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Alla Fondazione Adolfo Pini, aperture straordinarie e visite guidate con la curatrice
Progetti e iniziative
di redazione
Dopo la pausa estiva, la Fondazione Adolfo Pini riapre le porte della storica dimora di corso Garibaldi 2, a Milano, invitando il pubblico a riscoprire Un lungo e meditato atto d’amore, la mostra permanente dedicata a Renzo Bongiovanni Radice. Inaugurata lo scorso gennaio e curata da Silvia Bolamperti, l’esposizione raccoglie oltre 40 dipinti dell’artista, offrendo per la prima volta una panoramica ampia e coerente dei suoi 50 anni di attività.
La mostra permanente e le visite guidate
L’allestimento, ospitato negli ambienti originari della casa borghese della famiglia Bongiovanni Radice-Pini, ricrea l’atmosfera di una dimora colta del Novecento, in cui opere, oggetti d’arte e arredi restituiscono l’intreccio fra vita privata e ricerca artistica. Paesaggi interiori, ritratti femminili, vedute parigine, cancelli simbolici e trame arboree delineano i temi cardine della pittura di Bongiovanni Radice, caratterizzata da un lirismo intimo e meditato.

Dal 18 settembre 2025, la Fondazione prolungherà l’orario di apertura per accogliere il pubblicoina e inaugurerà anche un ciclo di visite guidate con la curatrice, in programma nei giorni 18 settembre, 16 ottobre, 20 novembre e 11 dicembre, sempre alle ore 18:30. Gli incontri, gratuiti e su prenotazione, sono pensati per un numero ristretto di partecipanti e offriranno un percorso narrativo che intreccia la poetica dell’artista con la storia della Fondazione e della casa.
La storia della Fondazione e i suoi protagonisti
La Fondazione Adolfo Pini nasce dal legame profondo fra due figure centrali della cultura milanese del Novecento: Renzo Bongiovanni Radice (Palazzolo Milanese, 1899 – Milano, 1970) e il nipote Adolfo Pini (Milano, 1920 – 1986). Pittore di formazione autodidatta e di intensa sensibilità, Bongiovanni Radice esordì negli anni Venti partecipando alla Biennale di Brera e, nel 1928, alla Biennale di Venezia. Negli anni Trenta si trasferì a Parigi, dove frequentò la scuola di André Lhote, maturando una pittura che seppe fondere osservazione lirica, ricerca formale e sperimentazione cromatica. Ritratti, paesaggi e vedute urbane compongono un corpus che lo rese protagonista delle principali rassegne italiane, dalla Quadriennale di Roma alla Permanente di Milano.

Accanto a lui, il nipote Adolfo Pini, medico e docente di fisiologia ma anche scrittore, compositore e appassionato d’arte. Adolfo fu un intellettuale dalla curiosità poliedrica, capace di intrecciare cultura scientifica e sensibilità umanistica. Alla sua morte, nel 1986, istituì la Fondazione che porta il suo nome con un duplice intento: valorizzare l’opera dello zio Renzo e sostenere le nuove generazioni di artisti con borse di studio e premi.
Una casa d’artista tornata al suo splendore
La sede di corso Garibaldi 2, abitata da entrambi, è oggi un luogo che restituisce questa doppia eredità: una casa d’artista e al tempo stesso un presidio culturale vivo, aperto alla città. Nel 2022 è stato avviato un importante intervento che ha previsto la riqualificazione e il restauro di elementi architettonici, dei complementi d’arredo e delle opere d’arte delle collezioni, per restituire la casa al suo aspetto originario e per adeguare la struttura agli standard di sicurezza, accessibilità e modernità.

Gli ambiti di intervento hanno interessato le opere d’arte su tela e carta di Renzo Bongiovanni Radice, come quelle della collezione della famiglia. Allo stesso modo, sono stati restaurati mobili e oggetti. Il restauro degli elementi decorativi dell’appartamento al primo piano, quali il soffitto ligneo policromo della Sala grande oltre all’affresco e le decorazioni della scala padronale, hanno permesso di far emergere antichi decori e colori.














