10 luglio 2002

Un’italiana all’estremo nord

 
Exibart può annunciare in esclusiva assoluta l’importante incarico di cui è stata investita in queste settimane la critica milanese Caroline Corbetta. Sarà lei infatti la curatrice di Momentum03, meglio nota come Biennale dei Paesi Nordici…

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Nei giorni scorsi hai ricevuto un importantissimo incarico internazionale. Puoi accennarci?
Sono stata nominata curatrice dell’edizione 2003 di Momentum, the nordic Festival of Contemporary art, noto anche come la biennale dei paesi nordici. Insieme a me curerà la mostra il critico d’arte norvegese Per Gunnar Tverbakk. Insieme dobbiamo scegliere circa trenta artisti attenendoci al tema elaborato da Jorn Mortensen, direttore artistico di Monetum 03 e 05, e provvisoriamente intitolato: “Una rivelazione contemporanea della nuova realtà Nordica”. Lo scopo è di rivelare tipicità politiche, sociali, ideologiche, naturalistiche ed estetiche dei Paesi Nordici in questo turbolento momento storico post-11 settembre. Momentum ha come obbiettivo quello di raccontare cio’ che succede ora nei Paesi Nordici ma non puo’ prescindere dall’analisi di quello che succede al di fuori di essi. Ed e’ questo uno dei motivi per cui sono stata invitata a curare la mostra, nonche’ una delle ragioni per cui la prossima edizione di Momentum verra’ aperta anche ad artisti non-nordici. Una terza biennale nordica risolta scegliendo artisti che sono nati o che vivono nei Paesi Nordici sarebbe risultata come un’inutile autocelebrazione del Nordic Miracle. L’apertura presuppone uno relazione dinamica tra punti di vista soggettivi e oggettivi sulla realta’ scandinava, alla ricerca di elelmenti che caratterizzano la “nordicita’” non solo su un piano estetico-culturale, ma anche sociale e politico.
Per quanto riguarda il mio incarico, oltre ad essere co-curatrice della mostra, sono devo anche coordinare la produzione del catalogo. Cio’ significa che devo elaborare la struttura della pubblicazione e selezionare gli autori dei testi che conterra’. Il catalogo verra’ pubblicato per l’inaugurazione della mostra che avra’ luogo il 23 maggio 2003 a pochi chilometri da Oslo, nella citta’ di Moss sede delle precedenti edizioni della biennale nordica. In realta’ stiamo organizzando una settimana inaugurale ricca di eventi: dal 21 (data provvisoria della conferenza stampa) al 24 maggio (data di apertura ufficiale della mostra) organizzeremo oltre seminari, concerti, performance, feste…

Colgo l’occasione di questa intervista per darti notizia di un nuovo invito che mi e’ appena arrivato sempre dai Paesi Nordici: il NIFCA – l’ente pubblico con sede ad Helsinki che promuove e sostiene l’arte nordica attraverso residenze per artisti, curatori, produzione di mostre e di opere, finanziamenti di vario genere…- mi ha chiesto di collaborare come curatrice per la stagione 02/03 al programma di residenze per artisti. A fine agosto andro’ ad Helsinki per selezionare tra oltre 100 artisti provenienti dall’area nordica e baltica quelli che potranno accedere alle residenza del NIFCA. Nella commissione ci saranno anche Manu D. Park, direttore della Fondazione della Biennale di Gwangju, la curatrice francese Alexis Vaillant, Mats Stjernstedt, direttore di Index, Stoccolma e Nicolas Schafhausen, direttore della Kustverein di Francoforte.

Che storia ha questa Biennale? Cosa significa per il movimento artistico nordico? Come si pone rispetto alla formidabile rinascita dell’arte contemporanea in scandinavia ed alla grande visibilità acquisita?
Le prime due edizioni (la prima curata nel ‘98 da Daniel Birnabaum, Lars Bang Larsen e Atle Gerhardsen; la seconda, nel 2000, da un altro team di curatori: Ina Blom, Jonas Ekeberg, Jacob Fabricius, Paula Toppila) dedicate esclusivamente alla produzione artistica nordica, hanno sicuramente contribuito alla sua diffusione ed affermazione a livello internazionale. Va detto pero’ che Momentum e’ uno degli elementi di un complesso ed efficiente sistema composto di enti pubblici, spazi espositivi e riviste che, dagli inizi degli anni ’90, hanno lavorato insieme alla costruzione del cosiddetto “nordic Miracle”. Con Momentum 03, come dicevo prima, Tverbakk ed io apriremo il dibattito invitando anche artisti internazionali. Questa edizione sara’ decisamente piu’ politica ed ideologica delle precedenti, ma al direttore artistico e a noi curatori, considerata la situazione socio-politica internazionale, e’ sembrato piu’ che logico –quasi obbligatorio- virare in quella direzione.
E comunque parlando con addetti ai lavori di questo mio incarico, piu’ di uno –senza conoscere ancora le nostre reali intenzioni- aveva espresso qualche riserva sul criterio “geografico” di scelta degli artisti, percepito ormai come una limitazione.


Quanto hanno influito gli eventi che hai organizzato in Italia sull’arte contemporanea nordica nel conferimento di questo incarico? Penso naturalmente alla mostra alla Galleria Giò Marconi di Milano, ma soprattutto ad ‘Interferenze’ al Palazzo delle Papesse di Siena.
Moltissimo, ovviamente. In realta’ tutto e’ cominciato con la mia collaborazione con la rivista NU: the Nordic Art Review (che ha momentaneamente sospeso la pubblicazione) esternocome corrispondente italiana. Cosi’ ho cominciato a costruire i primi rapporti professionali ed umani nei Paesi Nordici. Quando Sergio Risaliti mi ha invitata a curare per Palazzo delle Papesse una mostra dedicata al panorama artistico contemporaneo nei Paesi Nordici, ho a mia volta invitato come co-curatore John Peter Nilsson, editor di NU: ma, soprattutto, curatore del Padiglione dei Paesi Nordici alla Biennale veneziana del ’99 e profondo conoscitore dell’arte scandinava. La preparazione della mostra e’ consistita anche in una serie di viaggi nel Nord Europa (sponsorizzati da enti pubblici che promuovono l’arte nordica come l’International Program del Moderna Museet di Stoccolma, IASPIS, FRAME…) durante i quali ho visitato studi d’artista, gallerie private e spazi istituzionali e approfondito la mia conoscenza del mondo dell’arte nordico. Dando per scontata l’incredibile esperienza personale vissuta in quelle terre lontante, ho raccolto parecchio materiale da cui Nilsson ed io abbiamo selezionato i quasi venti artisti in mostra scegliendo, tra i piu’ affermati, quelli la cui arte manifesta una tipicita’ nordica. Una tipicita’ che molto spesso andava a demolire i cliche’ che, nel bene e nel male, ancora circondano i Paesi Nordici e la loro produzione artistica. La mostra da Gio’ Marconi, – che ho intitolato “On the Top of the World” per ironizzare sulla posizione di predominanza dei paesi Nordici sia a livello geografico che sulla scena artistica mondiale- tendeva ad un orientamente piu’ sperimentale. Infatti a nomi gia’ noti come Vibeke Tandberg, Torbjørn Rødland erano erano affiancate novita’ come Jukka Korkeila e Jonas Dahlberg. Proprio nelle fasi di allestimento di questa mostra Jorn Mortensen si e’ messo in contatto con me per sondare l’eventuale disponibilita’ e l’interesse a partecipare a Momentum 03.

Quale ‘architettura’ avrà la mostra? Che tipo di impostazione hai in mente? Con chi dovrai confrontarti a curatori livello curatoriale? Quale sarà lo staff?
E’ ancora presto per parlare di struttura della mostra, che comunque prendera’ forma dal confronto continuo tra me e Per Gunnar Tverbakk. Tutte le scelte curatoriali verranno prese di comune accordo da Tverbakk e me. Nel caso di insanabili quanto improbabili divergenze d’opinione, interverrebbe il direttore artistico, Jorn Mortensen. Hilde Herming e’ la nostra responsabile della comunicazione. In questa prima fase lo staff è numericamente ridotto e questo ci consente un continuo e proficuo scambio di informazioni, idee e consigli. Sono curatrice della mostra e coordinatrice della produzione del catalogo, ma sono invitata a collaborare anche ad altre fasi come la promozione del progetto, il rapporto con gli sponsors, i lavori di ristrutturazione dello spazio espositivo…La mostra verrà infatti allestita in uno spazio industriale, l’ex-birreria di Moss. Un’architettura essenziale e molto adatta ad essere trasformata in luogo espositivo, come ho potuto constatare in un primo sopralluogo. Mentre le precedenti edizioni di Momentum hanno avuto sedi espositive temporanee, l’intenzione di Mortensen e’ di trasformare la birreria in un centro d’arte contemporanea permanente. La realizzazione di questo progetto dipende dall’entità dei finanziamenti pubblici che verrà stabilita con precisione alla fine dell’aestate.

Gli artisti nordici sono ormai famosissimi. Annika Larsson, Anneè Olofsonn, Eija-Liisa Ahtila, Magnus Wallin, Henrik Håkansson o i fratelli Renvall sono ormai delle star del circuito internazionale. Riesci già a dirci qualche nome a cui non rinuncerai nella tua mostra?
In linea generale non vorremmo rinvitare artisti già presenti nelle precedenti edizioni di Momentum, e quelli che hai nominato sono già stati tutti invitati e hanno anche lavorato con me alla mostra per Palazzo delle Papesse.
Momentum vuole essere una sorta di istantanea della realta’ culturale, sociale e politica dei Paesi Nordici. Come dicevo prima, in questa edizione anche artisti non-nordici saranno invitati a dare la propria interpretazione di questa realtà ed essendo il soggetto la più stringente contemporaneita’ sarebbe meglio dare spazio ad artisti emergenti. Finora nessun nome in particolare è stato fatto, anche se qualche idea in mente già ce l’avrei… A fine agosto incominicerò a fare i primi viaggi di ricerca insieme al co-curatore ed entro la fine dell’anno compileremo la lista dei circa trenta artisti invitati a Momentum 03.

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Paesi Nordici alla galleria Gio’ Marconi

a cura di Massimiliano Tonelli


Momentum ha sede in Moss, Norvegia.
24 maggio – 24 agosto 2003.
a cura di Caroline Corbetta (n. 1972) e Gunnar Tverbakk (n. 1964)
TEL. +47 69 25 22 20
FAX. +47 69 25 22 17
www.momentum.no


[exibart]

1 commento

  1. Francesco Bonami, Caroline Corbetta… procediamo bene. Comincio a credere a un prossimo grande periodo estetico italiano. E sarebbe anche l’ora. Sono passati ormai vent’anni dall’ultimo importante contributo generazionale (della Transavanguardia).

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