26 febbraio 2009

LOVING SANT’ELIA

 
di helga marsala

Dal Guggenheim allo zar di Russia. Dalla Spagna contemporanea al Settecento siciliano. Da Mimmo Paladino a San Valentino. Un incomprensibile frullato, a tratti indigesto, a tratti gustoso. Anni di tira e molla, tentennamenti e passi falsi, per ritrovarsi infine nel solito spazio-contenitore. Un museo a singhiozzo, senza identità e senza ruolo. È la mesta saga di Palazzo Sant'Elia. Succede a Palermo, ma è una storia paradigmatica che potrebbe accadere ovunque in Italia...

di

Pare proprio essere questa la sorte degli spazi pubblici per l’arte, in Sicilia; questo il percorso obbligato riservatogli dalle amministrazioni: un percorso fatto di false partenze, inceppamenti, strane collusioni, improvvisi guizzi e successive disfatte.
Quasi che si mettessero d’impegno – assessori, presidenti e consulenti vari – per riservare il peggior destino possibile a tutti i mezzi-musei e i quasi-spazi culturali disseminati sull’isola. È una vicenda che si ripete, negli anni, con la stessa cadenza, le stesse premesse, gli stessi sviluppi. Una noiosissima e scandalosa routine.
Palermo è, in tal senso, un caso eclatante. Chiese e palazzi storici messi a nuovo a suon di quattrini: luoghi ritrovati, riemersi, recuperati (a volte parzialmente, e comunque molto lentamente), intorno a cui si raccolgono ogni volta speranze nuove e buoni propositi. Ma la musica è sempre la stessa, quell’insopportabile “bla bla bla” politichese che annuncia, preannuncia, prospetta e propina, senza mai portare a compimento un piano assennato, senza mai convertirsi alla normalità. Già, perché normale dovrebbe essere, per uno spazio pubblico, la definizione di un programma coerente e di respiro internazionale, l’individuazione di una destinazione d’uso, la messa a punto di una strategia culturale continuativa; normale dovrebbe essere l’impiego di adeguate risorse economiche per la gestione delle attività e la manutenzione degli edifici; normale dovrebbe essere, infine, la nomina di staff tecnici, comitati scientifici, direttori, curatori, consulenti di adeguato livello e accreditate competenze. Eppure tutto questo, in Sicilia, pare essere utopia. Quel “troppo” che ormai siamo abituati a non aspettarci, a non domandare nemmeno.
È accaduto con Palazzo Riso, protagonista di una triste odissea e per anni al centro di polemiche d’ogni sorta. Unico caso, finora, in cui un’inversione di rotta è di fatto avvenuta.
Una sala della mostra L’Hermitage dello zar Nicola I
Intanto, le situazioni a dir poco precarie di altri luoghi istituzionali continuano a suscitare indignazione, dubbi, domande. Il complesso di Sant’Anna, Sant’Erasmo, Palazzo Ziino, i Cantieri Culturali alla Zisa, lo Spasimo, solo per citare alcuni esempi. Sono luoghi oscurati dalla miope disattenzione di chi amministra, luoghi affidati al caso, all’occasione, all’evento fortuito, luoghi senza memoria, orizzonte e direzione, privi di un’effettiva governance o vittime di poteri incancreniti, che escludono qualunque possibilità di verifica e alternanza.
L’ultimo caso, tra i più insensati, è quello di Palazzo Sant’Elia, bene storico della Provincia di Palermo, anch’esso con un tortuoso background alle spalle. Questo gioiello settecentesco, ingemmato nel cuore della città, finì sotto i riflettori già nel 2003, quando un allegro e pomposo evento dal titolo Aspettando il Guggenheim annunciò l’avvenuta nascita di un protocollo d’intesa tra la Fondazione Solomon Guggenheim di New York e una costituenda fondazione creata ad hoc dalla Provincia stessa; il tutto in vista dell’apertura, presso la splendida dimora palermitana, di una nuova sede italiana della celebre catena internazionale di musei.
Palermo come Bilbao, Venezia e Berlino? Trattavasi in realtà di un fittizio vernissage, un megaparty pre-elettorale che aiutò Musotto – candidato per la Presidenza della Provincia – a raccogliere consensi, seminando una forte aspettativa tra pubblico e stampa. Le polemiche, però, non mancarono: furono in molti a evidenziare l’inutilità di un’operazione colonizzatrice che importava al Sud d’Italia quello che da alcuni è considerato il McDonald’s dell’arte. Nessun dettaglio venne risparmiato: intervenne Philip Rylands, direttore del Guggenheim di Venezia; Palazzo Sant’Elia - photo Pierluigi Sienasi parlò di un calendario di temporary exhibiton, facendo il nome di Luca Massimo Barbero come papabile curatore; si decantarono le bellezze dello spazio, immaginando sale per collezioni permanenti, bookshop, caffetterie, servizi d’ogni sorta. E si annunciò poi una momentanea chiusura per lavori in corso, nell’attesa di trasformarlo – come affermato da Maurizio Rotolo, a tutt’oggi responsabile del Palazzo – in un grande polo museale di stampo internazionale.
Sono trascorsi sei anni da quell’evento. E il sogno s’è dissolto, miseramente, come una gigantesca bolla di sapone esplosa, però, in silenzio. Niente Guggenheim, niente museo, niente fondazione. Niente di niente.
I lavori di ripristino, tuttavia, furono portati a termine. Costo dell’operazione? Novecentomila euro per il prospetto, quattro milioni per gli interni. Finalità e obbiettivi? Non pervenuti.
Nel 2007, finalmente, una prima vera mostra, che sposta il tiro rispetto alle iniziali intenzioni: non più arte contemporanea, ma un’esposizione sull’Ottocento dal titolo L’Hermitage dello zar Nicola I. Capolavori acquisiti in Italia. Un progetto non certo eccezionale, affiancato da un’altra mostra dedicata al mare: tema banale e range di nomi discontinuo (Guccione, Mitoraj, de Chirico, Guttuso…). Incomprensibile l’abbinamento, incerta la qualità complessiva.
Dopo l’ennesima chiusura – un altro anno di vuoto – ecco aprirsi uno spiraglio, per questo sfortunato luogo derubato di ogni dignità culturale e affidato al bieco criterio dell’improvvisazione. A giugno del 2008 inaugura España, grande esposizione sull’arte spagnola contemporanea curata da Demetrio Paparoni, che ospita significativi nomi della scena internazionale e opere provenienti da importanti collezioni pubbliche e private. A corollario, due personali, curate da Ida Parlavecchio, dedicate alla pittura di Francesco De Grandi e David Bowes, e un intervento di Mimmo Paladino. Una efficace iniziativa, dunque, e un contesto di tutto rispetto, che include attività e apparati didattici di livello.
Francesco De Grandi - Senza titolo - 2008 - olio su tela - cm 300x300
Da quel momento in poi sembrò naturale – anche a seguito di certe dichiarazioni ottimiste rilasciate da Giovanni Avanti, nel frattempo Presidente della Provincia – che una definitiva “forma” andasse individuata per questo spazio: un direttore? Un curatore? Una programmazione? Una qualità costante e un taglio finalmente internazionale? Macché. Finita España, i battenti del palazzo chiudono di nuovo, nella più cieca indifferenza. Come se tutto, in questa caotica approssimazione, fosse assolutamente normale.
Ma se il silenzio è molesto, l'(ennesimo) errore diventa insopportabile. Lo scorso dicembre, un’altra contraddizione, un altro segnale che confonde, sterzando verso il classico: Il Settecento ritrovato propone opere riesumate dai caveau di Palazzo Abatellis, finora mai esposte al pubblico. Una mostra debole, confusionaria, discutibile sul piano progettuale e pessima su quello dell’allestimento (dall’improbabile period room del piano nobile allo sgraziato accostamento di oli e arte applicata, dalle ingombranti didascalie sparse in malo modo agli arredi grossolani, fino ai quasi inesistenti pannelli didattici). Per non parlare dell’inquietante commistione con la merce di un noto antiquario palermitano: cassettiere e specchiere d’epoca sono raggruppate in una sala all’interno del percorso espositivo, con tanto di etichette della ditta in bella vista.
Desideria Burgio - Peter Pan - 2008 - fotografia
E arriviamo al 14 febbraio, San Valentino, festa degli innamorati celebrata qui da una mostra con un titolo di beatlesiana memoria, All I need is Love. Dopo un timido tam-tam informativo, ecco un nuovo evento per il non-museo della Provincia, che va ad affiancare per soli dieci giorni la mostra sul Settecento. Desideria Burgio delle Gazzere, giovane artista palermitana, nonostante il magro curriculum e l’acerbo talento, ottiene lo spazio della Cavallerizza del Palazzo, inaugurato in luglio proprio dalla mostra di Paladino. Costeggiando un candido tappeto di confetti, contemplando banali fotografie dal gusto pop – in cui pupazzetti dei cartoon diventano metafora di un amore innocente e plasticoso -, scovando toppe di chiavi in cornice, bocce di vetro colme di fedi nuziali e torte mariage di ceramica sfracellate in terra… il dubbio non tarda a insinuarsi: l’edulcorata messa in scena dell’artista, ingenua nei contenuti e approssimativa nella forma, sarebbe forse risultata meno urticante qualora fosse stata accolta da una piccola galleria o da un qualunque spazio off. Ma perché Sant’Elia? Perché vedersi assegnare un luogo istituzionale che è per altro da anni al centro di polemiche, auspici e critiche al vetriolo? Perché questo opening col pedigree, assai simile a una festa privata, in cui ospiti dai nobili natali si tuffano tra vassoi di bon bon e cioccolatini?
Una lettera aperta, sottoscritta da alcuni cittadini – intellettuali, critici, artisti – è stata pubblicata sull’edizione locale de La Repubblica all’indomani di questa nuova inaugurazione. Uno scorcio del cortile di Palazzo Sant'EliaUna lettera di protesta contro l’irresponsabile gestione dello spazio: quello di Burgio, assieme all’episodio del Settecento ritrovato, non è che l’ennesimo casus belli, un pretesto per evidenziare le solite anomalie, i soliti meccanismi guasti. Il museo come il motel a ore: scegli, prenoti e ti installi. Ma quali sono le commissioni che selezionano i progetti? Quali i criteri? Chi dirige? Dove sono i programmi e le professionalità? Dov’è la trasparenza? Quale il nome e cognome della persona che dice di sì o di no?
Chi vuole, e soprattutto chi può, sfrutta le maglie deboli del sistema per auto-promuoversi, divenendo infine vittima del sistema stesso.
Allora la domanda definitiva è: che ne sarà di Palazzo Sant’Elia? Quante altre mostre sbagliate, incongruenti o traballanti dovremo sorbirci, prima di ottenere un museo con tutti i crismi, gestito da professionisti e sostenuto da un programma continuativo e rigoroso?
Il Presidente Avanti ha di nuovo tirato fuori, qualche mese fa, la parolina magica: “fondazione”. Quella che, a quanto pare, si vorrebbe mettere in piedi per gestire i beni storico-artistici della Provincia, in particolare l’edificio di via Maqueda. Al momento, altro non è dato sapere. Che forse questa storia della Fondazione, nell’aria già dai tempi del Guggenheim, funzioni come una sorta di scudo dietro il quale occultare incompetenza e ignavia? Noi, va da sé, ci auguriamo che non sia così, e che presto una parvenza di struttura museale inizi a intravedersi nella generale foschia. Ché sì, siamo tutti bisognosi d’amore, ma in certi luoghi “all we need is art”.

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helga marsala




Palazzo Sant’Elia
Via Maqueda, 81 – 90133 Palermo
Info: provinciapa@libero.it; www.provincia.palermo.it


[exibart]

62 Commenti

  1. Sono stato a sostegno della prima lettera aperta su ” La Repubblica “. Concordo pienamente su quanto scritto sopra.

    Le verità non bastano mai!

  2. Mi congratulo con Helga per l’intensa disamina dei FATTI della nostra città e, insieme a lei contesto l’ambiguo uso degli spazi espositivi istituzionali

  3. Credo che la Marsala abbia evidenziato con cura una situazione comune anche ad altri territori: sono tutte best practises atte ad illudere, mascherare ed infine deludere l’universo dell’arte. Ma dalle ceneri di accaparramenti e becere ruberie di spazi si può ripartire, contando che Palermo è una città assolutamente unica e densa di energie. Serve soltanto una direzione, non basterebbe un direttore. Servono artisti, non sempre i soliti. Servono curatori, non sempre gli stessi. Sant’Elia serve, ma non così.

  4. solidarietà reca salute!
    spero che questo ci porti a riflettere.
    a stare vigili per migliorarci, dibattere, criticarci, romperci i coglioni.
    di fondo c’è una passione furiosa per la bellezza, per la partecipazione e per la cultura.
    Palermo è casa, la vorremmo pulita, accogliente e piena di musei!

  5. Brava Helga!!! Articolo centrato e ben scritto in una città decentrata e mal disegnata. Purtroppo i nostri politici, amministratori e accozzaglia varia non si dedicano allo sviluppo del territorio ma al contrario puntano all’addormentamento generale per poi svegliarsi in campagna elettorale, fare il pieno e poi riaddormentarsi.
    Ma in questa strana città anche i cittadini dormono purtroppo…
    Tranne qualcuno; come te ad esempio. Speriamo che ti facciano nuovamente terra bruciata attorno dopo quest’articolo. Quanto meno potremo riseminarla a dovere. E vadano a quel paese per sempre.

  6. Oggi come mai mi sento con fierezza parte integrante di un discorso che questa città (almeno la parte più intellettuale) già da tempo si proponeva di evidenziare.
    Posso ammettere e sottoscrivere (già l’ho fatto firmando la lettera al giornale) che questa è la prima vera presa di posizione nei confronti del caso, non pretenziosa e certamente concreta, frutto di una attenta riflessione e maturata nel tempo.

    La nostra amministrazione non abbia a male queste dichiarazioni, così facendo compierebbe l’ennesimo errore.

  7. http://www.facebook.com/note.php?note_id=50663558561

    A quanto pare gli isterismi uterini, le diaspore cittadine e le zattere intellettualoidi gonfie verso l’Europa, ancora tardano ad assopirsi, ancora vorticanti come code che morsicano cani.
    L’unica soluzione probabile alle pseudo sedi museali palermitane è il ready -made.
    che male c’è ad usare un museo come salone privato? questione di linguaggio.
    a patto che nessuno, seppure per l’occasione, critichi vino e cioccolattini e mangi vino e cioccolattini insieme ai nobili decaduti, altrimenti entriamo nel territorio sconfinato della farsa, e per di più falsata.

    un augurio alla città di Palermo, città noumeno, città dove si gioca a carte e a cosce scoperte, anche se non sembra

  8. Mi sembra un’analisi chiara e lucida della situazione più ampiamente culturale della nostra città. D’altra parte lo stato delle cose è frutto della “qualità del consenso” che gli stessi cittadini determinano alle elezioni. Forse, oltre la protesta, la “rieducazione popolare” potrebbe essere uno strumento efficace perchè non siano pochi i palermitani ad indignarsi davanti questi scempi di denaro pubblico, nonchè di perpetuazione di un’apparato culturale “celibe”.

  9. appoggio helga e tutti coloro che non stanno zitti. sono l’ultima arrivata ma questa citta’ e’ piena di potenzialita’. palermo ha bisogno di convogliare le energie che ci sono. ho ricevuto una lettera molto simile qualche giorno fa da un musicista, stesse problematiche stessa stanchezza…
    e in realta’ e’ l’italia intera che ha bisogno di scrollarsi di dosso il peso che la politica infligge alla cultura.

  10. Il quadro complessivo descritto da Helga Marsala è oggettivamente lo specchio dei fatti, e purtroppo non credo che gli interessati (e i responsabili) possano in alcun modo smentire quanto detto.
    Perchè è sotto gli occhi di tutti, e perchè purtroppo in modo diffuso, le responsabilità, le disattenzioni, le incerte modalità di ‘selezione’, sono troppo evidenti e politicamente trasversali.
    E’ disarmante vedere come al solito la Sicilia, e Palermo in questo caso, siano Cenerentole anche in un settore in cui potrebbero (e dovrebbero) eccellere.
    Forse la giusta e forte osservazione da parte degli addetti ai lavori, ma anche semplicemente della gente comune, (che inizia ad essere stufa e a pretendere qualità, e aggiungo, trasparenza da parte di chi è deputato a gestire un patrimonio tanto importante) porterà ad una qualche svolta, costringerà forse ad una maggiore qualità e coerenza di fondo.
    Magari illuminando chi di dovere affinchè decida di puntare su nuove risorse intellettauli che abbiano competenze reali, capaci di fare la differenza.
    In quanto ad Helga Marsala, credo che rappresenti con orgoglio il ‘ruggito’ fiero di una generazione che non vuole tenere gli occhi chiusi di fronte alla disattenzione, alla banalità, perchè ha consapevolezza e anche grandi qualità da mettere in campo.
    Complimenti Helga e tutto il sostegno possibile!!

  11. Mi sento di condividere in pieno quanto scritto da Helga Marsala.
    Ormai è quasi un timore scontato in ogni cittadino sensibile a tutto questo che, dopo le inaugurazioni, questi spazi o finiscano nell’oblio dimenticatoio o si perdano nei meandri del clientelismo finendo per snaturarsi e perdere la loro identità.

    Il corso delle cose trova il suo culmine con la mostra del 14 febbraio della Burgio.
    Ero presente ed è stato un bellissimo conviviale mondano. Fine.
    Abbiamo la fortuna di parlare la lingua italiana, così ricca di lemmi e termini da consentirci di trovare i termini idonei per adattarli all’esigenza.
    In questo caso non credo si possa parlare di mostra d’arte, si è trattato di un bel ritrovo fra persone distinte.
    Sono stato benissimo, ho incontrato e salutato amici, sorseggiato vino, mangiato dolcini…
    Se questa era l’intenzione allora va dato un 10 e lode a chi ha organizzato il tutto, ma era questa l’intenzione?
    Allora il destino di palazzo Sant’Elia è quello di ospitare happening mondani?

    Sicuramente per l’aspirante artista sarebbe stato meglio rispettare tutti quegli step da gavetta che consentano di entrare successivamente in questi spazi “importanti” a testa alta.
    Forse il silenzio di chi non ha detto nulla vedendo delle gigantografie su banner, di La Chapelliana memoria per noi palermitani, della Burgio adornare la piazza della Vucciria a Palermo qualche anno fa, hanno dato il coraggio per spingersi oltre.

    Ma questa è solo una mia opinione.

  12. adesso mi aspetto una risposta a queste domande che ci stiamo facendo, da parte di questi signori che governano la città. (difficile che arrivi. brava helga, mi aspetto che altra gente si unisca a supporto di questo dibattito. (quello arriverà)

  13. Meno male che tutti i grandi intellettuali non vivono a Palermo, ma ci vengono solo per le vacanze…

    Palermo alla mafia e ai politici corrotti…
    tutti via dai coglioni!

    Come dicevano certi amici futuristi, forse bisognerebbe passare alle azioni, senza tanti fronzoli, chè di fronzoli son tutti bravi a metterli, soprattutto i politici e quelli che parlano come intellettuali…

    a Palermo nn servono intellettuali, e 1000 anni di dominazini ce lo insegnano.

    a Palermo servono braccia e sangue…

    a Palermo purtroppo la contemporaneità è troppo avanti, e per riprendere il passo dobbiamo smontare, scatenare, sfigurare, lottare contro il tempo, e di certo una lettera nn servirà a nulla.

    complimenti helga scrivi molto bene.

  14. salve, ho letto con interesse la critica.
    Andiamo al dunque: Espana è stata una delle mostre piu intense cheho mai vistoa Palermo. Realtivamente alla programmazione e l’identità del museo, penso a quanta poca identità abbia tutto in questa città, soggiogata dal voler criticare sempre se stessa.

    Voglio leggere gli altri articoli della signora Helga…tanta vilolenza su favoritismi autoctoni….spero non si dimentichi delle braghe calate a Philippe Daverio, tutti li a scodinzolare alla mercè dei”milanesotti”, a fare i deficienti in happening ridicoli….

    per quanto rigurda la critica, va sempre bene.. ma sputiamo sulla gente che gestisce e non su chi col proprio lavoro e con le prorpie idee (non per fini commmerciali come Daverio)…
    signora Helga, le troppe pellicce mi hanno infastidito qualche sera fa al Sant’Elia…i cioccolattini non erano malaccio..

    per il resto ho visto il lavoro di una giovane amica palermitana, semplice, onesto, che toccava un argomento fondamentale per le donne…un argomento fragile. su cui ho riflettuto.
    è un pezzo unico, una foto straordinaria , di cui mi sono innamorato.

    ovunque fosse stato quel lavoro, avrebbe per me avuto lo stesso valore.

    certo, difficile confrontarsi con Palladino o Tapie…sarebbero state migliori le raccomandazioni di un’altro tipo…DELL’ARTE CHE CONTA!?!?!??!?
    il modo autonomo, personale e riservato di Desideria lopreferisco a molte altre cose eclatanti….

  15. Caro tony, nessuno è così ingenuo da pensare che una lettera possa cambiare il mondo. Ma una cosa qui è successa, ed è bene sottolinearlo: tanta gente sta commentando questo articolo col nome e il cognome, senza alcuna paura. E questo, forse, sta accadendo anche grazie alla fatidica lettera. Sempre meglio mostrarsi vivi e attenti, piuttosto che assopiti e distratti. Quando due anni fa scrissi “Riso Amaro” ebbi molto sostegno, tanti commenti su exibart, lettere e belle parole. Ancora oggi mi capita di riceverne. Ma allora nessuno venne allo scoperto: tutti i commenti erano privati o anonimi. Credo che questa, anche se sembra una cosa piccola piccola, sia in realtà una bella vittoria. Sono d’accordo sulle “braccia e il sangue” (forse un po’ troppo risorgimentale come immagine!), ma non puoi prescindere dalla presa di posizione se vuoi combattere. Non puoi prescindere dalla idee. E il dissenso verbale, quello intelligente, serve anch’esso a veicolare idee, creando partecipazione. Questo non esclude altre forme di impegno e di azione, anzi! Ma finché siamo entità trasparenti, senza nome e senza faccia, saremo una massa amorfa e pertanto debole. Se invece le persone, anche e soprattutto quelle che hanno un ruolo all’interno dello scenario culturale e politico cittadino, decidono di levare una voce, assumendosene responsabilità e conseguenze… forse finalmente avranno conquistato forza. Ignorarle sarà quantomeno più difficile.

    P.S. grazie a tutti per il sostegno a questo mio pezzo

  16. non appoggiare l’articolo di Helga significherebbe, per chi vive in questa città, spararsi sulle palle ed è bello sentire che su Palermo tutto intorno ardono e sbocciano le impronte delle stelle.

  17. Va bene , benissimo! togliamoci questo fetente scarpone e tiriamolo in testa al vandalismo politico, al degrado civile, all’uso criminale che hanno fatto delle nostre risorse, ma anche allo stronzo che mi passa davanti alla posta con la faccia butterata e il collo gonfio e che sembra ti faccia un favore a non ammazzarti seduta stante. Dite bene a puntare il dito sulla rieducazione popolare prima di tutto, e il mio augurio e che da questa querelle possa scaturire un dialogo comune e concreto tra le energie in campo e i nostri amministratori , quindi cara Helga rispetto la tua scelta di campo, il tuo coraggio ed hai tutta la mia solidarietà.
    W Palermo e Santa Rosalia

  18. Ho seguito la polemica avviata dalla signora Marsala. In alcuni punti sembra giusta e lucida, in altri scantona con dichiarazioni, a mio avviso futili (bon bon, cioccolatini, ospiti dai nobili natali), di cui noi cittadini palermitani potremmo fare volentieri a meno.
    Amo la mia città, frequento mostre e dibattiti culturali, non mi ergo a giudice, perchè ci sarebbe tanto da dire su chi fa “arte” qui a Palermo; dalla lobby dei curatori e critici, a quella dei poveri artisti vittime di questi meccanismi.
    Sono andato con una iniziale diffidenza alla mostra di Desideria Burgio, l’ho trovata fresca, giovane, delicata, elegante e ricca di forte personalità. Mi permetto di dare un consiglio a tutti gli artisti palermitani: andate avanti, sperimentate, osate, mettetevi in gioco, siate superiori a questo sistema castrante che sa solo importare talenti e non sa coltivare i tanti che già abbiamo nella nostra città.

  19. Cara Helga,
    innanzitutto mi congratulo per la tua dialettica propria di una raffinata e colta girnalista quale credo che tu sia, ma credo che il tuo commento così negativo per questa mostra vada oltre. Devo dirti che non sono un critico d’arte ma trovandomi per caso a questa mostra da assoluto profano devo dirti che non l’ho trovata così orrida!!! Anzi una mostra sull’amore… che bello essere innamorati. Forse tu no. Evidentemente.
    Ti ricordo che l’arte è aperta a tutti e ti dovresti limitare secondo me a dire la tua se ti è piaciuta o se non ti è piaciuta punto e basta. Il tuo compito dovrebbe essere solo questo. Ho avuto la senzazione di leggere Novella 2000… Love and Peace…

  20. Premetto che sono un libero professionista, non faccio politica e non difendo interessi di alcuno, ma da libero cittadino, figlio di un artista, innammorato del nostro centro storico e memore del triste e lungo ultimo dopoguerra sono, comunque, felice e grato quando un vecchio palazzo viene ristrutturato e reso fruibile al pubblico.
    Sono stato all’inaugurazione della mostra “All I Need is Love” di Desideria Burgio. Ho avuto anche modo di visitare la mostra il giorno dopo. Non sono assolutamente daccordo con l’ingeneroso giudizio.
    Ho molto apprezzato il lavoro della giovane palermitana che mi è sembrato originale ed in grado di suscitare emozioni. Secondo qualcuno l’opera d’arte è un angolo della creazione visto attraverso un temperamento, che non manca certamente alla Burgio. Ma i critici fanno il loro mestiere e giudicano le opere non sapendo di essere giudicate da esse.

  21. Finalmente qualcuno che dice e scrive quello che pensa. Da un po’ di tempo su exibart non si leggeve un articolo così. ultimamente le recensioni sono tanti inchini tanto da far sospettare che qualcuno se la canti e se la suoni.
    Plauso a Helga, condivido.

  22. Ho letto con attenzione l’articolo di helga marsala, così come ho letto i vari interventi che lo hanno seguito…
    I toni che ho percepito mi sono apparsi alquanto duri e pieni di rabbia verso una situzione politica poco coinvolgente e spesso poco presente in cui la nostra città da diversi anni si trova nei confronti dell’arte e degli eventi culturali ad essa legati!
    Ma mi sembra davvero poco opportuno essere rimasti quasi in silenzio sino ad oggi ed avere aspettato che una giovane artista palermitana si mettesse in gioco con la sua produzione per fare scoppiare il caso… la mostra “settecento ritrovato” è in bella vista con tutte le sue locandine da circa 2 mesi!
    Anch’io sono un giovane artista che lamenta il poco spazio a noi dedicto a palermo, ma non vedo nell’accanirsi contro una persona che esprime i propri sentimenti con la sua percezione artistica la soluzione a questo malcontento generale, e non vorrei in ciò intuire uno stato di competitività.
    Ci tengo a far notare a chi ha descritto desideria burgio come una giovane artista che avrebbe dovuto rispettare gli step di gavetta e accontentarsi di spazi minori che, desideria non è apparsa dall’oggi al domani ma che ha esposto in varie parti d’italia e del mondo oltre che a palermo stessa.
    Il suo lavoro a me piace tantissimo, perchè mi ha trasmesso molto soffermandomi ad analizzarlo, ma questo è sicuramente un parere personale, come del resto l’arte stessa è per fortuna… il problema è che qua ci si è accaniti troppo sul luogo espositivo e pochissimo sulla qualità vera e propria della mostra in se stessa.
    Qualcuno di voi ha scritto che Palermo è una città unica e ricca di energie, e credo che proprio desideria abbia voluto riscoprirle e tirarle fuori quando sotto gli occhi di tutti circa 2 anni fa ha fatto rivivere il mercato della vucciria facendo diventare “galleria” oltre che i vicoli solitamente bui e maleodoranti anche le tavernette del mercato!
    Spero che queste mie righe servino, non a cambiare le vostre idee ma a far riflettere almeno per un’istante ognuno di noi che attaccando chi dedica la sua vita alla produzione artistica e si mette in gioco rischiamo semplicemente di rendere questa città ancorà meno creativa!

  23. Cara Helga, sarai contenta di sapere che anche qui a Torino qualcuno può capirti, perchè il problema è questo, il sud è in una situazione talmente … difficile, che spesso è preferibile non avvicinarsi , per non rimanere invischiati in qualcosa di non gestibile.
    Bisogna EDUCARE ad una diversa mentalità, bisogna allenarsi ad una corretta CONVIVENZA CIVILE. Insistere nel pretendere chiarezza in un sistema in cui l’ORDINARIO DIRITTO di ogni cittadino viene fatto passare per FAVORE PERSONALE.
    E magari fosse solo nel campo dell’arte tutto ciò. Bisogna avere il coraggio di pretendere la correttezza delle procedure, e saper rinunciare in prima persona anche nelle piccole occasioni per dimostrare che i giovani sono CORRETTI. E non credere che non sappia quanto possa essere pericoloso un atteggiamento del genere, in un contesto in cui un piccolo sgarbo può toglierti molto più di un saluto.

    Bisogna continuare a scrivere e a costruire legami, creare realtà che siano fruibili per la collettività, che creino posti di lavoro magari non affidati senza un reale titolo di merito. E poi, fatto tutto questo sarà ancora DIFFICILE. Se non impossibile. E allora?
    Allora possiamo tornare a scaricare le nostre frustrazioni su questioni meramente.. futili.
    Ma almeno i nostri figli avranno visto che ci abbiamo provato.

  24. Essere d’accordo con questo articolo è un dovere sociale per chi fa arte in questa città, con le giuste proporzioni, è come non essere contro la fame nel mondo. Ma, vorrei muovere delle critiche in quanto personalmente non capisco il reale danno che questo articolo possa fare a certe istituzioni.Visto che questo è un portale si molto seguito, dagli addetti ai lavori, ma non certo dall’opinione pubblica palermitana e siciliana, che ha voluto questi dirigenti e li ha votati. Mi chiedo come mai sia arrivato solo adesso, perchè se andiamo a vedre, gli scempi sono molti e non solo sul Sant’Elia o da parte di questa amministrazione…quindi dico la mia: penso che se vogliamo cambiare la situazione dobbiamo smettere presto di indignarci… e cercare di trattare con chi ci ignora,per proporre noi le nostre idee ed i nostri curriculum, vuoti o pieni di mostre che siano…per il resto mi inchino all’onestà intellettuale di Helga e gli auguro di non finire strumentalizzata da qualsivoglia parte politica……in oltre spero che questo articolo venga pubblicato e diffuso anche su altre testate ben più seguite di Exibart.

  25. David Henry Thoreau (1817 – 1862)

    “Non l’amore, non i soldi, non la fede,non la fama,non la giustizia,datemi solo la verità!”

  26. Caro Vincenzo Profeta,
    ma che razza di lezioni vieni a darci? Io davvero non capisco. Ci consigli di smettere di indignarci?! Ma lo sai che un popolo che non si indigna più è un popolo privo di coscienza critica, ossia morto, soggiogato, instupidito? E poi ci suggerisci di proporre idee e curriculum alle amministrazioni pubbliche. Beh, non ci aveva mai pensato nessuno, in effetti…! Hai idea di quanti progetti validi e proposte interessanti vengono sottoposti agli enti pubblici, ogni giorno, e immediatamente cestinati a meno che non siano accompagnati dalla cara, vecchia, immarcescibile raccomandazione?
    Credi che qui la gente stia a scrivere lettere e a lamentarsi senza mai lavorare o tentare di produrre qualcosa di buono? Senza perdere il fiato e la salute dietro a questo e a quello, scrivendo progetti e seminando idee, nella speranza di ottenere un poco d’attenzione?
    Anche per avere pochi euro – e lo dico per esperienza e senza alcun timore – occorre trovare degli appoggi forti dentro gli assessorati. In mancanza di quelli i progetti non vengono nemmeno letti, anche perché nella maggior parte dei casi non esistono delle commissioni scientifiche preposte al vaglio degli stessi.
    Un’ultima nota: la tua speranza che questo mio articolo possa girare su altre testate è quantomeno ingenua. Pensi che io possa regalare ad altri un editoriale scritto per il giornale per cui lavoro?? Mah. Credo che bisognerebbe solo fare un plauso ad Exibart perché dà spazio anche ad argomenti scottanti come questo.

  27. qualcuno si occupi dello stato di abbandono dei cantieri culturali alla zisa.
    milioni spesi per restaurarli per creare un polo espositivo e adesso abbandonati al degrado.
    donati in usufrutto come magazzini per teatri per fare aule dell’accademia.
    vogliamo l’antico splendore della promessa sui i cantieri ducrot.
    vogliamo di nuovo ripensare di vedere un giorno i cantieri vivi, pieni di gente, spazi espositivi, zone ristoro, spazi di educazione-ludica per bambini zone alberate per passeggiare da una proposta culturale all’altra.
    vogliamo vogliamo…ma forse e’ cosi che si sogna.

  28. un Palazzo Sant Elia attivo e propositivo con eventi culturali di elevata stesura porterebbe anche alla resurrezione della via Maqueda.
    Per chi conosce Palermo la via Maqueda e’ via importantissima ma in completo abbandono pur essendo una via importante.
    anche le attivita’ commerciali ne gioverebbero e il turismo si rinvigorirebbe.
    Quindi coraggio provincia regionale prenda questo scossone per motivare la propria azione sul territorio.
    rivalorizzate via maqueda via antichissima e importantissima della mia amata Palermo.
    E che la cultura ci risarcisca di decenni di una malata Palermo.

  29. Ho appena letto l’ennesima conferma. Grazie Helga, una delle personalità più sincere della nostra realtà che sanno denunciare quel silenzio che da anni nessuno rompe, perché ne è vittima e subisce per pigrizia, disinteresse…superficialità.
    Ho lasciato da circa sei mesi Palermo, e senza vergogna, ammetto che non vorrei veramente più tornare. Forse non ho avuto il coraggio di rimanere, ma personalmente ho pensato a come poter sopravvivere a questa amata città e poter vivere bene altrove.
    Sostengo pienamente quanto dichiarato e, nonostante tutto, sono sempre vicina a tutti coloro che sostengono denunce e iniziative contro il “nostro amato” sistema. Perché se si permettono ancora certe cose, evidentemente ci sono più persone che lo amano o fanno finta di amarlo…ogni tanto tirare fuori l’odio non guasta. Urlando a squarciagola…ma non in silenzio.

    Grazie ancora Helga. Grazie.

  30. Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente.

    Bertolt Brecht

  31. “Nella foresta incendiata i leoni erano freschi” Roger Vitrac

    Felice di constatare che a Palermo “leoni freschi” sono pronti al confronto diretto. Visi scoperti, nomi veri, parole puntuali e lucide. Una spinta verso una riflessione che talvolta è veramente RIVELATRICE, è uno stimolo per il pensiero e l’intelligenza umana. Ho firmato la lettera e altre ne firmerei perchè ancora una volta, a Palermo, è la VERITA’ che bisogna rianimare.

    Buon lavoro Helga!!!

  32. Questo è quello che accade in tutto il territorio nazionale e forse anche oltre, ma su questo non posso dir nulla.
    La questione italiana della non trasparenza istituzionale, del solito magna magna, della solita corruzione, del solito devi darla ecc ecc, e giuro che questi incoraggiamenti arrivano da autorità “alte-altre”, è da anni motivo di repulsione.
    Mi vergogno spesso, e capita più volte in una giornata, mentre leggo a destra e a manca articoli sul web e sui quotidiani.
    Io vivo a Napoli e trovo familiare l’articolo sopra, in questione.
    In bocca al lupo a tutti e io, dal mio canto, continuerò a lottare, perchè questo non possono ne togliermelo nè giudicarlo!
    Doriana Gesualdi

  33. Se posso esprimere la mia opinione senza essere aggredito…premetto che condivido il tuo articolo e sono convinto che hai detto molte verità, non so che dirti Helga non voglio fare inutili polemiche,ma,ti auguro che l’assessore alla cultura si dimetta dopo questa sassata di Exibart…..ma la vedo dura, molto dura…
    Comunque non hai risposto alla mie critiche, perché solo adesso? Perché solo per il (o sul) palazzo Sant‘Elia, visto che di mostre disastrose c’è né sono state anche di recente anche in altri posti pubblici? Perché solo durante questa amministrazione? Perché colpire in occasione della mostra di Desideria?
    Per quanto riguarda il presentare curriculum alle amministrazioni non sono certo un esperto, era solo una timida proposta, non do lezioni, ma, so di per certo che indignarsi è facile, cambiare le cose poi è molto difficile…e sono convinto che per cambiare le istituzioni biosgna cercare di entrarci, ovviamente a modo nostro, ciò non toglie nulla al tuo articolo che trovo molto completo, e ti ripeto da me molto apprezzato.

    w l’arte !

  34. vogliamo sapere anche di “Palazzo ZIINO” e del perche’ della sua programmazione artistica da incubo.
    E di una vergogna ancor più grossa la mancanza del G.A.I. a Palermo.
    La mancanza di questo sportello porta i giovani artisti residenti a Palermo a non poter partecipare a nessun iniziativa con le borse di studio stanziate dall’istituzione della cultura nazionale.
    propongo una manifestazione.

  35. Concordo con Vincenzo Profeta. Anch’io vorrei sapere perchè solo adesso, perchè solo su Palazzo Sant’Elia, perchè in occasione della mostra della Burgio??
    Potrebbe sembrare un’attacco personale…

  36. Pare proprio che helga marsala non abbia idea di cosa significhi mettere in piedi una Mostra come Espana, visto il suo magro curriculum e il suo talento curatoriale acerbo. Vado a verificare e ne appare una sola con decine di altri noti, in grado tutti insieme di accorpare nomi importanti, e meno male. Per il resto con il rispetto di uno o più artisti inesistenti sul territorio nazionale, la ragazza si farà ma per ora è lontanuccia da quello che giudica. Per inciso Bowes e De Grandi non erano Personali. Erano 3 quadri nel disimpegno prima di raggiungere l’uscita del Museo. Non serviva una curatrice per tanta grazia, firmataria, meschina, di un attacco a se stessa. Penso che anche per i due artisti, peraltro validi, chiamarla personale a Palazzo Sant’Elia risulti perlomeno fortuito.

    Sulla gestione a singhiozzo ha perfettamente ragione, ma erano cose sotto gli occhi di qualsiasi siciliano legga i Giornali e conosca le viscere di Palermo. E sono lamenti già uditi da chi attende come me passivo ma se non altro lucido e obiettivo, in grado di riconoscere il talento per il Fundraising di alcune operazioni riuscite e talmente valide da non temere Rivali, anche quando sottoposte al Gran Consiglio dei Vicerè.
    Invito tutti coloro che verso l’ora di cena osano mangiare bonbon e bere Vino alle inaugurazioni, manco fosse un delitto efferato, di godersi senza l’ausilio delle sue critiche, exploit simili a quelli dei Kabakov alla Zisa anni fa, del risorto Riso di due settimane fa, dei favolosi collage ante-litteram e tutto il ‘700 ritrovato allestito da Maurizio Rotolo, di Demetrio Paparoni, Mimmo Paladino, Vanessa Beecroft e DesideriaBurgio, per respirare in santa pace l’Arte in città.

    Con l’augurio che altri curatori titolati ne portino ancora, pagandosela di tasca loro con coraggio a ingresso gratuito. Oppure con massicci sponsor, unici lungimiranti deus ex machina in grado di scrollare la muffa dalle Istituzioni palermitane governate da cronici giochi politici. Che novità signora marsala.

    Serve solo eleggere un buon direttore per cinque anni di mostre potenti in grado di recuperare l’Investimento privato di Mecenati italiani e stranieri nello sbigliettamento come al Cinema, nei gadget sensati di un design-store e di un bar tipo starbucks alla palermitana con i pezzi a 1 euro e 50, ma buoni come le arancine del baralba.

    Buona visione a tutti.

  37. Vincenzo, di queste cose abbiamo già parlato, privatamente. Ma vabbè, ti rispondo in pubblico, così puoi rileggere se serve. In passato mi sono occupata, con i medesimi toni e lo stesso spirito critico, di Palazzo Riso. In futuro mi occuperò di altre realtà importanti in Sicilia, anzi, ho già in progetto una nuova inchiesta. Questa volta mi sono interessata al Sant’Elia perché da molto tempo è al centro di importanti polemiche e soprattutto perchè (come il pezzo spiega chiaramente) è al centro di un disegno istituzionale, vago ma dichiarato: c’è dunque un’anomalia profonda che va al di là del problema di una programmazione di scarso livello. Lo spazio ha riaperto da circa un anno e mezzo, c’è stata Espana, evento di grande rilievo, che ha fatto sperare in un cambiamento: abbiamo aspettato e invece niente, nessun ordinamento, nessuno statuto, nessun organico, e per di più mostre scadenti. Stavo già elaborando un’idea per un pezzo sul tema, vista la discutibile mostra sul Settecento inaugurata a dicembre. Poi ho saputo anche di questa cosa di febbraio e ho deciso di raccogliere tutti i pezzi. Ed ecco l’articolo.
    Era meglio non farlo? Era meglio far finta di nulla? Dire cose del tipo “perchè non prima?”, “perchè ora?”, o “non serve a nulla” è assolutamente inutile, ozioso. A chi giova questo atteggiamento, a che cosa porta?

    Mi soffermo sull’argomento “amministrazioni”, che mi lascia alquanto basita: vuoi insinuare forse che io abbia preferenze per la passata amministrazione Musotto?! Suvvia. Se leggi il pezzo ti accorgi che muove critiche alla gestione di questo palazzo fin dai tempi del Guggenheim (con tanto di nomi e cognomi di Presidenti, vecchi e nuovi). Sai bene che stai parlando con una persona, notoriamente e manifestamente LIBERA.
    Ribadisco dunque che non ho né preferitismi nè chiusure verso questa o quella amministrazione. Anzi. L’unica cosa che mi aspetto e che vorrei, come molti altri, è la dimostrazione di una sensibilità, di una voglia di cambiamento e di dialogo, da parte di chi ci governa. Se l’attuale amministrazione provinciale vorrà intavolare con i cittadini una discussione su questi temi, mostrando un interesse affinché le cose comincino a funzionare, non potrò che approvare.

    Infine un’ultima nota: quando dici che bisogna “entrare nelle amministrazioni”, che cosa intendi? Sfondare i portoni dei Palazzi si può e si deve, certamente. Ma con azioni di dissenso “politico” che abbiano valore sociale, che siano rappresentative della comunità dell’arte e degli interessi culturali collettivi. Non certo accettando o avallando i meccanismi di un sistema non trasparente, basato sui contatti personali (vedi mio commento precedente).

    P.S. Alle insulse illazioni del signor Michele V., riguardo il presunto attacco a Desideria Burgio (persona che par altro conosco appena e che occupa una porzione assai limitata dell’articolo), non ci sarebbe nemmeno da rispondere… E’ chiaro che non è certo lei il cuore del problema, ma che, avendo ceduto ingenuamente alla lusinga di esporre in un luogo tanto prestigioso, si è trovata a rappresentare l’ennesima anomalia in seno a questo spazio espositivo, causando probabilmente una sorta di spontaneo punto di rottura. Tutto qui. Qualcun altro vuole allora pensare che ce l’abbia, che ne so, con i curatori della mostra sul Settecento? O con l’ideatore della mostra sul mare?? Ma che atteggiamento miope…
    Cerchiamo di non spostare l’attenzione da una battaglia politico-culturale che è sicuramente scomoda (per alcuni), ma necessaria. È davvero scoraggiante assistere a un tale dirottamento della questione. Ancor più scoraggiante quando a operare tali resistenze oziose sono proprio coloro che dovrebbero essere i più sensibili a certe tematiche: gli artisti. Che invece, in alcuni casi, preferiscono mostrarsi cauti e accondiscendenti agli occhi dei politici vari…

  38. Certo che conoscendo il movimento artistico palermitano a firmare siete un po pochini.
    Eppure se ne vedono di faccine che escono in pose michelangiolesche sulle riviste di arte & co.
    Mi sembra che l’arte palermitana sia solo unita nelle belle foto da rotocalco mondadoriano.
    Poi quando escono questi articoli di degna fattura e provenienza alcuni combattono e altri disertano.
    ma forse non leggono codesto exibart.
    Altri preferiscono letture piu morbidine e dove si elogian tutti senza sprechi.

  39. Agli amici/estimatori della Burgio chiederei di non ridurre il tutto in un risiko di pro e contro l’artista palermitana, non è questo il discorso, ha sottolineato bene la Marsala dicendo: “avendo ceduto ingenuamente alla lusinga di esporre in un luogo tanto prestigioso, si è trovata a rappresentare l’ennesima anomalia in seno a questo spazio espositivo, causando probabilmente una sorta di spontaneo punto di rottura.”

    Qualcuno mi ha detto che dovrei forse impressionarmi del fatto che la Burgio abbia esposto in giro per il mondo e questo probabilmente ci dovrebbe far pensare che la gavetta finisca a 30 anni o poco più per questo motivo.
    Ci vorrebbe un po’ di umiltà nel sentirsi arrivati solo per questo, non conta dove si espone ma cosa, come e con quali risultati.
    Non conta esporre circondandosi di amici e conoscenti che ti danno una pacca sulla spalla e ti dicono “bravo, bellissimo”, può fare piacere e rendere felici ma non tronfi di superbia.

    Non c’è niente di personale contro la Burgio, nessuno penso che abbia qualcosa contro di lei, le mostre così come le opere possono piacere o meno, il problema è l’incongruenza contenutistica di ciò che ospita Palazzo Sant’Elia, e l’articolo che stiamo commentando centra questo problema a pieno, la Burgio ha avuto l’ingrado compito di fare quella famosa goccia che fa traboccare il vaso.

  40. AAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!
    Scusatemi, ma è troppo!
    Insegno Italiano alle scuole medie e per quanto abbia cercato di controllarmi, ora non ce la faccio più! Caro Enrico Sant’Elia, cerca di raccogliere meglio le tue idee, prova a formularle in modo un po’ più comprensibile. E passi per lo strafalcione di ortografia, che può sempre scappare (Profeta, Profeta!) ma il tuo intervento sembra ostrogoto. La cosa mi procura particolare dolore proprio perché, insegnando alle medie, constato con grande scoramento che purtroppo anche nell’informazione e nella carta stampata l’uso corretto della lingua è ormai considerato aspetto del tutto secondario della comunicazione.
    Venendo agli argomenti del dibattito, vorrei dire che vivo da tanti anni a Bologna ma sono originaria di Agrigento e sono sempre rimasta molto legata alla mia terra d’origine. Essendo un’appassionata d’arte, leggo con molto interesse anche i quotidiani regionali della Sicilia grazie a Internet e devo dire che di Helga Marsala ce ne vorrebbero molte di più! Brava Helga! Finalmente un giornalismo vero, intelligente, ben argomentato, capace di sollevare il velo e di farlo da competente del settore. Mi pare che altrettanto non si possa dire delle firme sulle testate più “ufficiali”, specie Il Giornale di Sicilia. Leggo ogni tanto con piacere le recensioni di Sergio Troisi sulle pagine palermitane di Repubblica, ma per il resto mi sembra che tutto sia ridotto ad un mero mestiere informativo, privo di connotazione, fatto unicamente per veicolare dati su questo e su quello. Il giornalismo, quello vero, dovrebbe essere altra cosa, dovrebbe prendere posizione.
    Io non posso addentrarmi, essendo lontana da troppo tempo, tra le pieghe della politica culturale a Palermo o di temi come la destinazione d’uso delle tante, bellissime risorse che questa città possiede, ma una cosa della natura dei siciliani la so: sono degli individualisti inguaribili e difficilmente solidarizzano per portare avanti una giusta causa. È un peccato mortale! In questa terra (che, haimè, continuo ad amare in modo viscerale) fa più comodo non avere regole, direzioni, programmi coerenti; è più facile sperare di inserirsi in un (non)sistema grazie ai contatti e ai privilegi personali che puntare sui propri meriti e sulla qualità dei risultati.
    Ma tu, Helga, non mollare!

  41. caro enrico sant’elia si attendeva tutti il momento della barzelletta e sei arrivato tu.
    O meglio…direi sei nato tu…perche non esisti!
    Sei assolutamente asciutto e denutrito culturalmente quando affermi che una personale non si puo’ dichiarare tale perchè povera di pezzi.
    attacchi helga sul curriculum quando non e’ la quantita di roba dichiarata sul pezzo di carta “curriculum vitae” ma la coerenza e l’abilita’ mostrata anche in breve tempo che da il valore meritocratico a chi che sia.
    Tutte queste verità non si leggono facilmente nei giornali.
    Credimi sei un fortunato ad avere letto questo articolo.
    Se poi vuoi un confronto scrivi nome e cognome.
    Ma almeno la dignita’ di non dire cavolate, almeno quella misera dignita’.
    tanto vi manca che firmate con un nome falso e ridicolo.
    Enrico Sant’Elia sei confuso e patetico come la programmazione di Palazzo sant’Elia.
    buona serata barzellettiere.

  42. Chi non sa l’arte chiuda bottega, e chi non sa nuotare che si anneghi. (G. Verga)

    mi congratulo cn Helga e tutti i firmatari.
    se fossi Palermitano sarei dei vostri.

  43. Cara Helga.
    Volevo solo che spiegassi anche a chi non era in privato con noi le tue ragioni, perchè il tuo articolo se pur ben scritto, sembra piuttosto ambiguo in alcuni punti,infatti ha offeso chi non doveva offendere e nessuno di noi sa se ha colpito chi doveva colpire. Non ho insinuato nulla sui tuoi presunti agganci politici e citando Gesù Cristo ti dico: “tu l’hai detto” non certo io, per il resto ringrazio le maestre elementari che correggono i miei commenti scritti di getto alle tre del mattino,ringrazio pure la mia dislessia per avermi salvato dalle maestre elementari e dal fare lo scrittore. Per fortuna il mio ostrogoto lo hanno capito e condiviso, visto che la stessa Helga mi ha risposto adeguatamente.Per il resto il mio “entrare nelle istituzioni” può essere interpretato liberamente, visto che sono anni che aspetto rivoltosi e trovo solo protestatori indignati. In oltre… aggiungo che anche gli articoli che dicono la verità come quello di Helga, possono essere criticabili e spesso non esaustivi.

    p.s. Per la mia appartenenza politica…. sapete tutti che sono un punk di forza Italia yeah!!! hahahahaha

    pace e amore.

  44. Mi unisco allo sforzo per che Palazzo Sant’Elia non ritorni ad essere un palazzo fantasma o, peggio ancora, aperto a tutti i venti…

    In fondo, cosa chiediamo? Semplicemente la NORMALITA (mica una mala parola…), e cioè l’adeguamento a prassi consolidate in tutta Europa per la gestione dei centri pubblici d’arte: reclutamente trasparente dei direttori artistici, valutazione sul merito, progettualità e programmazione coerente, non saltuaria ne casuale (come vige invece qui troppo spesso…)

    E questo anche perché subiamo il fascino di questo splendido palazzo del centro storico e ci ha fatto bene al cuore, alla mente vedere questo palazzo riaprirsi ed accogliere una bella mostra (Spagna), ben articolata, e ci abbiamo preso gusto… Cosi come rallegra vedere Palazzo Riso animare improvvisamente piazza Bologni o il bel festival di documentari (a dicembre) negli spazi dimenticati della Zisa.

    Auguriamoci quindi un’IDENTITA finalmente affermata per palazzo Sant’Elia e anche, se non è chiedere troppo, una vera sinergia tra i vari luoghi dell’arte palermitani!

  45. “Il museo come il motel a ore: scegli, prenoti e ti installi”.

    Che significa questo? che per esporre a Palazzo Sant’Elia devi essere raccomandato?

    Questo vale solo per Palazzo Sant’Elia o anche per gli altri spazi espositivi istituzionali?

    Questo vale solo per Desideria Burgio o anche per gli altri artisti palermitani che hanno esposto in spazi espositivi istituzionali?

  46. l’anomalia, se vogliamo usare un eufemismo, consiste nell’usare denaro e risorse pubbliche per scopi che tali non sono, ossia fare della cosa pubblica cosa nostra, un’abitudine non circoscritta al caso sant’elia ma molto diffusa sul territorio nazionale.
    essere conniventi con tale sistema da taluni definito “dell’arte” pur di difendere le proprie bricioline di privilegio, non credo giovi molto alla cultura

  47. l’italia va a rotoli e ringrazio se ce’ chi mi informa e protegge dai malaffari dell’ iquinamento culturale e politico.
    In un momento dove giusto e normale e’ il tirare acqua al proprio mulino e il difendere gli amici soprattutto quelli sporchi e potenti.
    In un italia dove é uso comune dire non vedo non sento non parlo.
    E dove chi parla e dice il vero e’ fottuto, preso per pazzo, vedi Grillo per es.
    e invece a Palermo bravi tutti.
    Ho saputo della vicenda e sono rimasto sbalordito che dalla mia amata sicilia partono lezioni di educazione civica.
    Quella sicilia che tutti indicano come ultima spiaggia del pensiero civile e della correttezza.
    E che invece si dimostra terra di gente libera vera pronta a lottare.

    bravi bravi bravi.

  48. Concordo pienamente con quanto scritto in questo articolo. Nutro un amore profondo ed appassionato per Palazzo Sant’Elia non soltanto per il suo valore storico-artistico ma anche perchè ho avuto la grande opportunità di lavorarci (e di questa esperienza ne andrò sempre fiera). Per tanto quando ne sento parlare è un po’ come se qualcuno stesse parlando di casa mia e mi dispiace profondamente vedere come un luogo dall’enorme potenziale come questo, per l’incapacità ed il lasser faire dei politici, venga abbandonato al proprio destino. L’ultima mostra, quella sul 700 ritrovato è stata, a mio avviso, una grande sconfitta e un passo indietro notevole rispetto ad Espana. Sconfitta per chi, a differenza di quanto si possa pensare, ama realmente questo palazzo e un po’ come tutti noi vorrebbe portarlo ai massimi livelli ma purtroppo non ricopre la giusta autorità per potere cambiare le cose. Sconfitta per il mondo dell’arte, sconfitta, ennesima, per la città di Palermo. Sicuramente è previsto qualcosa per i prossimi mesi ma come al solito tutto ancora brancola nel buio. Ormai non nutro più nessuna fiducia, ma credetemi io c’ero, per quei lunghi e caldi quattro mesi lo scorso anno, e tutti i giorni, qunado entravo nelle sale del palazzo, avevo la piacevole sensazione di trovarmi in un museo al pari dei migliori d’Europa. Spero tanto che questa sensazione possa ripetersi…ma chissà.

  49. la lunga lista dei commenti mostra che c’è il bisogno di affrontare temi scottanti. la Sicilia, come l’Italia intera, vive nel lassismo generale per colpa di alcuni ( o forse di molti) che non vogliono che le cose cambino. E’ un dato di fatto, come è anche vero che c’è chi non ne può più di sottostare a questa staticità che sta uccidendo una nazione. dobbiamo denunciare ciò che non ci sta bene, e dobbiamo sostenere persone come helga che hanno il coraggio di fare da portavoce. qui il problema non è la mostra dell’artista emergente, il problema sta nelle istituzioni che non funzionano.

  50. Wittgenstein diceva “Su ciò di cui non si può parlare si deve tacere”. Così dovrebbero fare tutte quelle persone che parlano della mostra della Burgio senza essere andati di persona a vedere la mostra de visu.
    In secondo luogo chi ha tutto questo tempo da perdere per scrivere acidi commenti evidentemente parla perchè avrebbe voluto spendere il proprio tempo per amministrare la malandata ‘cosa artistica’ palermitana, ma da nessuno è stato chiamato, sicuramente perchè il di lui talento non è stato ancora scoperto.
    Sarebbe meglio fare che criticare chi invece fa in silenzio qulacosa e chiede come è suo diritto uno spazio per potere mostrare le proprie opere, che piacciano o o no.

  51. Cara Elena, senza scomodare Wittgenstein – che, ti assicuro si riferiva a ben altro. Ma non vorremo addentrarci in questa sede in una discettazione filosofica intorno ai limiti del linguaggio – ti dico: non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire! Ma possibile che si continui a spostare la questione (a bella posta?) su di un piano così irrilevante? L’articolo di Helga Marsala parla chiaro. Basta leggerlo con attenzione, anzi, con onestà! Cosa vuol dire “chi ha tutto questo tempo da perdere….”??? Secondo te sono dei perditempo quelli che levano una voce sul diritto a una programmazione culturale che restituisca le nostre istituzioni museali a una dignità? Che rivendicano il normale diritto a confrontarsi – per qualità di eventi, coerenza di contenuti, efficienza organizzativa, sullo stesso livello di analoghe istituzioni all’estero? Secondo te è un perditempo chi impiega intelligenza ed energie per porre all’attenzione un problema tanto eclatante come quello della sciatterie, del pressappochismo e del clientelismo becero della nostra amministrazione addette alla cultura? Beata te che evidentemente il tempo lo utilizzi in cause più proficue, magari anche tu coltivando il tuo presunto talento e tentando di piazzarlo da qualche parte, senza rispetto per nessuno. Per te, come per molti altri che contribuiscono più o meno consapevolmente a mantenere lo stato attuale delle cose, è più comodo così. In questa città indolente, che preferisce sprofondare nel morbido sofà del plauso salottiero, che vorrebbe leggere solo vacue e compiacenti recensioni di circostanza, senza obiettivi, senza contenuto all’infuori di un esercizio di parola, ancora più provinciale e autoreferenziale di certi pseudo-eventi d’arte, tutto deve essere mantenuto così affinché nulla possa evolvere verso una vera crescita sociale, prima ancora che culturale.
    Per favore, abbiate onestà – e dignità – spingete lo sguardo sul vero, scottante problema: quello delle NOSTRE ISTITUZIONI.

  52. Seguo questa polemica accesa dall’articolo pubblicato su Repubblica. Leggo spesso exibart, dunque sono venuta a conoscenza degli sviluppi successivi della questione. All’inizio non ho voluto commentare perché sono una persona seria, ma adesso leggendo le parole pesanti che sono state scritte, mi sembra arrivato il momento di dire la mia. Conosco benissimo Desideria Burgio, posso definirla una cara amica, la conosco sia dal punto di vista umano che professionale.
    Non voglio entrare nel merito dell’articolo su Palazzo Sant’Elia, anche perché è stata denunciata una situazione già nota a tutti, vigente nel mondo dell’arte e non solo a Palermo. Molto probabilmente chi scrive e chi commenta non è perfettamente a conoscenza di come sono andate le cose riguardo la mostra All I Need is Love inaugurata il 14 febbraio alla Cavallerizza di Palazzo Sant’Elia, perciò mi sembra doveroso chiarire alcuni punti e far luce su questioni delicate che vengono sopra affrontate.
    Innanzi tutto Desideria Burgio (coordinata dalla sua curatrice romana) ha presentato un regolare progetto alla Provincia Regionale di Palermo richiedendo uno spazio inutilizzato da sei mesi, nel quale non vi era prevista alcuna programmazione futura.
    Cosa ancora più importante, la mostra è stata interamente finanziata dall’artista, per cui lo sperpero del denaro pubblico per scopi personali, che ha suscitato tanta indignazione, in questo caso non si è verificato.
    Inoltre, ultima puntualizzazione, la maggior parte dei firmatari dell’articolo pubblicato su Repubblica e dei commentatori qui su exibart non ha visitato la mostra, dunque mi sembra sterile e inutile parlare di ciò che non si conosce.
    Io dico condanniamo le istituzioni se e quando è giusto farlo, lottiamo per portare avanti le nostre idee, ma non strumentalizziamo le persone usandole come capro espiatorio per denunciare le cose che non vanno. Riflettiamo su chi realmente colpisce quest’articolo. Il presidente della Provincia di Palermo continuerà a dormire sonni tranquilli, e non sarà certo questo scritto a scuotere il sistema. Forse sarebbe più saggio agire per cambiare le cose, avere il coraggio di proporre nuove idee; parlare, fare polemica e denunciare a lungo andare potrebbe risultare completamente inutile, se non accompagnato dall’azione.
    Riguardo Desideria Burgio, non vedo la necessità di chiamarla in causa in questa sede, invischiandola in meccanismi politici che allontanano dal vero significato di Arte, nel senso più alto del termine.
    Dimenticavo la cosa più importante, a me (e non solo) la mostra è piaciuta molto, finalmente qualcosa di nuovo e originale nel piattume generale che vige nel mondo dell’arte a Palermo.

  53. cittadini italiani guardate anche cosa inaugura al palazzo ziino/
    oggi:
    Inaugurazione mostra PLENILUNIO FANTASTICO di Paola Romano a cura di Francesco Gallo.
    un’altra vergogna.

  54. cara chiara hai scritto:Non voglio entrare nel merito dell’articolo su Palazzo Sant’Elia, anche perché è stata denunciata una situazione già nota a tutti, vigente nel mondo dell’arte e non solo a Palermo.
    Quindi la signorina che ha esposto sapeva delle tenzioni riguardanti lo spazio S’Elia e senza fregarsene dei discorsi di tenzione sulla malagestione si va a prendere il suo spazio inutilizzato da sei mesi.
    Certo che era inutilizzato e lo sapevano tutti e sentivo agitazioni crescere gia dalla fine di ESPANA e stavo cercando anche io come tutti a reagire a questa vergogna .
    E invece per qualcuno e’ stato giusto utilizzarlo per il proprio bisogno infischiandosene delle lotte degli altri.
    poteva anche dire ” sant’elia e’ inutiliazzato perche non parcheggiarci il motorino dentro”.
    Gli imbrogli della provincia ai cittadini palermitani non mi interessano mi interessa più san valentino.

    E’ l’ennesimo commento tristissimo che a mio parere cerca di attenzionare il nome della giovane artista e rendere inutile l’attivismo di chi attenziona ” il problema gestione Sant’elia” che tu ammetti di conoscere da tempi lontani pensando giustamente di reagire contro chi cerca di riparare e contro chi denuncia certe macagne.

    Chi fa arte dovrebbe piu che esaltare il proprio ego stare attento ai propri doveri civici.
    E’ adesso, qui, con i vostri commenti, che state mettendo in cattiva luce l’operato della giovanissima espositrice.

  55. Arrivo con molto ritardo alla lettura di questo articolo ma, purtroppo, a distanza di più di un anno non è cambiato praticamente niente ed il mio commento è ancora pertinente. Ho 29 anni, mi sono laureta al DAMS (vecchio ordinamento) in 4 anni, con il massimo dei voti e pubblicazione della tesi (ho fatto da autista per un anno alla mia prof. che mi garantiva un dottorato che non ho mai vinto). Ho all’attivo 2 master in gestione dei Beni Culturali, scrivo da anni gratuitamente critiche e recensioni, ho fatto da assistente al curatore per innumerevoli mostre mal pagate o non pagate per nulla (anche all’estero), sono stata gallerista per 2 anni, ma non amando la commercializzazione dell’arte ho deciso di seguire la mia strada scrivendo un paio di progetti. Con questi mi sono presentata a Palazzo Comitini nella speranza di potere ottenere come sede alle mie mostre Palazzo S.Elia. Mi ha ricevuto la segretaria del capo di gabinetto che mi ha velocemente liquidata dicendomi che la programmazione è fittissima fino al 2012 … Non credo ci sia molto da dire … Guardo i siti dei musei di tutto il mondo in cui è sempre presente il link JOB in cui vengono elencate le posizioni vacanti per cui mandare i CV ed i musei palermitani!?!?!? Come cavolo avviene questa selezione???? Ho sentito chiamare curatori persone che hanno a stento il diploma e che non hanno mai aperto un libro d’arte. Sono una persona fortunata, benestante di famiglia, vi assicuro che di conoscenze e numeri di politici che conosco a cui chiedere favori ne avrei … Piuttosto mi uccido! Non mi resta che guardare questo sfacelo e lasciare diventare un hobby la professionalità e la passione che da 12 anni ho coltivato ogni giorno.

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