2010

ROCK’N’ART

 
New York, fine anni ’60: un contesto effervescente. Due artisti e il loro incontro straordinario. Patti Smith e Robert Mapplethorpe, la storia di un sodalizio artistico e di un’amicizia. Mentre stasera l'appuntamento è a Ostia Antica...

di

Nel 1967 Patti Smith si trasferisce a New York. Porta con sé una forte
passione per l’arte e per le cause sociali, che saranno la cifra distintiva di
tutta la sua sfaccettata carriera artistica.

Nella primavera dello stesso anno incontra Robert
Mapplethorpe
, si
innamorano, vivono insieme i successivi cinque anni, prima come amanti e poi
come amici. Lei è una giovane poetessa che di lì a poco si accosterà alla
musica, arrivando a scrivere negli anni una delle più coinvolgenti pagine della
storia del rock; lui è un giovane artista che di lì a poco diventerà un
fotografo di enorme talento, anche lui destinato a diventare un’icona. Lei gli
leggerà Rimbaud, lui curerà gli artwork che accompagneranno alcune delle sue
poesie; lei sarà la sua modella, la sua ispiratrice e insieme si
appassioneranno alla fotografia, al disegno, linguaggi ai quali Patti ha saputo
imprimere il segno del suo personale eclettismo, conciliandoli con la musica e
la ricerca poetica, mantenendosi su un alto livello emozionale e partecipando a
importanti mostre in musei e gallerie di tutto il mondo.

L’essenza è sempre la stessa, nelle poesie così come nelle
sue opere visive: un forte coinvolgimento emozionale, una potenza visionaria,
una toccante e ipnotica semplicità. Anche nelle canzoni Patti, attraverso il
suo timbro graffiante e vellutato allo stesso tempo, attraverso
l’interpretazione tesa tra canto e recitazione, riesce a gestire moduli
espressivi complessi, lasciando nelle orecchie di chi ascolta una disarmante
semplicità, così aderente alla dichiarazione di poetica fatta negli anni ’70,
quando affermò che il suo genere si basa su “tre accordi uniti dal potere
della parola”
.

Patti Smith ha reso partecipe il suo pubblico
dell’importante sodalizio artistico e dell’amicizia con Mapplethorpe attraverso
The Coral Sea
(scritti del 1996), letti in pubblico tra il 2005 e il 2006 e riuniti in un cd
nel 2008. Un requiem nostalgico, viscerale, recitato, mentre le tastiere e le
chitarre di Kevin Shields dei My Bloody Valentine innalzano barricate vibranti
di suono. Dice Patti Smith: “Quando il mio grande amico e artista
straordinario Robert Mapplethorpe morì a causa delle complicanze dell’Aids nel
1989, volli lasciargli qualcosa che non fossero solo le mie lacrime”
.

Inoltre, è stato da poco pubblicato in Italia da
Feltrinelli il libro Just Kids, autobiografia incentrata proprio sul rapporto tra i due
artisti nel clima esaltante della New York del tempo. Un libro dalle cui pagine
trasuda la stessa preziosa intimità e lo stesso senso di quotidianità vissuta
come avventura d’eccezione, tra sacro e profano alla ricerca della “nudità”
perfetta, che si respira osservando le polaroid di Robert, esposte nel 2008
presso il Whitney Museum nella mostra Polaroids a cura di Sylvia Wolf.

Ultimamente Patti Smith è impegnata in un tour
internazionale, uno show acustico che tra le sue date italiane tocca anche il
Teatro Romano degli Scavi Archeologici di Ostia Antica, proprio oggi 28 luglio.
Date imperdibili per coloro che ritengono che si possa capire tutto di lei semplicemente
ascoltandola.

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[exibart]

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