29 maggio 1999

28.V.1999 Riapre a Firenze la galleria d’Arte moderna

 
A Palazzo Pitti nuovamente accessibile al pubblico un percorso attraverso il meglio della storia dell'arte italiana (ed internazionale) moderna. Duemila capolavori e tre esposizioni per una Galleria che ritrova il suo straordinario fascino...

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Un percorso museale costruito attraverso sale che sono state ristrutturate tenendo fede al gusto delle famiglie regnanti che in esse passarono la loro nobile esistenza.
La grandezza delle esposizioni di Pitti, del resto, risiede proprio nella caratteristica tutta peculiare di mettere insieme il valore eccelso dell’opera d’arte esposta con la suggestione del contesto in cui l’opera stessa è collocata.Silvestro Lega: Il canto dello stornello
Sulle opere presenti nella Galleria si potrebbero scrivere libri interi. Citiamo, solo per dare un’idea, alcuni dei nomi che potrete trovare. Dal neoclassico di Canova, Batoni, Benvenuti, Tenerani, al Romanticismo di Bezzuoli, Sabatelli, Hayez, Bartolini, all’arte degli anni postunitari con Morelli, Puccinelli, De Tivoli; ai Macchiaioli (Fattori, Lega, Abbati, Signorini, Cecioni, Banti: al fine secolo con Cannicci, Corcos, Gioli, Rosso, Previati, Nomellini, fino alle influenze europee individuabili nell’arte del primo quarto del Novecento con Giovanni Fattori Il campo italiano dopo la battaglia di Magenta (Particolare)
Viani, Chini, Spadini, Costetti, Ghiglia.
Contemporaneamente alla riapertura della Galleria si segnalano tre esposizioni. La prima dal titolo «Ottocento-Novecento; acquisizioni 1990-1999» con 150 opere tra dipinti, sculture e disegni di artisti del calibro di Benvenuti, Bezzuoli, Canella, Morelli, Colacicchi, Marcucci;
La «Raccolta Emilio Gagliardini» concessa dagli eredi in comodato decennale comprendente 43 dipinti tra i quali alcuni capolavori assoluti come «La raccolta delle Rose» di Silvestro Lega, «Solferino» di Telemaco Signorini, «La Veglia» di Odoardo Borrani, «Cavalli in Tombolo» di Giovanni Fattori, «Mezzogiorno» di Plinio Nomellini.
Da segnalare anche l’esposizione del restauro del capolavoro di Giovanni Fattori «Il campo italiano dopo la battaglia di Magenta» che è stato riporato all’originale splendore attaverso un opera competente in grado di restituire al quadro i colori, la luce, l’impeto drammatico che giustamente ne fa una delle opere più belle dell’arte moderna italiana.

La Galleria d’arte moderna è aperta nel piano nobile di Palazzo Pitti (ingresso sulla sinistra del cortile interno) ogni giorno (tranne il primo, il terzo ed il quinto lunedì, la seconda e la quarta domenica del mese) dalle 8 e 30 alle 13 e 30.
L’ingresso è di £ 8.000

Domenico Guarino

[exibart]

2 Commenti

  1. com’è bello quando uno sguardo o la torsione di un corpo ti entrano nell’anima,e com’è triste ritrovarsi tra la la gente dipinta con colori in bianco e nero

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