05 settembre 2025

Alla Fondazione Adolfo Pini, aperture straordinarie e visite guidate con la curatrice

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La Fondazione Adolfo Pini di Milano riapre dopo l'estate con visite guidate alla mostra permanente su Renzo Bongiovanni Radice, per riscoprire un protagonista della pittura del Novecento

Fondazione Adolfo Pini

Dopo la pausa estiva, la Fondazione Adolfo Pini riapre le porte della storica dimora di corso Garibaldi 2, a Milano, invitando il pubblico a riscoprire Un lungo e meditato atto d’amore, la mostra permanente dedicata a Renzo Bongiovanni Radice. Inaugurata lo scorso gennaio e curata da Silvia Bolamperti, l’esposizione raccoglie oltre 40 dipinti dell’artista, offrendo per la prima volta una panoramica ampia e coerente dei suoi 50 anni di attività.

La mostra permanente e le visite guidate

L’allestimento, ospitato negli ambienti originari della casa borghese della famiglia Bongiovanni Radice-Pini, ricrea l’atmosfera di una dimora colta del Novecento, in cui opere, oggetti d’arte e arredi restituiscono l’intreccio fra vita privata e ricerca artistica. Paesaggi interiori, ritratti femminili, vedute parigine, cancelli simbolici e trame arboree delineano i temi cardine della pittura di Bongiovanni Radice, caratterizzata da un lirismo intimo e meditato.

Renzo Bongiovanni Radice, Albero, 1969, Collezione Fondazione Adolfo Pini

Dal 18 settembre 2025, la Fondazione prolungherà l’orario di apertura per accogliere il pubblicoina e inaugurerà anche un ciclo di visite guidate con la curatrice, in programma nei giorni 18 settembre, 16 ottobre, 20 novembre e 11 dicembre, sempre alle ore 18:30. Gli incontri, gratuiti e su prenotazione, sono pensati per un numero ristretto di partecipanti e offriranno un percorso narrativo che intreccia la poetica dell’artista con la storia della Fondazione e della casa.

La storia della Fondazione e i suoi protagonisti

La Fondazione Adolfo Pini nasce dal legame profondo fra due figure centrali della cultura milanese del Novecento: Renzo Bongiovanni Radice (Palazzolo Milanese, 1899 – Milano, 1970) e il nipote Adolfo Pini (Milano, 1920 – 1986). Pittore di formazione autodidatta e di intensa sensibilità, Bongiovanni Radice esordì negli anni Venti partecipando alla Biennale di Brera e, nel 1928, alla Biennale di Venezia. Negli anni Trenta si trasferì a Parigi, dove frequentò la scuola di André Lhote, maturando una pittura che seppe fondere osservazione lirica, ricerca formale e sperimentazione cromatica. Ritratti, paesaggi e vedute urbane compongono un corpus che lo rese protagonista delle principali rassegne italiane, dalla Quadriennale di Roma alla Permanente di Milano.

Renzo Bongiovanni Radice nella casa di corso Garibaldi 2 a Milano, fine anni ’30

Accanto a lui, il nipote Adolfo Pini, medico e docente di fisiologia ma anche scrittore, compositore e appassionato d’arte. Adolfo fu un intellettuale dalla curiosità poliedrica, capace di intrecciare cultura scientifica e sensibilità umanistica. Alla sua morte, nel 1986, istituì la Fondazione che porta il suo nome con un duplice intento: valorizzare l’opera dello zio Renzo e sostenere le nuove generazioni di artisti con borse di studio e premi.

Una casa d’artista tornata al suo splendore

La sede di corso Garibaldi 2, abitata da entrambi, è oggi un luogo che restituisce questa doppia eredità: una casa d’artista e al tempo stesso un presidio culturale vivo, aperto alla città. Nel 2022 è stato avviato un importante intervento che ha previsto la riqualificazione e il restauro di elementi architettonici, dei complementi d’arredo e delle opere d’arte delle collezioni, per restituire la casa al suo aspetto originario e per adeguare la struttura agli standard di sicurezza, accessibilità e modernità.

Restauro quadri, foto Greta Campiglio, courtesy Fondazione Adolfo Pini

Gli ambiti di intervento hanno interessato le opere d’arte su tela e carta di Renzo Bongiovanni Radice, come quelle della collezione della famiglia. Allo stesso modo, sono stati restaurati mobili e oggetti. Il restauro degli elementi decorativi dell’appartamento al primo piano, quali il soffitto ligneo policromo della Sala grande oltre all’affresco e le decorazioni della scala padronale, hanno permesso di far emergere antichi decori e colori.

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